Israele-Hamas, polemiche per il veto USA all’Onu su cessate il fuoco. Oms: “Situazione catastrofica a Gaza”
Scoppiano le polemiche per la decisione degli USA di bocciare la risoluzione ONU per un cessate il fuoco immediato a Gaza. Intanto diversi stati membri dell’Oms esortano Israele a rispettare i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale e proteggere gli operatori umanitari a Gaza
Condanna per il veto USA alla risoluzione Onu per il cessate il fuoco. Secondo Robert Wood, rappresentante degli Stati Uniti all’ONU, il testo era “sbilanciato” e “lontano dalla realtà”, perché non condanna in maniera decisa l’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre. Delusione dalla Cina, Londra si astiene dal voto. Avvertimento dall’Iran: “Rischio di un’esplosione incontrollabile in Medio Oriente”. Le richieste dell’Oms a Israele: proteggere gli operatori sanitari e le strutture mediche.
Netanyahu a Biden: l’operazione a Khan Younis continuerà per 3-4 Settimane
Durante una telefonata nel weekend, il primo ministro Benjamin Netanyahu avrebbe informato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden che operazione in corso dell’IDF a Khan Younis, nell’area sud della Striscia di Gaza, proseguirà per ulteriori 3-4 settimane. La fonte di queste informazioni è Channel 13, che cita funzionari israeliani. Questi stessi funzionari smentiscono le voci secondo cui Biden avrebbe fissato una scadenza per porre fine ai conflitti entro fine anno.
Vendita di munizioni a Israele approvata dagli USA situazione d’emergenza
Il governo degli Stati Uniti ha dato il via libera alla vendita di quasi 14.000 munizioni per i carri armati a Israele, per un importo superiore a 106 milioni di dollari. Questa decisione è stata comunicata dal Dipartimento di Stato, con la notifica ufficiale al Congresso avvenuta venerdì sera. Il segretario di Stato Antony Blinken ha precedentemente determinato che “esiste un’emergenza che richiede la vendita immediata” di queste munizioni, sottolineando la necessità di agire nell’interesse della sicurezza nazionale degli USA.
Leader di Hamas, Yahya Sinwar, fuggito dal Nord di Gaza
Yahya Sinwar, leader di Hamas a Gaza, sarebbe fuggito dal Nord della Striscia, nascondendosi in un convoglio umanitario: il leader sarebbe diretto a Khan Younis, dove sarebbe ancora ora, probabilmente in uno dei cunicoli che corrono questa grande località situata a sud di Gaza.
Israele: “Non si può definire quanto durerà il conflitto a Gaza”
Il consigliere della sicurezza nazionale di Israele, Tzachi Hanegbi, ha affermato che non si ha una data per la fine del conflitto con i Palestinesi, non mancando di sottolineare come gli Stati Uniti non abbiano dato nessuna data di scadenza per le operazioni attualmente condotte nella città di Gaza. Il leader di Hamas vorrà sicuramente che il movimento combatta fino alla fine, ha aggiunto Hanegbi, il quale spera che, dopo l’uccisione di Yahya Sinwar, gli altri leader di Hamas, per evitare la sua stessa fine, decidano di andare via sconfitti.
Proprio l’uccisione di Yahya Sinwar è vista come un momento chiave per ottenere gli entrambi obiettivi preposti per il conflitto, distruggere Hamas e riportare indietro gli ostaggi.
Pedro Sanchez e 3 premier richiedono a Ue dibattito su ‘due Stati’
Pedro Sanchez, premier del governo spagnolo, invia una lettera al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, insieme ad Alexander De Croo (primo ministro belga), Leo Varadkar (taoiseach d’Irlanda) e Robert Abela (primo ministro maltese). La richiesta è quella di stabilire una posizione netta dell’Unione Europea su quello che sta accadendo a Gaza e sulla soluzione del conflitto israelopalestinese. Il dibattito dovrebbe avvenire, secondo quanto scritto nella lettera, la prossima settimana, in occasione del vertice dei capi di Stato e di governo dell’Unione.
I quattro firmatari della lettera avrebbero agito dopo che il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha chiesto al Consiglio di Sicurezza di affrontare con urgenza la situazione di Gaza: si considera imperativo che l’unione Europea agisca e adotti delle misure urgenti.
