Il panorama per i militari e le forze dell’ordine si arricchisce di prospettive positive, con un insieme di incrementi e novità in vista per chi è ancora in servizio e per chi è in pensione.

Pensioni militari, le ultimissime

La scena è pronta a cambiare notevolmente per il settore delle forze armate, in cui a breve sboccerà un ciclo contrattuale che potrebbe sgomberare il campo da questioni economiche irrisolte da tempo. Un emendamento al bilancio, recentemente presentato al Senato, porta un incremento di 105 milioni di euro, aggiunti al miliardo e mezzo già destinato all’innalzamento contrattuale all’interno dei 5 miliardi per l’intero comparto pubblico.

Un tratto rilevante di questo emendamento include un ulteriore stanziamento di 32 milioni per il “salario accessorio”, mirato soprattutto a “valorizzare” i servizi di natura operativa, come dichiara l’emendamento. Inoltre, una porzione di questi fondi potrebbe servire a risolvere il problema del mancato pagamento delle ore di straordinario, un tema dibattuto da tempo soprattutto dalle Forze Armate e dalla Guardia di Finanza.

Un’altra fetta del finanziamento (38,3 milioni) sarà destinata a polizze assicurative per la copertura sanitaria e infortunistica complementare. Questo significa che gli appartenenti a questi corpi potranno beneficiare di assicurazioni sanitarie per le proprie esigenze mediche e quelle dei propri familiari.

La parte più significativa, tuttavia, riguarda il regime previdenziale. Gli agenti delle Forze dell’ordine potranno godere di un calcolo più favorevole per la pensione, differenziandosi così da professionisti come medici e insegnanti. Questa scelta è giustificata dal fatto che il personale di sicurezza e difesa si ritira mediamente più giovane, accumulando di conseguenza meno contributi previdenziali. Per bilanciare questa disparità, si è deciso di aumentare il coefficiente di trasformazione del montante contributivo, rendendo così le loro pensioni più consistenti.

Quando entreranno in vigore gli aumenti?

Tuttavia, la disponibilità economica stanziata attualmente sembra non essere sufficiente per sostenere la totale implementazione di queste misure fino al 2033. Attualmente, i fondi sono destinati solo a chi andrà in pensione nel 2024 e nel 2025, lasciando incerta la situazione per il futuro.

Le certezze, però, emergono riguardo agli aumenti salariali una volta che il nuovo contratto sarà stipulato. Le tabelle già elaborate dal Dipartimento della Funzione Pubblica prevedono che a partire dal 2025, poliziotti, carabinieri, guardie carcerarie, finanzieri, militari dell’esercito, della marina e dell’aeronautica, riceveranno in media un aumento di stipendio che oscillerà tra i 169 e i 194 euro lordi al mese. Tale incremento salariale sarà differenziato a seconda della carica ricoperta, giungendo a superare i 400 euro per i quadri direttivi dei vigili del fuoco.