Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, ha deciso di sporgere querela nei confronti di Stefano Valdegamberi, consigliere della Regione Veneto. L’ex consigliere della lista legata al governatore Luca Zaia, all’indomani della morte della ragazza, aveva accusato Elena Cecchettin di satanismo e di fare la recita.
Elena Cecchettin querela Valdegamberi, il giorno del funerale della sorella Giulia parlò di “telenovela nazionale”
Un atto dovuto, contro la barbarie e l’ignoranza.
Solo così può essere letta la decisione della famiglia Cecchettin di denunciare le minacce e gli insulti ricevuti sul web da persone ignobili. Attacchi personali o alla memoria della giovane vittima, Giulia, uccisa lo scorso 11 novembre dal suo ex Filippo Turetta.
Il vaso era colmo da tempo ma il dolore e i funerali hanno probabilmente rimandato la reazione dei familiari. Ora, però, basta. E il primo a essere colpito è Stefano Valdegamberi, consigliere della Regione Veneto, raggiunto da una querela sporta dalla sorella di Giulia, Elena.
Il motivo sono le frasi sprezzanti che Valdegamberi aveva rivolto in un post su Facebook nei confronti della ragazza commentando la sua intervista alla trasmissione ‘Dritto e rovescio’, nella quale Elena Cecchettin denunciò la cultura patriarcale della nostra società, prima responsabile, con Turetta, della morte di sua sorella.
Valdegamberi parlò di “recita” e di “messaggio ideologico, costruito ad hoc“, lanciando sospetti di “satanismo” per una felpa indossata dalla giovane. Non pago, raggiunto da TAG24, ribadì il suo pensiero, sottolineando di non pensare minimamente alle dimissioni dal suo incarico istituzionale, e descrisse la vicenda come “una telenovela nazionale“.
Legale della famiglia Cecchettin: “Spaventoso vedere simili azioni”
Per quelle frasi, Elena Cecchettin aveva ricevuto la solidarietà di Ilaria Cucchi, altra sorella in lotta per la giustizia.
Ora Valdegamberi dovrà risponderne davanti a un giudice, al pari di tutte quelle persone disumane al punto da non avere rispetto di una simile tragedia. Contro di loro è rivolta la seconda querela per diffamazione alla Polizia postale, annunciata da Stefano Tigani, legale della famiglia Cecchettin.
“Ogni attività diffamatoria e denigratoria posta in essere nei confronti di Cecchettin e nei confronti della propria famiglia troverà pronta reazione a termini di legge. È spaventoso dover vedere simili azioni in una tragedia di queste dimensioni e nel dolore che questa famiglia sta vivendo ed è pertanto doveroso, per il signor Cecchettin, assumere ogni iniziativa conseguente”.
Atti dovuti, si diceva. Perché se la legge non interviene di fronte alla crudeltà più efferata, allora tanto vale non averla.