La lettera ribadisce la condanna agli atti terroristici compiuti da Hamas, il riconoscimento della difesa di Israele secondo il diritto internazionale, la soddisfazione per la pausa umanitaria che ha permesso il rilascio parziale degli ostaggi israeliani e l’aumento degli aiuti umanitari, ma, allo stesso tempo, chiede che l’Europa sia decisa nel suo messaggio di cessate il fuoco umanitario duraturo, in modo tale che si possa raggiungere la fine delle ostilità.
Si esige una protezione dei civili di Gaza e l’arrivo degli aiuti umanitari nella città: un impedimento potrebbe vedersi come un’infrazione del diritto internazionale umanitario. Si ritiene anche necessario avviare un processo politico sulla soluzione dei due Stati. Infine, si insiste sulla possibilità di convocare una conferenza internazionale di pace.
Netanyahu esprime apprezzamento per il veto degli Usa all’ Onu: “E’ corretto”
Dopo la bocciatura degli Stati Uniti di un cessate il fuoco immediato a Gaza, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso apprezzamento per la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu tramite una dichiarazione: il veto posto dagli Stati Uniti è stato considerato “corretto” da parte di Israele.
Netanyahu asserisce che è impossibile sostenere l’eliminazione di Hamas e la fine della guerra insieme, perché il primo fine non potrebbe essere raggiunto. Intanto, tuttavia, il bilancio dei morti cresce per i Palestinesi: le vittime arrivano a 17.700, secondo il comunicato del ministero della sanità, gestito da Hamas. Il numero include tutte le vittime che hanno perduto la vita dall’inizio del conflitto.
Israele continua a combattere a Khan Yunis e a Jabalya
L’esercito israeliano sta continuando a combattere contro le forze di Hamas nella roccaforte di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza e a Jabalya, nel nord.
Lo ha rivelato il portavoce militare dell’Idf secondo cui a Khan Yunis le truppe della Brigata Golani hanno fatto irruzione all’interno di una moschea della città dove erano operativi i gruppi di Hamas.
Gruppo sciita minaccia di attaccare nel Mar Rosso tutte le navi dirette in Israele
Un portavoce militare di Ansar Allah, formazione sciita nota anche come “movimento Houthi”, ha messo in guardia tutte le compagnie di navigazione dal collaborare con Israele, dicendo che saranno bersaglio di attacchi nel Mar Rosso.
“Se Gaza non riceverà il cibo e le medicine di cui ha bisogno, tutte le navi nel Mar Rosso dirette ai porti israeliani, indipendentemente dalla loro nazionalità, diventeranno un bersaglio per le nostre forze armate”.
Due giovani morti in Cisgiordania in un raid di Israele
Due giovani palestinesi di 25 anni sono rimasti uccisi a causa di un raid israeliano sulla Cisgiordania. Lo riporta l’agenzia di stampa palestinese Wafa. Si tratta di Sari Yousef Amr e Rami Jamal al-Jundub.
Blinken: “Alla Croce rossa deve essere garantito l’accesso agli ostaggi dentro la Striscia”
Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato al Comitato internazionale della Croce Rossa (Icrc) che all’organizzazione umanitaria deve essere consentito l’accesso agli ostaggi a Gaza.
Lo rende noto il Dipartimento di Stato americano in un comunicato. Blinken ha ribadito l’appello per il rilascio immediato di tutti gli ostaggi e ha sottolineato la necessità che all’Icrc sia concesso l’accesso agli ostaggi rimanenti.
Gaza, Russia evacua 100 connazionali dalla Striscia
La Russia ha evacuato cento connazionali dalla Striscia di Gaza, la notizia arriva dal Ministero delle Emergenze russo in una nota dove è stato dichiarato:
“Più di un centinaio di russi e componenti delle loro famiglie hanno attraversato il posto di controllo di Rafah. Gli esperti del Ministero delle Emergenze presso il quartier generale operativo al Cairo stanno provvedendo assistenza medica e psicologica. I cittadini sono rifocillati con cibo e acqua e aiutati con la documentazione necessaria”.
Israele, nuovo ordine di evacuazione da Khan Yunis
L’esercito israeliano ha ordinato di nuovo l’evacuazione dei civili da Khan Yunis, nel Sud della Striscia di Gaza. In un post su X in arabo, i militari dello Stato ebraico hanno invitato i civili a lasciare dai quartieri di Al-Katiba e Al-Mahatta e il centro della città di Khan Yunis.
