Dalla scomparsa di Mirella Gregori sono passati più di quarant’anni. A nulla sono servite le ricerche, gli appelli della famiglia per la verità, le indagini che a lungo si sono susseguite sul caso, spesso intrecciatosi con quello di Emanuela Orlandi, la “ragazza vaticana”, finendo per esserne oscurato: della quindicenne, avvistata per l’ultima volta il 7 maggio 1983 a Roma, non si sono più avute notizie.
Il mistero della scomparsa di Mirella Gregori
La scomparsa
Quando uscì di casa per l’ultima volta, il pomeriggio di una giornata di maggio del 1983, Mirella Gregori aveva 15 anni e aveva detto alla madre che avrebbe dovuto incontrare un amico, Alessandro, conosciuto ai tempi delle scuole medie.
Insieme alla famiglia – i genitori erano titolari del bar “Coppa d’oro” – la ragazza viveva in un appartamento al civico 91 di via Nomentana, a Roma. Frequentava il secondo anno di un istituto commerciale femminile della Capitale e spesso si intratteneva in un locale a due passi da casa sua, il “Bar Italia”, dei genitori dell’amica Sonia De Vito.
Con lei, in quel posto, dei testimoni riferirono di averla avvistata prima che scomparisse nel nulla. Mirella era scesa dopo aver risposto al citofono. “Chi sei? Se non mi dici chi sei non scendo”, aveva detto. Chi c’era dall’altra parte del ricevitore non sarebbe mai stato scoperto. Di sicuro non l’amico che aveva detto di dover vedere, con cui sembra non avesse contatti da mesi.
Le primi indagini: i sospetti su Raoul Bonarelli
Dopo aver denunciato la scomparsa di sua figlia, la madre, ascoltata dagli inquirenti, aveva avanzato delle ipotesi su cosa potesse esserle accaduto. Innanzitutto aveva parlato della questione del denaro: pochi giorni prima di quel fatidico 7 maggio, Mirella si era infatti vantata con i genitori di poter trovare con facilità, se lo avesse voluto, i soldi necessari all’acquisto di un appartamento che loro non potevano permettersi.
Un’affermazione a cui la donna aveva dato poco peso e su cui poi aveva rimuginato, chiedendosi se la 15enne non potesse essere finita in qualche strano giro. Poi c’erano i sospetti su un certo Raoul Bonarelli, un uomo della gendarmeria vaticana facente parte della scorta di Papa Wojtyla, che spesso trascorreva del tempo con Mirella e con le sue amiche proprio al “Bar Italia”, ritenuto però estraneo ai fatti.
I collegamenti con il caso di Emanuela Orlandi
Di lui i familiari avevano cominciato a dubitare quando il caso di Mirella si era improvvisamente ritrovato ad essere collegato a quello di un’altra ragazza, Emanuela Orlandi, scomparsa dal Vaticano poco più di un mese dopo la sua coetanea, il 22 giugno 1983.
Il 4 agosto di quell’anno, in un comunicato rilasciato all’agenzia Ansa, un’organizzazione terroristica, il Fronte di liberazione turco anticristiano Turkesh, prometteva la liberazione di Orlandi in cambio di quella di Mehmet Alì Agca, detenuto perché il 13 maggio del 1981 aveva sparato a Papa Giovanni Paolo XII in Piazza San Pietro.
Nello stesso testo veniva citata anche Mirella, così come aveva iniziato a citarla, all’improvviso, l’Amerikano, l’uomo che più volte, dopo la sparizione di Emanuela, si era messo in contatto telefonico con la famiglia, sostenendo di avere sue notizie. Poi Mirella fu citata anche dal Papa. Al termine dell’Angelus del 28 agosto 1983 Wojtyla, infatti, disse:
Vi invito a pregare per tutte le persone, specie giovani ragazze, che sono state sequestrate o che sono misteriosamente scomparse e per i loro familiari. In modo particolare il mio pensiero va a Emanuela Orlandi e a Mirella Gregori, la cui sparizione, da troppo tempo ormai, causa tanta pena alle rispettive famiglie, e grande perplessità nell’opinione pubblica. Sono tanto vicino ai genitori delle giovani studentesse, condividendo la loro ansia indicibile. E prego il Signore affinché tocchi il cuore di coloro che dicono di trattenere quegli esseri innocenti e indifesi, come sempre prego anche per la persona del mio attentatore.
Parole che non fecero che aggiungere mistero alle già enigmatiche vicende. Che siano davvero collegate, in realtà, non è mai stato dimostrato. Anzi, nella sentenza di archiviazione della prima inchiesta sui casi, la giudice Adele Romeo scrisse che il loro “accostamento è arbitrario e del tutto strumentale”.
L’ipotesi è che l’input sia arrivato da un articolo pubblicato da Panorama, in cui, parlando delle ragazze scomparse a Roma (moltissime, in quegli anni), Mirella veniva mostrata dall’autore in una foto insieme al Papa, scattata per caso durante una visita del Santo Padre alla parrocchia San Giuseppe al Nomentano, che la ragazza, insieme alla famiglia, frequentava. Forse per qualcuno fu semplicemente quello il pretesto, per inventare una storia. O forse qualcosa di vero, dietro le tante supposizioni, c’è per davvero, anche se non sappiamo ancora cosa.
L’ipotesi di un serial killer attivo a Roma
Il 28 ottobre, due mesi dopo l’Angelus pronunciato dal Papa, l’Amerikano, mettendosi in contatto con l’avvocato che assisteva la famiglia Gregori, Gennaro Egidio, gli disse che Mirella era morta. “Non abbiamo più nulla da fare, prepara i genitori a questo, non esiste più nessuna possibilità”, furono le sue, sconcertanti parole. Se sia viva o morta, in realtà, come per il caso di Emanuela, non si sa.
Una delle tante piste seguite negli anni è quella avanzata dal magistrato Otello Lupacchini e dal giornalista Max Parisi, secondo cui a Roma, tra il 1982 e il 1990, sarebbe stato attivo un serial killer, un uomo che avrebbe mietuto almeno dodici vittime, tutte ragazze, tra cui anche Simonetta Cesaroni. Una pista che non convince, soprattutto perché i corpi di Mirella e di Emanuela, a differenza di quelli delle altre, non sono mai stati ritrovati.
Gli ultimi sviluppi: la Commissione parlamentare d’inchiesta sui casi Orlandi e Gregori
Dopo quarant’anni una speranza di poter arrivare alla verità comunque, ancora, esiste. La sorella di Mirella, Maria Antonietta Gregori, sta provando, insieme al legale che la assiste, l’avvocato Nicodemo Gentile, presidente dell’Associazione Penelope, a far riaprire un’inchiesta da parte della Procura di Roma, che di recente è tornata ad indagare sul caso Orlandi.
Non è tutto. A inizio novembre il Senato ha infatti definitivamente approvato l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta che dovrà provare a fare luce su entrambi i casi. Per i rispettivi familiari, che da anni si battono per la giustizia, si tratta di una vera e propria luce in fondo al tunnel.
Parleranno di questi sviluppi, ripercorrendo la vicenda dagli albori, Fabio Camillacci e Gabriele Raho insieme ai loro ospiti nella prossima puntata di “Crimini e criminologia”, che andrà in onda su Cusano Italia Tv (canale 122 del digitale terrestre) domenica 10 dicembre dalle ore 21.30 alle ore 23.30.