Le opposizioni alzano la voce contro il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, con reazioni durissime alla decisione di revocare l’incarico di garante del progetto ‘Educare alle relazioni’ ad Anna Paola Concia. Un segnale pessimo che, per alcuni, indica l’inadeguatezza dell’esecutivo sul tema della violenza contro le donne.

Concia, su Valditara le reazioni furiose delle opposizioni, Serracchiani (Pd): “Trionfa il pregiudizio ideologico”

“Chi è causa del suo mal…”, recita un vecchio adagio che appare particolarmente calzante alla giornata del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

La sua decisione di rimuovere Anna Paola Concia dall’incarico di garante del progetto ‘Educare alle Relazioni’ è stata accolta con una prevedibile e comprensibile levata di scudi da parte di molti esponenti delle opposizioni.

Il bersaglio degli attacchi è il ministro ma l’obiettivo sottinteso è, ovviamente, il governo, che ne esce con le ossa rotte. Il progetto fortemente voluto da Valditara doveva essere, infatti, una risposta puntuale alla tragedia dei femminicidi, sull’onda emotiva della morte di Giulia Cecchettin. Ora, però, sono in molti a denunciare la scarsa serietà dell’approccio dell’esecutivo che, anche di fronte a temi simili, cede ad atteggiamenti di natura ideologica e pregiudiziale.

Ecco, dunque, che dal Partito Democratico si fa sentire la responsabile Giustizia Debora Serracchiani, che, in una nota, parla di provvedimento ‘ad personam’ contro la Concia e di un Valditara “umiliato” dalla sua stessa maggioranza.

“Il voltafaccia di Valditara svela ancora una volta che forze che comandano nel governo Meloni […] Alla fine vince il settarismo urlatore e trionfa il pregiudizio ideologico anche su temi che dovrebbero unire gli schieramenti. Umiliato il ministro, è chiaro che non c’è più spazio per nessuno se non è inquadrato”.

Su Twitter, poi, le fa eco la collega di partito Anna Ascani, vicepresidente della Camera dei deputati che, invece, se la prende proprio con l’arrendevolezza del ministro, definendolo una “pessima guida per la scuola italiana“.

Carfagna (Azione): “Brutto segnale di resa”

Parla di un “brutto segnale di resa” la presidente di Azione Mara Carfagna.

Difendendo le competenze e la preparazione della Concia, che ne facevano una candidata perfetta per il ruolo, la Carfagna denuncia la sconfitta che la decisione di revocarla dal ruolo di garante rappresenta per la lotta alla violenza di genere.

“Vincono estremismi ideologici, pressioni e polemiche senza senso, perde l’interesse comune […] Un’occasione persa per il Paese e per la politica stessa che, invece di dimostrare maturità, ha mostrato ancora una volta il suo volto più ideologico e conflittuale”.

Caso Concia, Gelmini: “Maggioranza immatura, opportunità sprecata”

Sempre da Azione, arriva l’attacco di Mariastella Gelmini che se la prende con i partiti al governo, la cui immaturità ha portato a perdere un’occasione preziosa su un tema tanto importante e complesso.

“Trovo ridicolo che la maggioranza, invece di dare prova di maturità e di sostenere la scelta compiuta inizialmente dal ministro Valditara, abbia preferito dividersi su un tema così complesso come quello della violenza sulle donne e sull’educazione civica a scuola. È un’occasione persa per andare oltre le ideologie e le appartenenze politiche. Un’opportunità sprecata a danno soprattutto delle giovani generazioni“.

Anche Elena Bonetti, vicecapogruppo di Azione, attacca dal proprio profilo Facebook l’intera maggioranza, definendo quello delle ultime ore un teatrino disdicevole, invitando Valditara a ripensare la sua decisione.

Zanella (Avs) contro il ministro: “Valditara si dimetta”

Si spinge oltre la capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, Luana Zanella, che chiede le dimissioni del ministro “per manifesta incapacità. Dopo aver espresso solidarietà ad Anna Paola Concia, “che continuerà a dare il suo contributo di femminista e formatrice altrove“, la Zanella insiste nell’attacco a Valditara.

“In meno di 48 ora ha ceduto alle pressioni della maggioranza, mostrando scarsa autonomia […] L’ennesima prova di superficialità, pressappochismo e mancanza di rispetto per una donna e professionista che un ministro degno di questo nome avrebbe potuto e dovuto evitare”.

Infine, anche Riccardo Magi, segretario di +Europa, attacca l’esecutivo in merito al destino infausto dell’iniziativa, finita “in burla” a causa dello spettacolino triste e squallido di ministri inadeguati.

Un progetto, quello ‘Educare alle relazioni’, che per Magi ha mostrato fin da subito i problemi di dover bilanciare le anime diverse della maggioranza, facendo i conti con sensibilità che hanno finito, inevitabilmente, con il minarne le fondamenta.

“Prima l’ipocrisia di rendere questo ciclo di lezioni facoltative, facendosi beffe degli appelli arrivati dopo la morte di Giulia e la serie di femminicidi che non ha fine. Poi, la nomina di un comitato di Garanti dove non poteva mancare un rappresentante della Cei, nella persona di Suor Monia, alla faccia della laicità della scuola. Infine, il triste epilogo con la revoca del comitato per le critiche ricevute. Che tristezza”.