L’Idf ha comunicato ai residenti di spostarsi a ovest verso i rifugi sicuri.
Gaza, una dottoressa di Medici Senza Frontiere: “Nessuno è al sicuro”
La situazione a Gaza da quando è scoppiato il conflitto con Israele non accenna a migliorare. La Striscia è dilaniata dal conflitto, la popolazione e gli operatori presenti sul posto per aiutare sono disperati.
Una dottoressa di Msf presente nella zona di guerra ha raccontato:
“Non credo che qualsiasi cosa io dica possa cambiare la situazione. Il mio unico messaggio è che i palestinesi hanno il diritto di essere trattati come esseri umani. Mi dispiace dirlo, ma dopo 60 giorni di guerra sto perdendo la speranza e dico che quelli che sono morti nei primi giorni sono stati molto fortunati. Non sono stati testimoni di due mesi, di giorni e notti, terrificanti. Vedo la mia gente soffrire e non posso fare nulla”.
La dottoressa Ruta ha continuato:
“Nessuno è al sicuro. Abbiamo solo forniture mediche di base, come paracetamolo o ibuprofene e altro materiale per medicazioni, ma purtroppo non abbiamo accesso alla nostra clinica”.
Sulle gravi condizioni sanitarie in cui si trova la popolazione nelle terre interessate dal conflitto ha aggiunto:
“Nella maggior parte dei rifugi per sfollati le persone cominciano ad avere malattie della pelle, sintomi gastrointestinali, e in un rifugio vicino a dove mi trovo, c’è un focolaio di epatite A. È davvero difficile curare le persone perché non abbiamo accesso ai farmaci necessari. Non abbiamo accesso a nulla. L’acqua e il cibo non sono puliti. La gente mangia tutto quello che trova, perché qui si muore di fame”.
Hezbollah rivendica lancio di razzi contro Israele a Al Samaqa
Il gruppo di Hezbollah del Libano ha rivendicato il lancio di razzi verso Al Samaqa, nel settore delle fattorie di Shebaa, una zona di confine tra i due stati dove sono presenti diverse unità delle truppe israeliane.
L’esercito israeliano aveva precedentemente segnalato scontri a fuoco al confine libanese. Non sono state segnalate vittime al momento.
Putin telefona al presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi: “A lavoro per cessate il fuoco”
Vladimir Putin ha telefonato al presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, il quale ha informato il capo di stato russo sugli sforzi ancora in atto da parte dell’Egitto per lavorare ad un cessate il fuoco duraturo.
Al-Sisi ha dichiarato di:
“Fare quanto in mio potere per fornire alla Striscia di Gaza la maggior quantità possibile di aiuti”.
I due presidenti hanno concluso la telefonata parlando della necessità che la comunità internazionale si assuma le proprie responsabilità in merito al conflitto tra Israele e Gaza.
La soluzione secondo la Russia e l’Egitto prevede la il riconoscimento di due diversi Stati, in conformità con le pertinenti decisioni di legittimità internazionale.
Una vittima palestinese in Cisgiordania
Secondo l’agenzia Wafa, un palestinese è morto oggi in un raid dell’esercito israeliano a Doura, in Cisgiordania.
Ieri 8 dicembre, secondo l’Autorità nazionale palestinese (Anp), sette palestinesi sono stati uccisi dai soldati israeliani.
Secondo un rapporto sempre dell’Anp, dal 7 ottobre oltre 260 palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania.
Erdogan: da USA diritti umani calpestati, Onu consiglio di protezione Israele
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è nuovamente intervenuto sul conflitto tra Israele e Hamas, criticando duramente il veto degli Stati Uniti presso il Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Il leader turco lo ha definito il “Consiglio di protezione Israele” e ha parlato di “diritti umani caplestati” da parte di Washington.
Oggi, presso le Nazioni Unite, la Dichiarazione dei diritti dell’uomo è stata calpestata sotto gli occhi di tutti. Il Consiglio di sicurezza Onu con un solo veto, degli Usa, respinge una richiesta di cessate il fuoco. Impossibile ottenere giustizia. Crediamo in un mondo più giusto, ma questo è impossibile a causa degli Usa. E’ necessario riformare il sistema. Noi continueremo ad alzare la voce per le madri di Gaza
ha dichiarato Erdogan.
