A partire da gennaio 2024, è previsto un aumento negli importi destinati ai beneficiari dell’assegno unico, accompagnato da alcune modifiche nelle soglie dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE). Sebbene non tutte le informazioni siano state confermate, il quadro inizia a delinearsi in modo più definito e dettagliato. Intanto andiamo a scoprire quando sarà possibile fare domanda.

Assegno unico 2024, quando fare domanda?

La richiesta dell’assegno unico per il 2024 può essere completata online tramite il sito web dedicato dell’Inps, presso i CAF e gli enti di patronato, o contattando gratuitamente il numero verde 803.164 (da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da cellulare, con tariffazione applicata dal gestore telefonico).

  • Chi presenta la domanda dall’1 marzo al 30 giugno riceverà l’assegno con arretrati a partire da marzo.
  • Per chi presenta la richiesta dopo il 30 giugno, l’assegno verrà erogato dal mese successivo alla domanda e dipenderà dall’ISEE al momento della richiesta.

Importante ricordare che dal 1° marzo 2023, il pagamento delle precedenti richieste dell’Assegno unico continua automaticamente senza necessità di una nuova domanda. Tuttavia, è necessario aggiornare o rinnovare l’ISEE per determinare o adeguare l’importo.

Entro il 31 dicembre, infatti, scadranno tutti i modelli ISEE elaborati nel 2023, e coloro che ricevono prestazioni legate all’ISEE, inclusa l’assegno unico, dovranno confermare i requisiti presentando il nuovo ISEE entro fine febbraio.

Per ottenere l’ISEE, sarà richiesto di fornire documenti relativi ai redditi e al patrimonio mobiliare e immobiliare (anno 2022), la Certificazione Unica (CU) e la dichiarazione dei redditi del 2023, nonché la giacenza media dei conti correnti al 31 dicembre 2022.

Le novità dell’Assegno unico 2024

Il 2024 vedrà alcune modifiche all’Assegno unico, poiché il governo sta considerando aggiunte per il secondo e terzo figlio, oltre a esplorare soluzioni per ampliare il gruppo di beneficiari. Una delle prime proposte è l’esclusione dei titoli di Stato dal calcolo dell’Isee, limitando tale esclusione a un massimo di 50.000 euro. Anche altri titoli garantiti dallo Stato, come i libretti e i Buoni postali, saranno esclusi entro questa stessa soglia.

L’esclusione dei titoli di Stato dal calcolo dell’Isee potrebbe ridurre l’Isee stesso, portando a un potenziale “incremento” delle prestazioni per coloro che posseggono tali titoli. Tuttavia, secondo la Relazione tecnica sulla legge di Bilancio letta da Il Messaggero, la maggior parte delle prestazioni coinvolte prevede livelli di Isee “decisamente contenuti”. Si sottolinea che gli effetti, sia a livello di finanza pubblica sia in termini di accesso o aumento delle prestazioni, risultano trascurabili.