Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, giunto all’Assemblea di Confagricoltura a Roma, si è fermato brevemente a parlare con i cronisti della situazione internazionale, in particolare sulle tensioni tra Venezuela e Guyana e sull’insediamento del nuovo governo in Argentina. Ma non ha risparmiato una battuta sulle questioni di politica interna, sul nodo del Mes che sembra agitare le acque della maggioranza.
Tajani dall’Assemblea di Confagricoltura sulla crisi tra Venezuela e Guyana e sull’Argentina: “Bene sua entrata nell’Ocse”
Un quadro internazionale preoccupante e una situazione interna che appare instabile. E il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani chiamato a fornire le risposte sue e del governo su entrambi i fronti.
Giunto all’Assemblea Generale di Confagricoltura che si svolge a Roma, Tajani viene raggiunto dal solito capannello di cronisti, tra cui l’inviato di TAG24 Michele Lilla. Si parte con le questioni internazionali che, oltre alle angosce provenienti da Est, con i conflitti in corso in Ucraina e nella Striscia di Gaza, vedono crescere tensioni anche a Ovest, con il Sudamerica attraversata da cambiamenti con cui l’Italia e l’Europa devono fare i conti.
In primis, lo scontro tra Venezuela e Guyana sulla regione dell’Esequibo, rivendicata dal governo di Georgetown, poi accusato dal ministro degli Esteri guyanese Hugh Hilton Todd di violazione della Carta ONU. Episodio che ha richiesto una riunione di emergenza del Consiglio delle Nazioni Unite.
Sulla vicenda, Tajani usa poche ma decisive parole:
“Mi auguro che il Venezuela plachi le sue richieste”.
Il ministro degli Esteri viene, poi, sollecitato sull’insediamento del nuovo governo argentino guidato dal Javier Milei. Tajani conferma di aver iniziato un dialogo con il nuovo ministro degli Esteri e guarda con favore alle prime decisioni dell’esecutivo argentino sul piano internazionale, in particolare l’ingresso nell’Ocse.
“Ho parlato ieri a lungo con il ministro degli Esteri. È positiva la decisione di entrare nell’Ocse, che significa che l’Argentina vuole avere relazioni forti con i paesi del G7 e con l’Italia”.
Un segnale importante sul piano delle relazioni internazionali, rafforzato dalla decisione argentina di non aderire ai Brics, un forum economico internazionale fondato nel 2009 da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.
“Hanno confermato che non entreranno nei Brics”.
Una decisione che, tuttavia, dovrà essere ulteriormente verificata, dal momento che l’ingresso dell’Argentina nei Brics dovrebbe risultare ufficiale a partire dal 2024, insieme a:
- Egitto
- Etiopia
- Emirati Arabi Uniti
- Arabia Saudita
- Iran
Tajani sul Mes: “Favorevole ma non è urgente, prima ridurre i tassi”
Volto meno disteso e qualche attimo di ‘incomprensione’ con i giornalisti quando vengono toccate le questioni di politica interna.
La maggioranza non sta passando il periodo migliore dall’inizio del suo mandato e lo stesso Tajani è reduce da un botta-e-risposta, nella giornata di ieri, con il presidente del Veneto Luca Zaia in merito al limite del terzo mandato per i candidati uscenti alle Elezioni Regionali del 2024.
Ma è il Mes – il Meccanismo Economico di Stabilità – a creare le tensioni maggiori, con i partiti di governo che hanno espresso posizioni diverse sull’argomento e l’opposizione che, ovviamente, ne approfitta per mettere pressione all’esecutivo.
Tajani, anzitutto, nega le divisioni interne – “La maggioranza è sempre stata coesa su tutto” – e poi spiega la posizione sua e di Forza Italia sul Mes.
“Io sono favorevole al Mes ma non la ritengo una priorità. Come Forza Italia, abbiamo delle riserve sul nuovo regolamento, perché non pone alcun organismo di controllo alla gestione di questo strumento finanziario”.
Il vicepremier sottolinea che il cosiddetto ‘fondo salva Stati’ non rappresenti una priorità per l’Italia poiché, pur riconoscendone l’importanza per alcuni sistemi bancari in determinati momenti di fragilità, non ritiene che questo sia il caso del nostro Paese.
“Il sistema bancario italiano è solido grazie anche al nostro lavoro e alle buone norme che abbiamo scritto sugli extraprofitti, che hanno rinforzato il sistema bancario, permettendo di ottenere buoni giudizi dalle agenzie di rating”.
Al di là della situazione contingente del nostro Paese, Tajani è convinto che il Mes non debba essere in cima alla lista delle ‘cose da fare’ dell’Unione Europea, che dovrebbe concentrarsi prima su altre questioni economiche più pressanti.
“Il mes non è la questione principale all’interno dell’Unione Europea. Penso, ad esempio alla questione dei tassi, perché se si abbassa la pressione fiscale o il costo del denaro, cresce anche l’economia, quindi ridurre i tassi diventa fondamentale. L’appello che lanciamo alla Banca Centrale Europea è che, essendo calata l’inflazione, bisogna abbassare anche i tassi d’interesse perché è tutto collegato”.