Il blitz di Extinction Rebellion, in cui sono state colorate di verde le acque del Canal Grande a Venezia ieri 9 dicembre 2023, è costato caro ad alcuni attivisti: ventotto persone sono state infatti portate in Questura.

Trattenute per circa sei ore, sono state denunciate: per cinque di loro è scattato un foglio di via obbligatorio e per altre tre il DASPO urbano di 48 ore. A riferirlo è lo stesso movimento.

Protesta di Extinction Rebellion a Venezia, per alcuni attivisti foglio di via e Daspo urbano di 48 ore

La protesta di Extinction Rebellion è andato in scena nella giornata di sabato 9 dicembre: i fiumi di diverse città italiane sono infatti diventati verdi. Nel blitz sono state coinvolte, oltre a Venezia, anche le città di Bologna, Roma, Torino e Firenze: una denuncia del fallimento della Cop28. Ossia la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si sta svolgendo a Dubai.

Come comunicato dalla stessa organizzazione ambientalista, 28 persone sono state tutte denunciate per manifestazione non preavvisata (art. 18 TULPS), interruzione di pubblico servizio, sversamento di sostanze pericolose in concorso.

Per cinque attivisti, in particolare, è stato rilasciato un foglio di via obbligatorio di 4 anni: tra loro anche le 3 che si sono calate dal Ponte di Rialto. Ad altre 3 persone è stato notificato un DASPO urbano di 48 ore. I materiali e alcune macchine fotografiche sono stati sequestrati.

Il movimento Extinction Rebellion: “Denunce pretestuose”

Secondo gli attivisti, queste denunce sarebbero completamente pretestuose, senza alcun legame con quanto effettivamente commesso.

Denunce notificate indiscriminatamente a tutte le persone identificate. Tra le persone portate in questura vi era infatti anche un turista, che si trovava a Venezia per due giorni, e quattro persone dell’ufficio stampa, compresi i fotografi e videomaker. Ad eccezione del turista (graziato nonostante le 6 ore di fermo in questura), tutte le altre persone sono state denunciate per tutti e quattro i capi d’accusa. Anche chi dava volantini o, appunto, faceva foto e video

si legge sulla nota del movimento.

Il fatto più grave, sottolineano, è che tra le cinque persone espulse dalla città per 4 anni ci siano studentesse alla Ca’ Foscari di Venezia.

“Applicazione illegittima di un provvedimento pensato per reati di mafia e che, secondo la legge stessa, non può essere notificata a chi ha un legame con la città”

affermano.

L’azione in città

Ieri 9 dicembre gli attivisti del movimento avevano pubblicato le foto del blitz sui social, sottolineando che la loro “disobbedienza civile nonviolenta” e le proteste sono azioni fondamentali per portare il cambiamento climatico e l’inazione dei governi nel dibattito pubblico. Spingendo anche il governo italiano e la Regione a reagire.

La protesta è stata però condannata dal presidente del Veneto Luca Zaia, che ha contestato i metodi utilizzati dagli ambientalisti.