Baby Doge Coin è nato un fork verificatosi nella variegata comunità che ormai da tempo si muove dietro Dogecoin. Una vera e propria faida interna abbastanza sorprendente, alla luce della coesione che ha sempre distinto i sostenitori del capostipite dei meme coin.

Lo scisma è stato causato dalle lacune ben note di DOGE, in termini di scalabilità e costo di transazione. La cosa abbastanza sorprendente è stata però da molti ravvisata nell’appoggio fornito alla nuova creazione da Elon Musk, Il fondatore di Tesla non ha esitato a pubblicare uno dei suoi ormai celebri tweet a sostegno di Baby Doge Coin, favorendone la repentina crescita.

Baby Doge Coin: di cosa si tratta

Baby Doge Coin può essere considerato un clone di Dogecoin. Se il modello è DOGE, di cui del resto il progetto si dichiara figlio, il suo funzionamento è però molto più simile a quello di Shiba Inu. È infatti prevista una fornitura limitata di token e un meccanismo di staking teso a premiare chi contribuisce a mettere in sicurezza la rete.

Lo scopo che si prefigge Baby Doge Coin è indicato a chiare note sul suo sito: “Impressionare suo padre dimostrando la sua nuova maggiore velocità di transazione e adorabilità”. Alla scalabilità aggiunge poi una tokenomics dal chiaro sapore deflazionistico, con l’offerta totale di 420 miliardi di esemplari.

Chi effettua transazioni che ne prevedono l’impiego versa una commissione del 10%, con la metà redistribuita ai possessori di Baby Doge Coin e l’altra destinata alla vendita tramite smart contract in BNB e aggiunto automaticamente come coppia di liquidità su Pancake Swap. Se la metà in BNB è utilizzata al fine di alimentare il progetto quella in Baby Doge viene a sua volta sottoposta a processo di burn, ovvero introdotta in un wallet senza chiavi private, in cui nessuno può accedere. Ciò significa che viene ritirato dalla circolazione, con conseguenze positive sulla quotazione del token.

Per quanto concerne la sicurezza, il progetto si appoggia alla Binance Smart Chain. Ne deriva l’adozione del meccanismo di consenso Proof of Staked Authority basato su 21 validatori scelti in base alla loro reputazione.

Baby Doge Coin ha un futuro?

In molti, naturalmente, si sono chiesti il senso di un’operazione come quella che ha portato alla nascita di BabyDoge. Una domanda che, del resto, coinvolge tutti i meme coin, ovvero i progetti nati con intenti chiaramente ironici nei confronti del settore crypto.

La risposta sembra abbastanza scontata: il desiderio di ripercorrere le orme di Dogecoin e approfittare della simpatia di una larga fascia di trader. Nel caso di Baby Doge Coin sono in effetti più di 100mila coloro che hanno deciso di detenere il token. Spinti a farlo dal meccanismo di ricompense che gli sviluppatori hanno messo in campo per alimentarne il prezzo.

Dopo poche settimane dal vero e proprio boom in termini di prezzo causato dal già ricordato tweet di Elon Musk, però, il token ha mostrato in maniera abbastanza evidente che l’hype non basta. Se è vero che è previsto lo staking e una fornitura massima, di sostanza sembra essercene poca, almeno al momento.

Il piano di sviluppo di BabyDoge prevede sei tappe, con l’ultima da considerare al minimo mirabolante, tanto da indicare in una capitalizzazione pari a 100 miliardi di dollari il suo obiettivo. Non si riesce però a capire su cosa sia fondato tale piano, oltre alle iniziative tese con tutta evidenza a incrementare la propria popolarità.

Vanno intesi in tal senso i generosi finanziamenti stanziati a favore delle associazioni di difesa della razza canina. A partire dai 100 milioni di dollari versati sotto forma di beneficenza a Best Friends Animal Society, iniziativa assolutamente lodevole, per inciso.

Le prospettive per il 2024

Dopo i furori degli inizi, Baby Doge Coin ha rapidamente ripiegato, perdendo gran parte del terreno conquistato. Al momento si trova al 234° posto nella classifica di settore, una posizione da considerare assolutamente non disprezzabile, considerato un piano di sviluppo molto fumoso.

Non essendoci caratteristiche tecnologiche particolari o intenti di servizio tesi a dare risposte ad esigenze reali, il destino del token è semplicemente affidato alla capacità di restare in auge agli occhi dell’opinione pubblica.

Proprio per questo motivo chi è intenzionato ad acquistarlo dovrebbe comunque fare molta attenzione. E, soprattutto, scegliere un punto d’ingresso ottimale sul mercato. In assenza del quale l’acquisizione potrebbe rivelarsi un boomerang.