La crisi economica senza precedenti, il vicino conflitto tra Israele e Hamas che condiziona anche le decisioni del Paese e il mix di povertà e corruzione: l’Egitto arriva alle elezioni per il rinnovo della carica presidenziale in un clima molto teso. Nulla sembra però scalfire Al Sisi, il presidente egiziano è dato come favorito per la vittoria alle elezioni di domani.
Al Sisi potrebbe nuovamente stravincere le elezioni in Egitto
Non sembra per nulla agitato Al Sisi per le elezioni di domani. Il capo di Stato egiziano è quasi sicuro della riconferma alla guida del Paese per la terza volta in nove anni nonostante dal 2018 ad oggi la situazione dell’Egitto sia peggiorata. Durante le altre tornate elettorali il generale Al Sisi ha registrato consensi superiori al 90% tanto da sollevare più di qualche sospetto sul regolare svolgimento delle elezioni.
L’Egitto alle urne: chi sfida Al Sisi
Domani alle urne si presenteranno 67 milioni di egiziani. Sarà possibile votare dal 10 dicembre fino al 12 e saranno aperti 10.085 seggi elettorali, i risultati saranno noti solo il 18 dicembre. Oltre ad al-Sisi ci sono altri tre candidati:
- Farid Zahran, leader del Partito Socialdemocratico egiziano
- Abdel-Sanad Yamama, dirigente del Partito Wafd
- Hazem Omar, a capo del Partito popolare repubblicano
Non si presenterà il liberale Kassem, condannato lo scorso ottobre a sei mesi di carcere. Assente anche l’ex parlamentare al-Tantawi. Una rinuncia dovuta anche alle pressioni del governo egiziano: alcuni sostenitori hanno denunciato di essere stati aggrediti o minacciati.
Crisi e diritti umani: come arriva l’Egitto alle prossime elezioni?
Il 2023 è stato un anno difficile che ha solo aggiunto ulteriori problematiche ad un Paese che versa già in una situazione complessa dal punto di vista economico e sociale. Basti pensare che 2\3 degli egiziani vivono al di sotto o appena sopra la soglia di povertà. A questo si aggiungono l’inflazione e la svalutazione della sterlina egiziana in un mix letale per l’economia del Paese fortemente pressato dal Fondo Monetario Internazionale. Il governo ha provato a mettere in campo alcune misure anticrisi ma senza alcun successo.
C’è poi il tema dei diritti umani. La libertà dei cittadini è fortemente condizionata dal governo e molti oppositori di Al Sisi si trovano in carcere a causa delle loro idee, basti pensare alle continue denunce da parte delle organizzazioni umanitarie internazionali. In passato Amnesty ha denunciato una forte limitazione della libertà di stampa, disparità di genere e torture nei confronti dei prigionieri nelle carceri egiziane. A tutto questo si aggiunge anche il conflitto tra Israele ed Hamas dove Al Sisi ha anche provato a fare da mediatore organizzando una conferenza di pace.