“L’antisemitismo è un cancro che di deve sconfiggere”. Ne è convinta la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenuta in video alla presentazione di Photoansa 2023, l’edizione di quest’anno del libro fotografico realizzato come di consueto dall’agenzia Ansa.

La premier Meloni interviene alla presentazione di Photoansa: “L’antisemitismo è un cancro che si deve sconfiggere”

Alla presentazione tenuta al museo Maxxi di Roma sono intervenuti il presidente della Federazione italiana tennis e padel, Angelo Binaghi; l’attrice Romana Maggiora Vergano, tra le protagoniste di “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi; e il docente di Relazioni internazionali alla Cattolica di Milano, Vittorio Emanuele Parsi.

L’antisemitismo – ha continuato la premier – è un fenomeno che deve preoccuparci e contro il quale bisogna lavorare a ogni livello. Dopo gli attacchi di Hamas ci siamo preoccupati di rafforzare le misure di protezione alle comunità ebraiche. La questione è culturale, deve riguardare tutti e deve avere da parte di tutti noi il massimo della concentrazione.

Dunque il discorso si è spostato sulla guerra nella Striscia di Gaza, conflitto in cui l’Europa e la Palestina dovranno farsi sentire.

Bisogna darsi dei tempi – ha detto infatti Meloni – L’Unione europea può giocare un ruolo non secondario, e un ruolo importante lo gioca l’Autorità nazionale palestinese, a cui dobbiamo restituire un ruolo. L’altra priorità a cui ci stiamo dedicando è quella degli aiuti militari. È molto importante che si continui a fare questo lavoro con le altre nazioni per una de-escalation. E poi c’è l’interlocuzione con Israele che continua in modo costante. Dobbiamo lavorare con responsabilità. La crisi non diventi il conflitto che Hamas voleva procurare.

Sulla guerra in Ucraina: “Continuiamo il sostegno per garantire equilibrio”

Ma il Vecchio Continente vive una sua guerra e, qui, è quasi più difficile tirare fuori la ricetta.

È giusto continuare a sostenere l’Ucraina, perché, se consentiamo che saltino le regole del diritto internazionale, gli scenari di crisi si moltiplicheranno. Capisco le difficoltà, ma sarebbe un errore fare un passo indietro. Se non si sostiene l’Ucraina e se non c’è equilibrio fra le forze in campo non c’è alcuna ragione di sedersi a un tavolo per trovare una soluzione.

La premier è poi passata al Patto di stabilità, ponendo anzitutto l’accento sugli investimenti.

L’Italia chiede una cosa banale: gli investimenti fatti, anche incentivati dall’Ue su alcune materie strategiche, vengano riconosciuti nelle regole della governance. Non si può chiedere di insistere su certe priorità e, dall’altra parte, stabilire regole di governance che puniscono.

Scontro con l’opposizione sul Mes: “Può essere attivato ma bisogna tenere conto del contesto”

Sul Mes, Meloni ha attaccato la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, che l’ha accusata di “fare il gioco delle tre carte”.

Schlein dice: “Non possiamo tenere ferma tutta Europa“. Forse non sa che il Mes esiste, chi lo vuole attivare lo può tranquillamente attivare. Forse bisogna interrogarsi sul perché, in un momento in cui tutti facciamo i salti mortali per reperire risorse, nessuno vuole attivarlo: questo sarebbe il dibattito da aprire.

Dunque perché non viene attivato?

Un governo serio – ha risposto Meloni – tiene conto del contesto, e in quel contesto fa calare degli strumenti. Perché parliamo di strumenti e non di totem ideologici. E io così ragiono. Quando saprò quale è il contesto nel quale mi muovo, saprò anche che cosa secondo me bisogna fare del Mes.