Il problema della scalabilità in ambito blockchain è molto avvertito. Un problema che assilla in particolare quelle di prima generazione, a partire da Bitcoin, i cui livelli prestazionali non sono in grado di promuovere la sospirata adozione di massa delle criptovalute.
Aleph Zero si propone di dare risposte effettive in tal senso, senza tralasciare la di sicurezza. Come ricordato sul suo sito, le tecnologie di registro distribuito sono considerate più sicure delle reti convenzionali per effetto della loro decentralizzazione, ma le prove pratiche affermano il contrario. Se BTC riesce a sottrarsi agli attacchi, lo stesso non si può dire delle reti più piccole.
Infine la privacy, che è oggetto ogni giorno di attacchi, tanto da essere ormai all’ordine del giorno nelle sedi istituzionali. La parola d’ordine è in questo caso molto semplice: occorre rimetterne il controllo in mano agli utenti.
Aleph Zero si propone di dare risposte concrete ad ognuno di questi problemi. Andiamo a vedere come e le sue prospettive per il futuro.
Aleph Zero: di cosa si tratta
Aleph Zero è una blockchain layer 1 progettata per dare risposte efficienti in tema di scalabilità, sicurezza e riservatezza. Per riuscirci mette in campo una serie di soluzioni tecnologiche estremamente innovative, che hanno destato notevole curiosità negli addetti ai lavori.
Il progetto è stato avviato nel 2018, ad opera di Matthew Niemerg, Antoni Zolciak, Adam Gagol e Michal Swietek, cui si è aggiunto in seguito Pasquale Schmid. Dopo aver raccolto finanziamenti per oltre 15 milioni di dollari è stata quindi lanciata la mainnet, nel 2021.
Tra coloro che hanno deciso di sostenere il progetto c’è un nome di assoluto rilievo, Deutsche Telekom, che proprio nel mese di novembre è entrata a far parte della rete dei validatori. Un appoggio importante e tale da far capire le potenzialità di Aleph Zero.
Come funziona Aleph Zero
Come abbiamo già ricordato, Aleph Zero si propone di conseguire prestazioni in tema di scalabilità molto elevate, mixandole a sicurezza e privacy. Per renderlo possibile è stato varato un protocollo di consenso unico, AlephBFT, che si combina con prove a conoscenza zero (ZK-SNARK) e Secure Multi-Party Computation (sMPC). Una tecnologia che consente agli utenti di dimostrare i calcoli senza rivelare dati riservati, garantendo al contempo che i dati archiviati off-chain rimangano segreti anche nel corso delle operazioni di calcolo.
Gli ZK-SNARK sono di solito impiegati per il calcolo privato su insiemi di dati di proprietà dell’utente, mentre MPC contribuisce al miglioramento di tale modello di calcolo aggiungendo il concetto di “segreti globali”. Per tali si intendono quei dati personali sottoposto al controllo di smart contract i quali permettono l’interazione privata multiutente. Il mix in questione garantisce un modello di privacy che rende possibile l’implementazione di sistemi multiutente come protocolli di finanza decentralizzata, (DeFi), aste o voti privati.
Per effetto del sistema creato, Aleph Zero può tollerare fino al 33% di membri del comitato dannosi senza che venga influenzato il processo di convalida. Le transazioni sono oggetto di conferma non appena sia raggiunto il consenso del 67% dei membri.
Un elemento cruciale della rete Aleph Zero è la sua asincronicità, la quale non si basa su alcuna ipotesi temporale ed è in grado di garantire che le transazioni vengano confermate anche nel corso dei periodi di totale asincronia della rete.
Per quanto riguarda la decentralizzazione, a garantirla è il fatto che non esistono singoli nodi in grado di stabilire la propria supremazia sugli altri. In conseguenza di ciò il sistema è in grado di resistere al meglio ad eventuali attacchi e di garantire un rapido ripristino del protocollo nel caso qualcuno di essi riuscisse a superare gli sbarramenti.
Prospettive per il futuro
Come abbiamo appena visto, Aleph Zero si propone come un protocollo estremamente innovativo. A renderlo tale la presenza di meccanismi tecnologici molto evoluti, che stanno sempre più prendendo piede in ambito crypto.
Proprio l’arrivo di Deutsche Telekom tra i validatori sembra una efficace testimonianza della reputazione che l’azienda si sta conquistando. Un arrivo che potrebbe essere il preludio ad altre collaborazioni altrettanto rilevanti.
Al momento Aleph Zero si trova in una sorta di limbo. Il 225° posto detenuto nella classifica di settore è però il risultato della gelata che si è abbattuta sul mercato nell’ultimi biennio. Nel corso dell’immediato futuro la schiarita prevista potrebbe far affluire nuove risorse da indirizzare sulle soluzioni più interessanti. Aleph Zero è sicuramente tra di esse.