Idf: trovate armi dentro peluche in scuola Gaza
Un fucile di precisione e alcune munizioni erano nascoste all’interno di un peluche, un orsacchiotto: lo ha reso noto l’IDF.
Il pupazzo è stato trovato dalle truppe della 551a Brigata di paracadutisti di riserva israeliani durante la perquisizione di una scuola nella Striscia di Gaza.
In un’altra scuola vicina, l’Idf ha riferito di aver trovato delle armi nascoste in alcune borse che riportavano il logo dell’Agenzia Onu, Unrwa.
Morto ostaggio israeliano a Gaza
Sahar Baruch, residente al kibbutz Be’eri, rapito e preso in ostaggio a Gaza il 7 ottobre, è morto mentre era prigioniero di Hamas.
Ieri 8 dicembre era stata proprio Hamas a diffondere un video per annunciare il decesso dell’ostaggio 25enne in un presunto fallito blitz fallito delle forze israeliane.
Another Israeli hostage was murdered by Hamas terrorists in captivity – Sahar Baruch, a 25 year old from Kibbutz Be’eri. He was murdered in cold blood by terrorists after 2 months in captivity, while the terrorists filmed it to inflict psychological terror. And in the world they… pic.twitter.com/U9GH2cyhIt
— יוסף חדאד – Yoseph Haddad (@YosephHaddad) December 9, 2023
Il ministro turco Fidan a Blinken: “Voi soli al fianco di Israele”
Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, a margine di un “faccia a faccia” con il segretario di Stato americano Anthony Blinken, ha dichiarato che gli Usa sono ormai soli nel sostenere l’offensiva israeliana su Gaza. Il voto sulla risoluzione Onu ne è l’ennesima conferma.
La politica americana verso lo Stato ebraico si trova in una posizione che non porta a nulla. L’offensiva israeliana continua, ma non ha futuro e la violenza va avanti
ha dichiarato Fidan.
Abbiamo comunicato con forza la nostra posizione agli americani. La situazione è così seria che la tolleranza è finita. Durante l’incontro sono stati sottolineati tutti i passi necessari da compiere, senza perdere altro tempo
ha poi aggiunto il ministro turco.
A Washington c’è stato infatti il terzo incontro tra i capi delle diplomazie di Turchia e Usa dal 7 ottobre, ossia dal giorno dell’attacco di Hamas nei confronti di Israele. Ankara spinge per un cessate il fuoco, rilanciando una soluzione politica che passi attraverso la costituzione di uno Stato palestinese secondo i confini stabiliti nel 1967.
Le relazioni tra i due Paesi sono più complesse da quando è scoppiata la guerra; un rapporto su cui influisce anche la lentezza con cui il parlamento turco sta ratificando il protocollo di ingresso della Svezia nella Nato. Nonché dell’altrettanto lenta approvazione, da parte del Congresso Usa, della cessione di aerei da guerra F16 alla Turchia.
L’incontro tra Fidan e Blinken è stato organizzato nell’ambito della missione di una delegazione scelta, a margine del vertice dello scorso 11 novembre, dell’Organizzazione per la cooperazione dei Paesi Islamici, insieme con la Lega Araba.
La Turchia punta a diventare leader dei Paesi islamici, sta lavorando a una posizione comune da parte del mondo musulmano e intanto preme su Washington affinché ci sia un cessate il fuoco nel conflitto in Medio Oriente.
Abu Mazen: Usa “responsabili bagno di sangue” a Gaza
Il presidente dell’Autorità palestinese (Anp), Abu Mazen, ha affermato che gli Stati Uniti sono “responsabili del bagno di sangue” nella Striscia di Gaza. Lo riporta l’agenzia palestinese Wafa.
Abu Mazen, riferendosi al veto USA, ha dichiarato che questa decisione è “una vergogna” che perseguiterà gli Stati Uniti per molti anni.
Definendo la posizione USA come “immorale”, ha inoltre sottolineato di considerare Washington responsabile dello spargimento di sangue di bambini, donne e anziani palestinesi nella Striscia di Gaza per mano di Israele.
Unicef: “Quasi un milione di bambini sfollati a Gaza”
Quasi un milione di bambini sono stati sfollati con la forza dalle loro case nella Striscia di Gaza, dove ora vivono in zone sovraffollate, senza cibo, acqua o protezione: questa la denuncia dell’Unicef.
