Nuovo agitazione nei trasporti venerdì 15 dicembre a Milano e in diverse parti d’Italia, con lo sciopero nazionale dei lavoratori del trasporto pubblico locale, organizzato da associazioni sindacali come Usb lavoro privato, Al Cobas e Cub.
Questo sciopero era stato inizialmente programmato per il 15 novembre, ma è stato rimandato a causa dell’intervento del Ministero dei Trasporti, rappresentato da Matteo Salvini, che ha limitato l’astensione dal lavoro a un massimo di quattro ore. Di conseguenza, le organizzazioni sindacali hanno fissato una nuova data. A rischio saranno i servizi metropolitani, gli autobus e i tram gestiti dall’Atm.
Sciopero oggi 15 dicembre 2023 Milano: orari e fasce di garanzie
La protesta del personale addetto ai trasporti pubblici su strada e metropolitana avverrà dalle 8:45 alle 15:00 e dalle 18:00 fino alla fine del servizio, come comunicato dall’azienda stessa che gestisce il trasporto pubblico locale.
Saranno garantite due finestre temporali: i mezzi saranno operativi dall’inizio del servizio alle 8:45 e tra le 15:00 e le 18:00, mentre durante il resto della giornata si corre il rischio di interruzioni.
Motivazioni dello sciopero
Lo sciopero, come dichiarato dall’Atm, è stato convocato:
- per difendere il legittimo diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali,
- per migliorare i salari di ingresso,
- contrastare la spesa eccessiva di denaro pubblico negli appalti e subappalti che portano a servizi di bassa qualità e retribuzioni insufficienti,
- fermare le privatizzazioni,
- garantire la sicurezza sul lavoro e dei servizi,
- stabilire un salario minimo,
- promuovere una legge sulla rappresentanza sindacale,
- fermare le spese militari.
Al Cobas ha espresso il proprio sostegno “contro qualsiasi restrizione del diritto di sciopero e la cancellazione di accordi sulla rappresentanza”, “per migliorare i salari di ingresso, contrastare appalti e subappalti, promuovere un piano di investimenti e assunzioni in tutti i settori di interesse pubblico, garantire sicurezza e tutela della salute in ogni ambiente lavorativo, fermare le spese militari e opporsi alle grandi opere speculative”.