Durante la recita domenicale dell’Angelus, Papa Francesco tocca i temi caldi dell’attualità, invitando i fedeli alla sobrietà nella vita quotidiana e a pregare per tutte le guerre in atto, citando anche il conflitto “dimenticato” nel Caucaso: “Prego per un trattato di pace tra armeni e azeri”.

Papa Francesco invita alla sobrietà nell’uso della parola e dei social: “Chi non sa tacere è difficile che abbia qualcosa di buono da dire”

Nonostante i problemi di salute, il pontefice si è affacciato alla finestra di Piazza San Pietro per la consueta recita dell’Angelus. Oggi, 10 dicembre, nella seconda domenica d’Avvento, il pontefice ha ricordato San Giovanni Battista come “La voce di uno che grida nel deserto, luogo del silenzio e dell’essenziale, dove occorrere concentrarsi su quanto è indispensabile per vivere”. Sulla base di questa riflessione, papa Francesco ha invitato i fedeli alla sobrietà nell’uso delle cose, dei media e dei social: “La voce è lo strumento che manifesta ciò che pensiamo e portiamo nel cuore. Chi non sa tacere è difficile che abbia qualcosa di buono da dire. Più si è attenti al silenzio, più forte sarà la parola

Come di consueto, papa Francesco ha affrontato anche diversi temi legati all’attualità, ricordando la ricorrenza di oggi, in cui si celebra il 75° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Inoltre, si è rallegrato per la liberazione di un numero significativo di prigionieri armeni e azeri. “Prego per la pace nel Caucaso meridionale e invito a fare quanto prima il trattato di pace” ha detto il pontefice, ricordando anche tutti i conflitti in corso, la fine dei lavori sulle tematiche climatiche della Cop28 e le vittime dell’incendio avvenuto due giorni fa all’ospedale di Tivoli.

45 anni fa veniva firmata la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, molti passi sono stati fatti, ma ancora se ne devono fare e a volte purtroppo si torna indietro. L’impegno per i diritti umani non è mai finito, a questo proposito sono vicino a tutti coloro che senza proclami nella vita concreta di tutti i giorni, lottano e pagano di persona per difendere i diritti di chi non conta.

Continuiamo a pregare per le popolazioni che soffrono a causa della guerra. Certi conflitti hanno radici storiche profonde ma abbiamo la testimonianza di chi ha lavorato con pazienza per la convivenza pacifica. Si segua il loro esempio per rimuovere le cause del conflitto. Si proteggano gli ospedali, i luoghi di culto, siano liberati gli ostaggi e garantiti gli aiuti umanitari. E non dimentichiamo la martoriata Ucraina, la Palestina e Israele.