Secondo il direttore dell’Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa, Adele Khodr, queste condizioni mettono i bambini “a maggior rischio” di infezioni respiratorie e malattie trasmesse dall’acqua.
Le loro vite sono ulteriormente minacciate da disidratazione, malnutrizione e patologie: la Striscia è ora il posto più pericoloso al mondo per essere un bambino, ha sottolineato.
Squadre dell’agenzia ONU hanno visto bambini con arti mancanti, oppure ustioni di terzo grado, causate dai continui bombardamenti israeliani. Khodr ha inoltre denunciato che le quantità di assistenza umanitaria autorizzate nell’enclave “non sono affatto adeguate rispetto al livello di necessità”.
Il sistema sanitario è al collasso, mentre la popolazione continua a sprofondare nella più totale disperazione.
Amnesty International contro gli USA: “Disprezzo per le condizioni dei civili”
Anche Amnesty International si è scagliata contro gli USA per il veto posto ieri al Consiglio di Sicurezza Onu sulla bozza di risoluzione per il cessate il fuoco a Gaza e Israele.
Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International, ha definito questa scelta uno “spietato disprezzo per le sofferenze dei civili di fronte a uno sconvolgente numero di vittime“, usando quindi parole molto dure nei confronti della decisione americana.
Col loro veto, gli Usa hanno mostrato uno spietato disprezzo per le sofferenze dei civili di fronte a uno sconvolgente numero di vittime, alla vasta distruzione e a una catastrofe umanitaria senza precedenti in corso nella Striscia di Gaza occupata. Gli Usa hanno brandito il veto come un’arma contro il Consiglio di sicurezza, pregiudicando ulteriormente la sua credibilità e capacità di adempiere al mandato di mantenere la pace e la sicurezza internazionale
ha dichiarato Callamard in una nota.
Non può esistere alcuna giustificazione per continuare a impedire un’azione concreta del Consiglio di sicurezza per fermare questo enorme bagno di sangue di civili. L’uso del veto è moralmente indifendibile. Gli Usa sono venuti meno al dovere di prevenire crimini atroci e sostenere il diritto internazionale
ha poi proseguito.
Callamard ha inoltre evidenziato come, essendo l’unico Stato che ha posto il veto, il Paese si stia isolando, non avendo compreso il significato storico del momento: segno della “completa assenza di leadership globale”.
Cohen: l’Onu si schiera con Hamas
Il governo di Israele accusa il segretario generale dell’Onu, António Guterres, di schierarsi con Hamas nella sua richiesta di cessate il fuoco a Gaza.
L’appello di Guterres a schierarsi con Hamas e a chiedere un cessate il fuoco disonora la sua posizione. L’invocazione dell’articolo 99, dopo che non è stato utilizzato per la guerra in Ucraina o in Siria, è un altro esempio della posizione parziale e unilaterale del segretario. Un cessate il fuoco in questo momento eviterebbe il crollo dell’organizzazione terroristica Hamas, che sta commettendo crimini di guerra e crimini contro l’umanità, e le permetterebbe di continuare a governare la Striscia di Gaza
ha scritto il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen su X.
Il ministro ha anche espresso gratitudine agli Stati Uniti per il loro sostegno.
Guterres' appeal to stand on the side of Hamas and request a ceasefire disgraces his position and constitutes a mark of Cain on the UN.
— אלי כהן | Eli Cohen (@elicoh1) December 8, 2023
The invocation of Article 99, after it was not used for the war in Ukraine or for the civil war in Syria, is another example of Guterres'…
Iran: su veto Usa a Onu rischio “esplosione incontrollabile”
L’avvertimento è arrivato oggi 9 dicembre dall’Iran: le conseguenze del veto Usa alla risoluzione dell’Onu su Gaza potrebbero essere quelle di “un’esplosione incontrollabile” in Medio Oriente.
Finché l’America sostiene i crimini del regime sionista e la continuazione della guerra c’è la possibilità di un’esplosione incontrollabile della situazione nella regione
ha dichiarato il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian in una conversazione telefonica con l’Onu.
Il testo ha ricevuto 13 voti a favore, uno contrario e un’astensione, quella del Regno Unito. E’ stato preparato dagli Emirati Arabi Uniti, dopo l’appello senza precedenti di Antonio Guterres all’articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite.
