Naspi e lavoro 2024: impatto sul beneficio. Molti percettori rischiano la sospensione dell’erogazione dell’indennità economica. Entro il 31 gennaio 2024, è necessario adempiere alla dichiarazione del reddito annuo presunto per il prossimo anno.

Si tratta di un adempimento indispensabile da compiere anche se il fruitore non ha prodotto reddito o risulta essere pari alla cifra zero. L’INPS ha comunicato che in assenza dell’aggiornamento del quadro reddituale, sospenderà il beneficio economico al 31 dicembre 2023. Vediamo insieme come fare per riattivare la sospensione della NASPI.

Naspi e lavoro: sospensione 2024

L’INPS, nel messaggio n. 4361 del 5 dicembre 2023, ha fornito spiegazioni circa la sospensione dell’indennità di disoccupazione NASPI a partire dal 31 dicembre 2023. In particolare, il messaggio recita:

“Con il presente messaggio si ricorda che per le prestazioni di disoccupazione NASpI in corso di fruizione, in riferimento alle quali durante l’anno 2023 è stata effettuata la dichiarazione relativa al reddito annuo presunto, con indicazione di reddito diverso da “zero”, è necessario comunicare entro il 31 gennaio 2024 anche il reddito presunto riferito all’anno 2024. In assenza della predetta comunicazione l’erogazione della prestazione NASpI verrà sospesa al 31 dicembre 2023”.

 In sostanza, l’Istituto precisa che tale adempimento dovrà essere formalizzato anche se il reddito annuo presunto per l’anno 2024 è pari a “zero”. Le persone percettori dell’indennità di disoccupazione NASPI che si sono affrettate a comunicare per il 2023 un reddito presunto pari a “zero” vedranno il beneficio non sospeso al 31 dicembre 2023, a condizione che entro il 31 gennaio 2024 il percettore si appresti a produrre una nuova comunicazione per redditi diversi da zero.

A chi spetta l’indennità di disoccupazione

L’INPS riconosce la NASPI ai lavoratori con un rapporto di lavoro subordinato, a condizione che si trovino nella situazione di aver perso involontariamente l’occupazione:

  • apprendista;
  • soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato con le medesime cooperative;
  • personale artistico con rapporto di lavoro subordinato;
  • dipendente a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni (ad esempio, docente supplent

Quali sono i requisiti per richiedere la Naspi? Il rilascio dell’indennità di disoccupazione è condizionato da una serie di condizioni, tra cui:

  • cessazione involontaria del rapporto di lavoro subordinato;
  • almeno 13 settimane di contributi contro la disoccupazione nei quattro anni precedenti la cessazione.

Addio Naspi: lavoro e sospensione 2024

Cosa si rischia a non presentare la dichiarazione nei termini?

Come spiegato dall’INPS, la presentazione del reddito annuo presunto deve essere effettuata tramite il modello NASpI-Com. La trasmissione di questo modello con l’indicazione dei redditi permette di evitare la sospensione dell‘erogazione dell’indennità al 31 dicembre 2023.

Si ricorda che si tratta di un adempimento indispensabile per coloro che hanno trovato una nuova occupazione lavorativa, ma non è tale da far perdere il diritto alla NASPI. Tuttavia, spesso non si decade dalla prestazione, ma si riceve un importo ridotto, a condizione che il reddito percepito rientri nei limiti di legge.

Indennità NASPI e lavoro

Cosa succede se prendo la NASPI e lavoro?

Se il titolare dell’indennità di disoccupazione NASPI non comunica all’INPS il reddito previsto, il beneficio viene sospeso o si attiva la decadenza del beneficio.

Se il titolare dell’indennità NASPI viene ricollocato con un contratto di lavoro subordinato della durata superiore a sei mesi e con un reddito annuo superiore a 8.145 euro, decade dal diritto alla disoccupazione NASPI.

Se, invece, il titolare dell’indennità NASPI viene ricollocato con un contratto di lavoro subordinato della durata inferiore a sei mesi e con un reddito annuo inferiore a 8.145 euro, non perde il diritto all’indennità, a condizione che comunichi all’INPS la variazione di reddito.

In quest’ultimo caso, la decadenza dal beneficio non si attiva, ma si ottiene un’indennità ridotta all’80%. Diversamente, il beneficio viene sospeso per l’intera durata del rapporto di lavoro.