Cos’è il Freezing Effect? Si tratta di un fenomeno congelante che si viene a generare specialmente durante i periodi anticiclonici invernali.
A metà Dicembre infatti il protagonista meteorologico indiscusso sarà l’anticiclone che porterà aria calda in quota e dominerà la scena su gran parte dell’Europa centro occidentale.
In sostanza, ci si troverà di fronte a giorni in cui una vastissima area di alta pressione bloccherà di fatto ogni tipo di perturbazione atlantica o irruzione di aria fredda in discesa dal Polo Nord.
L’anomalia più rilevante riguarderà il campo delle temperature provocando periodi più caldi rispetto a quanto previsto per il periodo dell’anno che tendenzialmente dovrebbe far registrare temperature rigide.
Ci si aspetta dunque temperature elevatissime per la stagione, soprattutto in alta quota e valori molto bassi soprattutto in pianura e specie di notte.
Le mappe meteo infatti mostrano un inverno insolito e sembrano tornare indietro di un paio di mesi rispetto al periodo invernale.
Questo che dovrebbe essere uno dei periodo più freddi dell’anno è invece mite, il clima favorevole farà infatti, da padrone sia in quota che al suolo sulle regioni centro-meridionali con scarti anche di 7-8° in più rispetto alle medie.
Proprio per questo gli esperti parlano di “picchi primaverili” visto che tra oggi e Mercoledì 13 Dicembre si raggiungeranno massime anche fino a 20°C come previsto ad esempio in Sicilia.
Attenzione poi anche ai prossimi giorni, perché saranno di casa valori che potranno arrivare fino a 24-25°C durante il giorno, temperature decisamente anomale per essere a metà Dicembre.
Temperature miti anche nelle regioni centrali del nostro Paese, con massime che tranquillamente toccheranno i 18-19°C.
Cos’è il Freezing Effect: possibili inversioni termiche
Proprio a causa di questa anomalia climatica, specie in Valpadana e lungo i fondovalli alpini, si potranno riscontrare delle forti inversioni termiche notturne con temperature che potrebbero arrivare anche sottozero con conseguente formazione di ghiaccio.
L’aria più fredda, umida e pesante, favorirà senza dubbio la possibile formazione di brinate e gelate sulle aree di pianura del Piemonte, della Lombardia, dell’Emilia Romagna e delle zone del Trentino e del Veneto.
Soprattutto, spiegano gli esperti, saranno le zone in campo aperto ad essere maggiormente investite da questo particolare fenomeno invernale, ovviamente ciò accadrà ove le temperature lo consentiranno e molto probabilmente in zone lontane dai centri abitati.
Per il Nord Italia, la situazione prevista sarà invece diversa. Essendo il Nord più vicino al flusso perturbato, le città presenti in queste zone saranno attraversate da corpi nuvolosi a tratti più consistenti, in grado di portare precipitazioni sulle Alpi e neve solo a quote elevate.
Come accade spesso durante l’Inverno, l’anticiclone porta con sè anche la formazione di nebbie o nubi basse con temperature che durante le ore centrali della giornata limiteranno l’aumento termico sulle regioni interessate con massime non superiori ai 9-10°C.
Banchi nebbiosi e cieli cupi si presenteranno specialmente sulle pianure di Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Da non sottovalutare poi il problema legato alla mancanza di ventilazione che per giorni e giorni favorirà il ristagno delle sostanze inquinanti.
Queste infatti, soprattutto a causa dell’alta pressione, sono destinate a rimanere “intrappolate” nei bassi strati dell’atmosfera, aumentando di fatto i parametri ambientali spesso già pessimi e provocando gravi ripercussioni per la nostra salute.
In questi casi occorre infatti fare attenzione a possibili malattie respiratorie che possono insorgere e per questo è importante monitorare costantemente la qualità dell’aria della località in cui si vive così da prendere le precauzioni necessarie.
Quando tornerà il freddo?
La fase anomala che interesserà il nostro Paese dovrebbe iniziare a rientrare già a partire da metà settimana.
Nei prossimi giorni infatti le principali mappe meteo prevedono una discesa d’aria gelida dal Nord Europa che riporterebbe le temperature entro le medie stagionali cacciando di forza l’anticiclone africano.
Per avere più chiari i fenomeni e le zone colpite si dovranno però attendere ulteriori aggiornamenti.