Tra le richieste sulle pensioni che pervengono principalmente da chi sta cercando di uscire dal lavoro, vi è quella relativa alla possibilità, per i lavoratori autonomi, di fruire dei canali riservati ai lavoratori alle dipendenze per l’uscita anticipata a 63 anni tra le categorie di addetti a mansioni gravose.

Si tratta dell’Ape sociale che riserva l’uscita ai lavoratori a 63 anni (dal 2024, 63 anni e cinque mesi), con un certo numero di anni di contributi. Nel caso dei lavoratori addetti a mansioni usuranti e gravose, si devono aver accumulato 36 anni di contributi, ridotti a 32 anni per gli addetti in edilizia e per i ceramisti. Tuttavia, alle attività gravose possono essere assimilate quelle degli artigiani, titolari di una ditta individuale, con o senza dipendenti.

Per la particolare attività lavorativa, e per l’elevato numero di anni di contributi versati, molti lavoratori autonomi potrebbero andare in pensione con l’Ape sociale se il loro rapporto di lavoro fosse stato alle dipendenze. Così non avviene ma i contributi previdenziali versati da autonomi possono servire nel caso di attività principale che porta alla pensione alle dipendenze.

Pensioni, può uscire in anticipo a 63 anni un lavoratore autonomo con mansione dei gravosi?

Tra i quesiti più frequenti relativi alle pensioni, vi è quello riguardante i requisiti di uscita anticipata con i criteri di chi svolga un’attività gravosa e usurante. L’ordinamento riserva, a questi lavoratori, la possibilità di andare in pensione anticipata a 63 anni unitamente a 36 anni di contributi versati. La misura di pensionamento è quella dell’Ape sociale, la cui uscita nel 2024 dovrà essere rimandata al compimento di 63 anni e cinque mesi di età.

Tale requisito soggettivo di attività gravose è spiegato dal comma 1 dell’articolo 2, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri numero 88 del 2017 e dalle circolari dell’Inps numero 100 del 2017 e 34 del 2018. In base alle norme e ai chiarimenti dell’Istituto di previdenza, un lavoratore che svolga l’attività in via continuativa considerata gravosa può andare in pensione anticipata con l’Ape sociale purché abbia maturato 36 anni di contributi.

Peraltro, la legge di Bilancio del 2022 (legge numero 234 del 2021) ha ampliato il numero delle categorie di mansioni considerate gravose, aggiungendo 23 nuovi gruppi di lavori che fanno riferimento ai Codici Ateco dell’Istat per la corretta individuazione della mansione stessa.

Pensioni in anticipo a 63 anni con l’Ape sociale: dove trovare l’elenco delle mansioni usuranti?

La risposta al quesito se un lavoratore autonomo che svolga una mansione rientrante in una delle categorie di lavori gravosi disciplinati dall’Istat possa uscire con l’Ape sociale a 63 anni è negativa. Si prenda, ad esempio, un artigiano con ditta individuale che svolga una delle mansioni gravose rientranti nella categoria dei lavori edili per i quali sono richiesti 32 anni di contributi per agganciare l’Ape sociale. Chi svolge questo mestiere come lavoratore autonomo non può presentare richiesta di Anticipo pensionistico sociale come, invece, può fare un lavoratore alle dipendenze.

Il chiarimento trova conferma nella circolare numero 62 del 2022, con la quale l’Inps ha previsto che dal 1° gennaio 2022 si possa inviare domanda di verifica dei requisiti di accesso all’Anticipo pensionistico sociale (alle tre scadenze annuali) purché si svolga un lavoro gravoso. Tale possibilità, tuttavia, è riservata in via esclusiva ai lavoratori alle dipendenze. Le professioni che si possono ricondurre a quelle gravose e usuranti con relativi Codici Ateco dell’Istat sono elencate nell’allegato 3 alla circolare.

Contributi per la pensione maturati da lavoratore autonomo, possono servire

Chiarito che un lavoratore autonomo, dunque, non può mirare all’Ape sociale e alle condizioni di accesso della misura di pensione anticipata, è invece importante specificare che i contributi maturati e versasti dai lavoratori autonomi possono essere utilizzati per totalizzare i 36 (o 32) anni richiesti per i lavoratori gravosi per l’uscita a 63 anni. Tuttavia, l’attività minima richiesta dall’Inps per questo canale di pensionamento deve essere considerato quale lavoratore alle dipendenze.