La nuova legge di Bilancio aggrava i requisiti richieste per le pensioni, tanto è vero che, nel 2024, sarà più difficile uscire in anticipo con l’Ape sociale e l’opzione donna. Le due misure, tra i pochi canali di uscita anticipata alternativa ai meccanismi di anzianità e di vecchiaia fissati dalla riforma Fornero, nelle scorse settimane sono state oggetto di revisione dei requisiti, in primis con l’innalzamento dei criteri anagrafici.
Infatti, l’Ape sociale aumenterà nel 2024 il requisito anagrafico prevedendo la pensione anticipata a un’età minima di 63 anni e cinque mesi, rispetto ai 63 anni previsti fino al 31 dicembre 2023. L’opzione donna, invece, aumenta ulteriormente l’età di uscita prevedendo i 61 anni di età per le lavoratrici con 35 anni di contributi versati. Pochi anni fa si usciva già dai 57 anni (le lavoratrici alle dipendenze) e a 58 anni per le autonome.
Considerando anche il peggioramento delle condizioni di prepensionamento della quota 103, confermata per il 2024 agli stessi requisiti anagrafici e contributivi ma con il ricalcolo interamente contributivo dei versamenti, la pensione in anticipo sarà agganciata nel prossimo anno da pochi lavoratori.
Pensioni, più difficile uscire in anticipo nel 2024 con Ape sociale e opzione donna: ecco quante uscite sono previste
Sarà più difficile rientrare tra chi avrà diritto ad andare in pensione nel 2024 con le formule dell’Ape sociale e dell’opzione donna. Entrambe le misure, infatti, hanno incrementato i requisiti anagrafici, richiedendo, rispettivamente, 63 anni e cinque mesi e 61 anni.
Per effetto dell’aggravamento dei criteri di pensionamento, la relazione tecnica che accompagna il disegno di legge di Bilancio 2024 prevede, nel 2024, 14.700 contribuenti in uscita con le due misure, 12.500 con l’Anticipo pensionistico sociale e solo 2.200 con l’opzione donna.
Come si va in pensione con Ape sociale nel 2024?
Escludendo l’aumento dell’età, per l’Ape sociale non sono richiesti requisiti particolari rispetto a quelli degli anni scorsi. Infatti, potranno andare in pensione con questa misura i contribuenti che, al 31 dicembre 2024, avranno raggiunto i 63 anni e cinque mesi di contributi e siano disoccupati, disabili per almeno il 74 per cento o caregiver. A queste condizioni, la contribuzione richiesta è pari a 30 anni. Per i lavoratori appartenenti alle categorie di gravosi, gli anni di contribuzione richiesti sono pari a 36.
La misura consente di ottenere un’indennità mensile pari a 1.500 euro, esclusa la tredicesima mensilità. Rispetto al 2023, nel nuovo anno sarà inserita l’incumulabilità dell’indennità dell’Ape sociale con il lavoro alle dipendenze o autonomo. È consentito lo svolgimento di un’attività occasionale nel limite di reddito di 5.000 euro all’anno lordi.
Pensioni anticipo 2024, i requisiti richiesti per opzione donna
Cambiano maggiormente i requisiti richiesti per l’opzione donna che, pertanto, prevedono appena un paio di migliaia di uscite nel nuovo anno. Si potrà uscire a 61 anni (rispetto ai 60 anni di quest’anno). L’età dovrà essere maturata entro il 31 dicembre 2023, al pari dei 35 anni di contributi. La legge di Bilancio 2024 confermerà lo sconto sui contributi in presenza di uno o più figli. Le donne con un figlio usciranno un anno prima (a 60 anni e non a 61), mentre quelle con almeno due figli andranno in pensione con opzione donna a 59 anni.
Tuttavia, sono confermati gli altri requisiti di disagio (in comune con l’Ape sociale) che tanto hanno ridotto la platea delle donne pensionabili con questa misura. Infatti, le donne dovranno essere disoccupate, caregiver o invalide al 74 per cento. Rimane confermata anche la quantificazione della pensione che prevede il ricalcolo con il metodo contributivo, anche se le lavoratrici in uscita provengono dal sistema misto o retributivo. La decurtazione dell’assegno mensile, secondo alcune stime, potrebbe assestarsi nel prossimo anno tra il 18 e il 20 per cento.