Per l’intera giornata di oggi, lunedì 11 dicembre 2023, è in programma un importante sciopero dei call center, da Nord a Sud Italia. I lavoratori e le lavoratrici del settore possono incrociare le braccia e non prestare i consueti servizi. La movimentazione sindacale può avere conseguenti disagi sui clienti e sui consumatori.

Sciopero call center oggi 11 dicembre 2023: le motivazioni

Vediamo insieme tutti i dettagli sullo sciopero dei call center di oggi 11 dicembre 2023, dalle motivazioni fino a che cosa sta succedendo in questi giorni all’interno di tale settore. Come ha dichiarato il segretario nazionale di Uilcom Uil, il signor Pierpaolo Mischi, al momento la situazione “è estremamente delicata”.

Il sindacato in questo caso fa riferimento a ciò che è successo poco fa Taranto presso la società Covisan e, più in generale, al contesto in cui stanno vivendo i lavoratori e le lavoratrici del settore ultimamente. Per quanto riguarda la città pugliese, sappiamo che di recente sono stati messi in cassa integrazione più di 200 addetti ai servizi alla clientela dell’azienda.

La grande paura dei sindacati è che tali servizi alla clientela ora potrebbero essere seguiti da altri impiegati delle aziende che gestiscono in subappalto le attività di call center dei grandi gruppi distributori di energia. Ma non è finita qui.

Gli occhi sono tutti puntati su ciò che succederà ad aprile del 2024 con la fine del mercato tutelato della luce. Quest’ultima potrebbe portare alla licenziamento di circa 2mila lavoratori e lavoratrici tra addetti all’assistenza clienti nei call center e personale amministrativo. Questi sono comunemente chiamati “back office”.

Lo sciopero di oggi, lunedì 11 dicembre 2023, non riguarda dunque solamente i licenziamenti nella città pugliese, ma anche quelle che sono le possibili conseguenze della fine del mercato tutelato della luce. Sappiamo inoltre che il passaggio potrebbe essere anticipato nei primi mesi nel 2024. Per tali motivi dunque i sindacati hanno indetto una movimentazione che può avere conseguenze sulla clientela.

Che cosa sta succedendo?

Mentre si tiene l’agitazione in questa giornata, sigle come Uilcom Uil, Slc Cgil e Fistel Cisl hanno chiesto un tavolo di confronto urgente con il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Una e molto semplice è la richiesta che i sindacati avanzano: tutelare i lavoratori e le lavoratrici del settore.

Essi lamentano il fatto che il decreto Energia sia stato pubblicato ufficialmente in Gazzetta e sia stata eliminata la clausola di salvaguardia. Questa, come spiegano le sigle sindacali, avrebbe dovuto ricollocare il personale tra gli operatori del mercato libero. Essendo però stata stralciata, non sembra esserci più alcuna garanzia.

Lo sciopero di oggi, lunedì 11 dicembre 2023, che potrebbe potenzialmente coinvolgere tutte le aree del nostro Paese, non è l’unico previsto. A tale movimentazione potrebbero seguire ulteriori “iniziative popolari”, come definito dai sindacati stessi.

Lo scopo è quello di far tornare la clausola di salvaguardia con un emendamento parlamentare. La clausola potrebbe essere inserita in fase di conversione del decreto in legge. Al momento non sappiamo se e quando questo avverrà. Le sigle e gli addetti del settore però lo sperano ricercano di far sentire così la loro voce al Governo.

Stop al mercato tutelato

Per ora sappiamo che il mercato tutelato dovrebbe finire il 10 gennaio 2024 per quanto riguarda il gas e il 1° di aprile per quanto riguarda l’energia. Con tale iniziativa, oltre 5 milioni di utenti dovranno passare al mercato libero. Ciò non vale per tutti.

Altri 4,5 milioni di italiani, considerati “fragili” rimarranno nel mercato tutelato. Si tratta di coloro che all’interno del proprio nucleo familiare hanno soggetti vulnerabili, indigenti o over 75. Essi rimarranno, al momento, con le tariffe fissate dall’Arera.