Radix DLT (Distributed Ledger Technology) si propone di dare risposte performanti ad alcuni problemi che affliggono la finanza decentralizzata (DeFi). In particolare quelli collegati alla mancanza di comunicazione tra blockchain e alla scalabilità.

Basta collegarsi al sito dell’azienda per notare come il progetto si proponga come l’unica rete decentralizzata in cui gli sviluppatori saranno in grado di costruire rapidamente senza la costante minaccia di exploit e hack. Per conseguire tali risultati, è stato approntato un sistema che si appoggia ad alcune delle soluzioni tecnologiche che si vanno facendo prepotentemente largo in ambito DLT.

Radix: di cosa si tratta

Radix è un protocollo di livello 1, che mira a ottimizzare il sincronismo tra i frammenti in cui si suddivide la blockchain, in modo tale da rendere possibile la scalabilità di più catene senza comprometterne la la sicurezza.

Al suo interno, gli sviluppatori possono non solo costruire ma anche scalare applicazioni DeFi senza alcun timore di attacchi malevoli agli smart contract o possibile congestionamento della rete.

Alcuni analisti la considerano una sorta di canary chain di Polkadot, poiché le soluzioni provate al suo interno, in caso di risposte positive, sono poi destinate ad essere implementate su DOT. I parametri della blockchain sono comunque in grado di essere modificati, consentendole il conseguimento di velocità superiori fino a quattro volte la velocità di Polkadot.

Radix si compone di due tipi di blockchain, deputate a facilitare tutte le attività della rete ed elaborare le transazioni:

  • la rete principale, Relay Chain, ove i validatori svolgono il proprio compito di messa in sicurezza del sistema e le funzioni di coordinamento;
  • le parachain, reti flessibili e versatili generate dagli utenti, ognuna delle quali dotata di caratteristiche e architettura proprie.

Il token XRD: a cosa serve

Nell’ecosistema di Radix, il ruolo di token spetta a XRD, che va a cumulare diverse funzioni. Oltre a quello teso a favorire il funzionamento della rete, c’è ad esempio il bonding. Per tale si intende un processo simile allo staking tipico dei network Proof-of-Stake. Anche in questo caso, infatti, è previsto il blocco di criptovalute come garanzia da parte dei partecipanti della rete per partecipare a determinate attività. Come in Polkadot, le parachain che vogliono connettersi alla Relay Chain devono mettere in bonding una somma stabilita di XRD. 

Inoltre, garantisce ai suoi possessori il diritto di partecipare ai processi di governo interni alla rete. I membri della Radix Foundation, in particolare, godono di incentivi tesi a spingerli alla conservazione dei coin detenuti. Inoltre, possono naturalmente essere impiegati per avere ricompense.

La tokenomics prevede una fornitura totale di XRD pari a 12,293,970,811. I coin non possono essere estratti, ma chi partecipa allo staking è premiato con una rendita passiva proporzionale all’impegno finanziario.

La sicurezza di Radix è affidata a Cerberus, un meccanismo di consenso progettato in modo tale che tutte le transazioni siano suddivise in shard. Il protocollo è inoltre supportato dal sistema Delegated Proof of Stake (DPoS) della rete Radix in modo da proteggersi dagli attacchi Sybil.

Le prospettive future di Radix

Radix è stato fondato nel 2016 da Gavin Wood, il cofondatore di Ethereum, Peter Czaban e Robert Habermeier. Proprio la presenza del primo ha suscitato grandi aspettative, culminate nel massimo storico del prezzo, conseguito il 14 maggio del 2021 a quota 594 dollari.

Da quel momento è però iniziata una discesa senza sosta, come del resto è accaduto per la stragrande maggioranza dei progetti crypto, derivante dalla gelata del mercato. Al momento, la quotazione è di Radix è attestata a poco più di cinque centesimi di dollaro.

Proprio il massimo conseguito, anche se in tempi che possono essere considerati lontanissimi, dimostra che per il progetto ci sarebbe ampio spazio di risalita. Molto dipenderà proprio dal ristabilimento delle condizioni di mercato. Se il quarto halving di Bitcoin si rifletterà sull’intero settore, come avvenuto nelle precedenti occasioni, Radix potrebbe tornare a crescere e abbandonare il 217° posto attualmente detenuto nella classifica di settore.