Cinquantatre anni, mantovana: chi era Rossella Cominotti, la donna trovata morta nella stanza d’albergo in cui aveva soggiornato insieme al marito Alfredo Zenucchi per una settimana, a La Spezia. Da 12 giorni era scomparsa dal Cremonese, dove viveva. I suoi familiari la stavano cercando dappertutto e sui social avevano chiesto a chiunque potesse avere sue notizie di aiutarli a riportarla a casa.
Chi era Rossella Cominotti, uccisa dal marito Alfredo Zenucchi
Rossella Cominotti aveva 53 anni ed era originaria di Rivarolo Mantovano, in provincia di Mantova. Da molti anni viveva nel Cremonese, all’interno di un appartamento che era stato di proprietà dell’ex compagno, morto per cause naturali qualche anno fa. Il 9 marzo scorso aveva sposato il 57enne Alfredo Zenucchi, bergamasco, in una sala del Comune di Bonermese, dove insieme avevano preso in gestione un’edicola in via Roma.
Era una persona “tranquilla”, secondo chi la conosceva. Una “brava persona”. Suo marito, Alfredo, era invece più “schivo”, un “po’ strano”, forse, ma comunque non aveva mai dato problemi a nessuno. Nelle scorse ore gli inquirenti lo hanno fermato a bordo della sua C3 bianca: si era dato alla fuga dopo aver ucciso la 53enne, il cui corpo è stato trovato senza vita da un’addetta alle pulizie dell’albergo di Mattarana di Carrodano in cui avevano soggiornato per circa una settimana, a La Spezia.
Da oltre dieci giorni si erano allontanati da casa senza far avere loro notizie, tanto da spingere i familiari a denunciarne la scomparsa. Ascoltato dagli inquirenti, il 57enne, reo confesso, ha riferito che, dopo aver ucciso la moglie, avrebbe dovuto togliersi a sua volta la vita. Lo avevano stabilito insieme, ha detto, ma alla fine lui non avrebbe trovato il coraggio di farlo.
I vicini di casa, ascoltati da alcuni giornalisti locali, hanno fatto sapere di non aver mai avuto grandi rapporti con la coppia. Sembra però che li avessero rimproverati per il modo in cui tenevano i loro cani, senza badarvi troppo, tanto che due gli erano stati addirittura tolti e che non si curassero troppo neanche degli spazi comuni, del giardino, ad esempio.
Il mistero della lettera d’addio lasciata dalla donna
La vittima presentava vistose ferite da rasoio alla gola. Per due o tre giorni si sarebbe messa in contatto con la reception dell’albergo di cui era ospite dicendo di non star bene, di avere l’influenza e di dover quindi rimandare il momento del check-out, della partenza.
Poi ieri mattina, 8 dicembre, Alfredo Zenucchi era sceso al bar e aveva chiesto un caffè corretto, facendo intendere che lui e la moglie di lì a poco avrebbero lasciato la struttura. “Intanto vado ad accendere la macchina”, avrebbe detto al receptionist, ma poi si sarebbe allontanato da solo.
Verso l’ora di pranzo, dopo il ritrovamento del corpo della moglie, era stato intercettato e fermato in Toscana. C’è chi ha nutrito dei dubbi sul fatto che abbia raccontato la verità e cioè che lui e Rossella erano d’accordo. Sembra però che la donna abbia lasciato una lettera d’addio, una missiva scritta a mano con calligrafia femminile e firmata da entrambi, ora al vaglio degli inquirenti.
Si tratta di un dettaglio particolarmente rilevante, perché – se fosse vero – potrebbe indicare che, come ha riferito il marito, avessero davvero deciso di farla finita insieme. Il movente, per il momento, resta ignoto. È possibile che avessero contratto dei debiti e non sapessero come ripagarli?, si chiede qualcuno. Ma sono solo ipotesi. Saranno le indagini a fare chiarezza, ricostruendo l’accaduto e gli attimi che lo hanno preceduto.