In Iran un diplomatico svedese dell’Unione Europea, Johan Floderus, detenuto in carcere a Teheran da oltre seicento giorni, rischia la pena di morte. L’accusa è quella di aver sostenuto Israele contro lo stato iraniano.
Iran, diplomatico svedese prigioniero a Teheran da più di 600 giorni
In Iran il diplomatico svedese dell’Unione Europea Johan Floderus si trova all’interno del carcere di Evin a Teheran – dove è reclusa anche l’attivista Narges Mohammadi, vincitrice del Premio Nobel per la Pace – da oltre 600 giorni. L’accusa mossa nei confronti dell’uomo da parte delle autorità locali sarebbe quella di aver cospirato insieme ad Israele – l’acerrimo nemico per eccellenza della Repubblica islamica – contro l’Iran.
L’istanza di accusa arriva direttamente dalla magistratura iraniana che oggi, domenica 10 dicembre 2023, ha ufficialmente avviato il processo contro il diplomatico europeo. Proprio l’agenzia di stampa Mizan Online della magistratura in una nota ha chiarito i capi d’imputazione dichiarando che:
“Johan Floderus è accusato di misure estensive contro la sicurezza del Paese, di un’ampia cooperazione di intelligence con il regime sionista e di corruzione sulla terra”.
Floderus ha 33 anni e lavora per il servizio diplomatico dell’Unione europea. È stato arrestato il 17 aprile 2022 all’aeroporto di Teheran mentre tornava da un viaggio all’estero ed è detenuto nella prigione di Evin, nella capitale iraniana.
Domenica scorsa, il capo della politica estera dell’Unione europea Josep Borrell aveva prorogato la causa del cittadino svedese, richiedendone l’immediato rilascio sostenendo che non ci fossero sufficienti motivazioni per continuare a detenerlo in prigione. Una domanda che non ha ottenuto un esito positivo.
Johan Floderus, il diplomatico dell’Ue rischia la pena di morte
Johan Floderus è il diplomatico dell’Unione Europea con cittadinanza svedese che – senza un’accusa formulata ufficialmente – da oltre seicento giorni si trova nella prigione di Evin a Teheran. I capi d’imputazione da parte della magistratura locale arrivano solo oggi 10 dicembre 2023 – alla vigilia del Global Refugee Forum 2023 a Ginevra, dove in molti contestano la presenza di Raisi, il presidente dell’Iran – e insistono sul fatto che:
“L’imputato è stato attivo contro la Repubblica islamica dell’Iran nel campo della raccolta di informazioni a beneficio del regime sionista sotto forma di progetti sovversivi”.
Tra i capi d’accusa formulati dai magistrati – secondo quanto riportano l’agenzia iraniana Isna e la Reuters – vi sarebbe anche quella di “corruzione sulla terra”, uno dei reati più gravi per la Repubblica islamica e che prevede l’esecuzione capitale. Il giovane diplomatico europeo rischia la pena di morte.
Il processo a carico di Floderus è iniziato oggi a Teheran.
Ma in che cosa consiste l’accusa di “corruzione sulla terra”? Si tratta di una fattispecie di reato prevista dall’articolo 286 della Costituzione iraniana che punisce “ogni grave turbativa dell’ordine pubblico, che cagioni insicurezza o grave danno alle persone o ai beni pubblici e privati, ovvero la diffusione su vasta scala della corruzione o della prostituzione“.