Vittorio Sgarbi ha tenuto una lezione a Più libri più liberi intitolata ‘Michelangelo. Rumore e paura’, nella quale ha parlato dell’omicidio di Giulia Cecchettin. Riferendosi al suo carnefice, Filippo Turetta, il sottosegretario ha attaccato il progetto ‘Educare alle relazioni’ del ministro Valditara, ritenendo che non sia la strada giusta per arginare una simile violenza.

Sgarbi su Giulia Cecchettin a Più libri più liberi: “L’arte ci aiuta a stare bene e a essere Bene”

Doveva essere una lezione dedicata a Michelangelo ma, per qualche minuto, si è trasformata in un’analisi del ruolo che arte e cultura hanno – o dovrebbero avere – per il benessere della società.

Vittorio Sgarbi a ‘Più libri più liberi’, la fiera della piccola e media editoria di Roma, ha preso spunto per la sua riflessione dalla tragica vicenda di Giulia Cecchettin, brutalmente assassinata dal suo ex ragazzo, Filippo Turetta, la sera dell’11 novembre scorso.

Chiedendosi cosa possa arginare una simile violenza, Sgarbi ha spiegato come solo l’arte e la cultura possano riuscire in una simile impresa.

“Insegnare educazione sentimentale non vuol dire nulla. La Certosa di Parma, far leggere I promessi sposi, Hölderlin, sentire Mozart e la sua Così fan tutte, questo ti educa a non uccidere. Il Bene deve essere dentro di noi e l’arte serve a questo, a farci stare bene e a essere Bene“.

L’analisi di Sgarbi può apparire semplicistica e riduttiva, ma non lo è. Basti pensare a quanta cultura era presente – dalla poesia di Khalil Gibran, Il vero amore, alla citazione di una famosa canzone di Fabrizio De André – nel meraviglioso discorso del padre della Cecchettin, durante il funerale della figlia.

Per dirla in altri termini: chi ascolta, guarda, legge cultura, più difficilmente penserà ad atti di simile barbarie. Difficile dar torto a Sgarbi su questo punto.

“Se un professore mi insegna con passione che l’arte è la vita, non posso compiere un atto violento. Perché ho sentito Così fan tutte di Mozart e, se lo ascolti, capisci che una donna ti può tradire. Ferrando e Guglielmo prendono atto che Dorabella e Fiordiligi li hanno traditi e festeggiano lo stesso. Un uomo che sente Chopin non può uccidere, è felice di quello che ha dentro”.

Turetta e l’attacco di Sgarbi a Valditara: “Non serve a niente che la scuola gli dica di essere gentile”

Il ragionamento del sottosegretario diventa più discutibile quando parla di Filippo Turetta.

“Questa violenza inaudita di questo uomo perdutamente innamorato che uccidendo si è suicidato. Si è separato dalla cosa che dava senso alla sua vita, una forma di follia”.

La retorica del ‘troppo amore’ che uccide se stesso è pericolosa. Sottintende, infatti, un sentimento di compatimento verso l’omicida, che finisce quasi col metterlo sullo stesso piano della sua vittima, e questo è francamente inaccettabile.

Di fronte alla violenza del ragazzo, a nulla servono i corsi per ‘Educare alle relazioni’, progetto fortemente voluto dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, attaccato frontalmente da Sgarbi.

“Che la scuola abbia detto a Turetta di essere gentile, di accarezzarla, di non pugnalarla, a cosa serve? Non serve a niente. Questo volevo dire al ministro Valditara, ma non sono sicuro che lui capisca fino in fondo. Perché si tratta di far sentire la potenza di vitalità della poesia e della bellezza. Leopardi l’aveva capito: ‘Scopo della contemporanea poesia è accrescere la vitalità'”.

La verità, forse, sta nel mezzo.

Che l’Italia abbia un ritardo enorme, rispetto ad altre realtà internazionali, su questioni quali affettività e sessualità, è fuor di dubbio. Ma lo stesso vale per l’impegno nella creazione di una passione reale per arte e cultura. Due cose che, probabilmente, dovrebbero procedere fianco a fianco perché, come puntualizza la riflessione di Sgarbi, senza difesa appassionata della cultura, non può esserci civiltà.