La vera e propria esplosione dell’intelligenza artificiale si è fatta sentire anche sul settore crypto, ove un gran numero di progetti sta cercando di approfittare dell’interesse suscitato da ChatGPT, l’ormai celebre programma di OpenAI.

Tra di essi spicca Bittensor, che si propone di offrire un servizio di API cui è affidato lo scopo di interrogare modelli di Machine Learning. La proposta di Bittensor Foundation ha infatti una particolarità di non poco conto: viaggia su una blockchain decentralizzata.

Bittensor: di cosa si tratta?

La rete Bittensor è stata lanciata nel novembre del 2021. Il principio su cui si basa è lo sfruttamento delle risorse computazionali dei partecipanti. Per poterlo fare utilizza TAO, il token nativo della blockchain, il quale si assume quindi la funzione di valuta di servizio.

L’ecosistema proposto da Bittensor è open source, quindi aperto a qualsiasi contributo esterno e evidenzia un’architettura di rete strutturata su due livelli (layer) principali: blockchain e AI. Il primo è basato su Polkadot Substrate e offre tre ruoli distinti con cui interagire nell’ecosistema: miner, validatore e utente.

Il primo è colui che provvede al conio della valuta digitale tramite un meccanismo di consenso Proof Of Work, il quale utilizza dispositivi molto potenti in grado di risolvere i complessi calcoli necessari per la validazione del blocco.

Il validatore è invece la figura che all’interno del sistema provvede alla messa in sicurezza del sistema. Per poterlo fare deve accumulare la criptovaluta nativa TAO e metterla in staking. In tal modo si ritaglia una rendita passiva che lo ricompensa per l’operato prestato.

Infine il fruitore vero e proprio, il quale effettua una chiamata alle API di Bittensor, pagando una commissione per poter accedere al servizi. In tal modo ha la possibilità di interrogare i modelli di apprendimento disponibili da utilizzare per i propri particolari scopi.

Bittensor: come funziona

Il protocollo utilizza un’architettura MoE (Mixture of Experts) una tecnologia di machine learning in cui sono adottate più reti di nodi (“esperti” o “discenti”) nel preciso intento di dividere una richiesta (“spazio problematico”) in sottosezioni (“regioni omogenee”). In tal modo è possibile contenere il numero di modelli da eseguire per poter completare un compito e garantire migliori prestazioni anche in termini di scalabilità.

Al momento, la rete Bittensor concentra la sua attenzione sulla modellazione di linguaggi di grandi dimensioni, la cui distribuzione sul web avviene senza alcun bisogno che sia presente un intermediario in grado di convalidare le transazioni (true-less).

A renderne possibile il funzionamento sono migliaia di nodi, che provvedono all’esecuzione di un modello linguistico. L’esecuzione delle richieste sfocia in una risposta comprensibile a tutti i richiedenti, con ognuno dei nodi che è chiamato ad eseguire un modello linguistico personalizzato o pre-addestrato come GPT-J, GPT-Neo, o GPT-2. Nei piani di sviluppo futuri è programmata l’implementazione di funzionalità in grado di creare immagini da prompt di testo.

Per quanto riguarda la tokenomics, è stata in pratica adottata quella di Bitcoin. Sono infatti previsti 21 milioni di esemplari, il cui conio prevede ricompense che si dimezzano ogni quattro anni. Ne consegue un modello deflattivo, in grado di sostenere la quotazione del token nativo TAO.

Prospettive per il futuro

Dopo l’esordio di ChatGPT, il programma di intelligenza artificiale di OpenAI, si è verificata una vera e propria corsa da parte delle grandi aziende allo sfruttamento commerciale del nuovo filone. Una corsa che ha spinto anche la criptoeconomia a prendere atto del fenomeno.

Sono così sorti molti progetti tesi a stabilire un ponte tra AI e innovazione finanziaria, più o meno validi. Tra quelli che hanno destato notevole attenzione c’è Bittensor, che si propone di decentralizzare l’implementazione di algoritmi di apprendimento automatico.

Un intento che lo pone in aperta concorrenza ai giganti del web, come Meta e Microsoft, i quali hanno già deciso di inserirsi pesantemente in questo nuovo e promettente ambito. Si tratta quindi di una sfida molto complicata, ma al contempo affascinante, proponendo un modello più democratico.

Se al momento TAO si trova al 209° posto della classifica relativa alle criptovalute, molti analisti non hanno dubbi nel ritenere che il suo reale valore sia molto sottostimato. Si attendono quindi una forte crescita del suo prezzo, già nel corso del nuovo anno.