Cinquantasei anni, lombardo: chi è Alessandro Grasso, l’imprenditore condannato in Francia per aver stuprato e torturato l’ex compagna 67enne. Secondo il Corriere della Sera, per anni ha lavorato nel settore immobiliare, soprattutto a Cinisello Balsamo, in provincia di Milano. Nel 2019 la sorella, non riuscendo più a mettersi in contatto con lui, ne aveva denunciato la scomparsa e aveva scoperto che si trovava in carcere oltralpe.
Chi è Alessandro Grasso, l’imprenditore lombardo condannato in Francia
L’8 dicembre scorso i giudici francesi hanno condannato Alessandro Grasso, imprenditore lombardo 56enne, a 20 anni di carcere. Era accusato di aver stuprato e torturato una donna di 67 anni con la quale aveva una relazione in un appartamento di Mentone. Lui però si è sempre professato innocente.
Nel 2019 si era parlato di lui dopo la denuncia di scomparsa presentata dalla sorella che, non riuscendo più a contattarlo, aveva temuto il peggio, ipotizzando addirittura che potesse essere stato ucciso. Era il 9 di novembre.
Ai carabinieri di Ventimiglia, la cittadina dove il fratello aveva l’ultimo domicilio, la donna aveva raccontato di essere stata contattata da una donna di origini francesi che sosteneva di aver preso parte a un festino a cui lo stesso Alessandro aveva partecipato, finito con il ricovero in gravi condizioni di un’altra donna, abusata sessualmente.
L’ipotesi della sorella era che Grasso fosse partito alla volta della Francia per capire meglio l’accaduto, facendo visita alla donna in ospedale. Si era poi scoperto che, dopo un tentativo di linciaggio, era stato arrestato perché ritenuto responsabile delle lesioni riportate dalla vittima.
La ricostruzione dell’accaduto
Stando a quanto scrive il Corriere della Sera, inizialmente gli inquirenti avevano seguito diverse piste: da quella di un gioco erotico finito male a quella di una sorta di “trappola” costruita ai danni dell’imprenditore, forse per ricattarlo.
Alla fine però si era accertato che era l’unico responsabile. Per questo i giudici lo hanno condannato. Secondo loro, in pratica, l’uomo avrebbe approfittato dello stato di semi-incoscienza della donna, che aveva fatto uso di alcolici, violentandola e torturandola per ore, con la speranza che avrebbe dimenticato tutto.
Lei stessa, nel corso del processo apertosi a suo carico, avrebbe invece elencato le sevizie subite dall’uomo e i delicati interventi chirurgici a cui, dopo quel giorno, sarebbe stata costretta a sottoporsi. Da qui la pesante condanna, che potrebbe essere riqualificata solo nel caso in cui la difesa dell’uomo riuscisse ad acquisire nuovi elementi per scagionarlo.
Le similitudini con il caso di Alberto Genovese
Il caso di Alessandro Grasso ricorda quello di Alberto Genovese, l’imprenditore condannato in via definitiva a 6 anni, 11 mesi e 10 giorni di carcere per due casi di violenza sessuale con uso di droghe. Di recente i suoi avvocati avevano presentato un’istanza in cui chiedevano al Tribunale di Sorveglianza di Milano di scarcerarlo e affidarlo a una comunità di recupero, affinché si disintossicasse.
Ma i giudici hanno detto “no”, stabilendo – dopo una nuova e attenta valutazione psichiatrica – che il 46enne dovrà scontare il resto della pena nel carcere in cui è attualmente recluso, quello di Bollate, dove si trovano, tra gli altri, Salvatore Parolisi, condannato per l’omicidio della moglie Melania Rea, e Rosa Bazzi, colpevole, insieme al marito Olindo Romano, della strage di Erba.
A carico dell’uomo partirà anche un nuovo processo per violenza sessuale, intralcio alla giustizia e detenzione di materiale pedopornografico. In pratica, stando a quanto ricostruito dall’accusa, avrebbe abusato di altre due ragazze. Nel frattempo ha provato a costruirsi una nuova vita, sposandosi. Da tempo non avrebbe più contatti con l’ex Sarah Borruso, condannata a due anni e cinque mesi per aver partecipato ad alcune delle violenze.