A un mese dall’omicidio di Giulia, Elena Cecchettin è tornata a ricordare la sorella con poche parole e una foto in bianco e nero che la ritrae mentre sorride. “Un mese senza di te, mi manchi”, ha scritto nelle sue storie Instagram, in inglese. L’ultimo messaggio, pubblicato in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, recitava: “Per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto”.

Le parole di Elena Cecchettin a un mese dall’omicidio della sorella Giulia

Questa casa, che fino a poco più di un anno fa era troppo piccola, ora sembra così vuota, così grande e spenta. Così il vuoto che mi porto dentro per la tua assenza. Così il vuoto di quando ti cerco per raccontarti di quello che mi succede, dimenticandomi che non ci sei più. Così grande, incolmabile il vuoto che la tua assenza ha lasciato dentro di me. Così grande la rabbia come il dolore nel realizzare che la tua assenza, la tua morte sono state causate da un invidividuo con un nome e un cognome,

scriveva la ragazza lo scorso 25 novembre, chiedendo a tutti di non rivolgersi all’assassino di sua sorella, Filippo Turetta, con l’appellativo di “mostro”. Parole che ieri sono state usate anche dal padre Gino Cecchettin a “Che tempo che fa” nel rimarcare l’importanza di combattere il patriarcato.

Dall’omicidio della loro Giulia, dal suo femminicidio, è passato un mese. L’11 novembre la ragazza, di 22 anni, era uscita con l’ex fidanzato per andare al centro commerciale e aveva avvisato il papà che non sarebbe rientrata per cena. Attorno alle 20 lei e Turetta erano stati visti mangiare a un McDonald’s di Marghera.

Sarebbe stata lei a pagare il conto. Poi i giovani si sarebbero diretti verso casa. A circa 150 metri dall’abitazione della famiglia Cecchettin un testimone li aveva visti litigare animatamente in auto. Erano le 23.15 circa. Un quarto d’ora dopo il ragazzo di Torreglia avrebbe afferrato un coltello che aveva portato con sé e l’avrebbe colpita ripetutamente nella zona commerciale di Fossò, abbandonandone il corpo nei pressi del lago di Barcis e dandosi alla fuga verso l’estero.

La confessione di Filippo Turetta

Agli inquirenti che lo hanno arrestato in Germania a quasi una settimana dall’inizio della sua folle corsa, il giovane, 22 anni il 18 dicembre, aveva detto di aver ucciso l’ex ragazza e di non aver avuto il coraggio di ammazzarsi a sua volta, come in teoria avrebbe voluto fare.

In Italia, dopo l’estradizione, è già stato interrogato due volte. Davanti al gip Benedetta Vitolo è rimasto in silenzio, rilasciando solo delle dichiarazioni spontanee; davanti al pm Andrea Petroni, titolare dell’inchiesta, avrebbe invece ripercorso attimo dopo attimo quanto accaduto ormai un mese fa, sostenendo di non sapere cosa gli sia scattato nella testa.

È probabile che la difesa punti a sottoporlo a una perizia psichiatrica per capire se al momento dei fatti fosse capace di intendere e di volere. Ciò che sappiamo finora è che per ben cinque volte, prima dell’omicidio, avrebbe visto uno psicologo della Usl di Padova, parlandogli dei suoi problemi con lo studio e con Giulia, che ad agosto lo aveva lasciato per via dei suoi comportamenti “ossessivi”.

Sembra che la ricattasse emotivamente, costringendola a vederlo e a sentirlo con la minaccia che altrimenti non avrebbe più mangiato e si sarebbe tolto la vita. Lei ne aveva parlato con le amiche. In un audio – reso noto nelle scorse settimane -, con la voce rotta dal pianto chiedeva loro consiglio su come potersi liberare di lui. Non poteva sapere che sarebbe arrivato a farle del male, ad ucciderla.

Gli attacchi social ai familiari della vittima

C’è chi sui social ha puntato il dito contro gli stessi familiari della vittima, non tenendo conto del lacerante dolore che la perdita di Giulia ha provocato loro. Tanti gli attacchi diretti sia ad Elena Cecchettin che al fratello minore Davide e al padre Gino, che hanno spinto gli avvocati che li assistono in questa delicata fase, Stefano Tigani e Nicodemo Gentile dell’Associazione Penelope, a prendere provvedimenti, denunciando all’autorità giudiziaria gli autori dei post offensivi circolati online e l’ex consigliere veneto Valdegamberi.