La defiscalizzazione dei fondi pensione rappresenta un notevole privilegio per coloro che ne fanno parte, consentendo di ottenere annualmente un “taglio” sulle tasse da versare sia in busta paga che nella dichiarazione dei redditi.

Le norme che regolano questa defiscalizzazione sono dettagliate e conoscere tali disposizioni è cruciale per massimizzare i benefici derivanti dall’adesione a un fondo pensione.

Andiamo ad esplorare nel dettaglio tutti gli aspetti rilevanti relativi alla defiscalizzazione dei fondi pensione, partendo dalla stessa nozione di “defiscalizzazione”.

Deduzione Fondo pensione, come funziona?

Durante la compilazione della dichiarazione annuale dei redditi, come ad esempio il modello 730, si determina il reddito annuo imponibile e, se sono presenti delle defiscalizzazioni, queste vengono sottratte dal reddito imponibile, riducendo quindi la base su cui calcolare l’imposta da pagare.

È importante sottolineare che le defiscalizzazioni non devono essere confuse con le detrazioni, le quali operano in modo diverso. Le detrazioni, infatti, si applicano direttamente all’imposta calcolata nella dichiarazione, riducendo l’importo da versare.

Tra le agevolazioni fiscali presenti nel sistema italiano, troviamo anche quella relativa ai versamenti effettuati nei fondi pensione, accessibile sin dal primo anno di adesione e valido per ogni anno successivo in cui l’iscritto continua a contribuire al fondo.

Nel dettaglio, è possibile dedurre annualmente i contributi versati fino a un massimo di 5.164,57 euro.

Per comprendere meglio questo concetto, prendiamo ad esempio un lavoratore con le seguenti caratteristiche:

reddito imponibile di 30.000 euro; contributi versati al fondo pensione nell’anno per un totale di 4.000 euro. Le aliquote IRPEF sono definite come segue:

  • aliquota al 23%, fino a 15.000 euro;
  • aliquota al 25%, tra i 15.000 e i 28.000 euro;
  • aliquota al 35%, tra i 28.000 e i 50.000 euro;
  •  aliquota al 43%, oltre i 50.000 euro.

Contributi al fondo pensione che possono essere dedotti fiscalmente

Per calcolare l’ammontare effettivamente deducibile, vengono considerati i seguenti fattori:

  • i contributi versati dal lavoratore;
  • i contributi versati dal datore di lavoro; 
  • i contributi versati autonomamente al fondo (i cosiddetti “versamenti volontari”);
  • i contributi eventualmente versati in favore di un familiare fiscalmente a carico iscritto al fondo pensione.

Da notare che i versamenti relativi al Trattamento di Fine Rapporto (TFR) sono esclusi da questa deduzione e soggetti a una tassazione separata.

Deduzione del fondo pensione per i figli e familiari a carico

Le persone che aderiscono un fondo pensione hanno la possibilità, se contemplato dal regolamento, di iscrivere anche i propri familiari che sono fiscalmente a loro carico. Come precedentemente spiegato, i contributi effettuati a favore dei familiari a carico costituiscono un elemento per determinare l’importo che può essere dedotto fiscalmente.

In queste circostanze, la deduzione è assegnata inizialmente al familiare che è fiscalmente a carico. Qualora l’importo dei contributi superi il reddito complessivo del familiare, la parte in eccesso può essere dedotta dal reddito complessivo del titolare dell’adesione al fondo pensione. In pratica, se il familiare a carico possiede redditi, è tenuto a dedurre i contributi erogati per la sua posizione; soltanto l’importo in surplus, non deducibile per la sua situazione, può essere detratto dal reddito complessivo del principale aderente.

Inoltre, è essenziale ricordare due principi fondamentali:

  • la deducibilità di questi contributi può essere del 50% o del 100%, a seconda della situazione familiare dichiarata;
  • nonostante la deduzione coinvolga più soggetti, il limite annuale di 5.164,57 euro rimane invariato.

Di conseguenza, il limite viene considerato come un’unica entità per ogni singolo contribuente, indipendentemente dal numero di fondi pensione a cui è iscritto o che coinvolgono i suoi familiari a carico.

Deduzione dei fondi pensione nel 730

Per quanto riguarda l’indicazione della deduzione dei fondi pensione nel modello 730, la detrazione fiscale dei contributi a carico del lavoratore e dell’azienda avviene direttamente tramite la busta paga, mensilmente. Ciò evita al lavoratore di dover inserire la detrazione nella dichiarazione dei redditi.

Per i contributi del lavoratore e dell’azienda, il vantaggio fiscale è ottenuto mensilmente con un incremento diretto dello stipendio, tenendo conto di eventuali aggiustamenti alla fine dell’anno se il reddito imponibile è diverso da quanto previsto inizialmente in busta paga.

L’importo delle detrazioni sulla busta paga viene riportato nella Certificazione Unica rilasciata dal datore di lavoro, nella sezione dedicata alla “previdenza complementare”.

Il contesto è differente per i versamenti volontari effettuati dal lavoratore, oltre alla percentuale di contributi già detratte dalla busta paga, e quelli effettuati per conto di un familiare a carico. In questi due casi, la detrazione deve essere indicata nella dichiarazione dei redditi.

Tuttavia, se si utilizza il modello 730 precompilato, queste informazioni sono già incluse nella dichiarazione, quindi è sufficiente verificarne l’accuratezza.

A tale scopo, basandosi sulle informazioni disponibili, il fondo pensione trasmette all’Anagrafe Tributaria i dettagli del beneficiario dei contributi deducibili, a meno che l’interessato non modifichi questi dati nella dichiarazione dei redditi. Inoltre, il fondo pensione rilascia ai partecipanti che hanno effettuato versamenti volontari, entro il mese di marzo dell’anno successivo, un documento che attesta l’ammontare di tali contributi.

Questo certificato deve essere presentato durante la dichiarazione dei redditi, per dedurre i contributi volontari dal reddito complessivo o per verificare l’importo riportato nel modello 730 precompilato.

Deduzione fondi pensione per i lavoratori al primo impiego

Un’eccezione al limite delle detrazioni stabilite a 5.164,57 euro riguarda i lavoratori che hanno iniziato la loro occupazione successivamente al 1° gennaio 2007.

Per questa categoria, è consentito beneficiare di una deduzione supplementare di 2.582,29 euro all’anno. Di conseguenza, il tetto massimo deducibile diventa di 7.746,86 euro per i primi 5 anni di adesione a uno dei piani pensionistici integrativi regolamentati dal decreto legislativo del 5 dicembre 2005, n. 252.

Il legislatore ha previsto che, specialmente nei primi anni di impiego, il lavoratore potrebbe non disporre delle risorse finanziarie necessarie per sostenere contributi in grado di usufruire completamente della deduzione disponibile. Per tale ragione, dal 6° al 25° anno di partecipazione al fondo, viene concesso al lavoratore di dedurre gli importi non precedentemente detratti nei primi 5 anni, entro un limite annuale di deduzione non superiore a 7.746,86 euro.

Ad esempio, se un lavoratore non ha potuto dedurre un totale di 10.000 euro nei primi 5 anni, a partire dal 6° anno potrà elevare la sua soglia di deduzione a 7.746,86 euro, finché non avrà recuperato l’intero importo nel corso degli anni, entro il 25° anno di partecipazione.