L’uso dell’Articolo 99 è un’azione coraggiosa da parte vostra per preservare la pace, ed è sostenuta dall’opinione mondiale
ha evidenziato Amir-Abdollahian a Guterres.
Secondo l’articolo 99, il Segretario Generale delle Nazioni Unite può portare all’attenzione del Consiglio di Sicurezza qualsiasi questione che, secondo il suo parere, minaccia il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale.
Israele colpisce obiettivi Hezbollah in Libano
Le forze di difesa israeliane hanno comunicato di aver colpito, durante durante la notte, numerosi obiettivi di Hezbollah in Libano.
Una foto scattata dal lato israeliano del confine mostra proiettili che esplodono sulle colline intorno al villaggio libanese di Aita al-Shaab.
Tra i target raggiunti c’erano anche alcuni centri operativi del gruppo terroristico sostenuto dall’Iran. L’esercito dichiara inoltre di aver identificato proiettili sparati dal Libano verso Israele, e di aver risposto con bombardamenti.
Ambasciatore palestinese: “Disastrosa decisione Usa”
L’ambasciatore palestinese presso l’ONU, Riyad Mansour, ha condannato il veto Usa, definendolo un punto svolta “disastroso e deplorevole”.
Ha poi avvertito che il prolungamento della guerra a Gaza implica
la continua commissione di atrocità, la perdita di vite innocenti, altra distruzione.
Cina: delusione per voto USA
La Cina ha espresso la sua “profonda delusione” per il secondo veto degli Stati Uniti.
L’ambasciatore cinese presso l’Onu, Zhang Jun, citato dalla televisione di stato CGTN, ha dichiarato che la proposta riflette l’appello universale della comunità internazionale e rappresenta la direzione da seguire per il ripristino della pace.
L’ambasciatore ha inoltre accusato Washington di utilizzare un “doppio standard” parlando di protezione delle donne, dei bambini e dei diritti umani e “acconsentendo” alla continuazione del conflitto.
Zhang ha poi invitato Israele a porre fine alla “punizione collettiva sul popolo di Gaza”.
È la seconda volta dall’inizio della guerra di Gaza che gli Stati Uniti pongono il veto a una risoluzione in questo senso. La prima volta lo scorso 18 ottobre, quando si è allineato con Israele, che sostiene come questo cessate il fuoco possa aiutare Hamas ad armare e mantenere prigioniere le forze armate di Gaza.
La Gran Bretagna si astiene sul voto della risoluzione Onu
La rappresentante del Regno Unito presso le Nazioni Unite, Barbara Woodward, ha comunicato che la Gran Bretagna si è astenuta dal voto dell’Onu che chiedeva un cessate il fuoco immediato a Gaza.
Chiedere un cessate il fuoco ignora il fatto che Hamas ha commesso atti di terrorismo e tiene ancora in ostaggio civili
ha dichiarato in un commento citato da Sky News.
Non possiamo votare a favore di una risoluzione che non condanni le atrocità commesse da Hamas contro civili israeliani innocenti il 7 ottobre
ha aggiunto.
Woodward ha sottolineato che il Regno Unito è “fortemente preoccupato” per la situazione umanitaria a Gaza: ha quindi chiesto altre pause umanitarie nei combattimenti, in modo da fornire aiuti e liberare altri ostaggi.
Hamas, veto Usa a Onu “decisione immorale e disumana”
Una dura condanna al veto degli Stati Uniti che hanno bloccato la risoluzione dell’Onu per un cessate il fuoco immediato a Gaza è arrivata da Hamas. L’organizzazione ha definito la la decisione americana “immorale e disumana”.
L’Oms chiede a Israele di proteggere gli operatori umanitari
Oltre una dozzina di stati membri dell’Organizzazione mondiale della sanità hanno presentato, venerdì 8 dicembre, una risoluzione che invita Israele a rispettare i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale e proteggere gli operatori umanitari a Gaza.
Secondo il ministero della Sanità gestito da Hamas, la risposta israeliana su Gaza all’attacco di Hamss dello scorso 7 ottobre ha ucciso 17.487 persone, per lo più donne e bambini.
Il testo della bozza di risoluzione sarà esaminato domenica, nel corso di una sessione speciale del comitato esecutivo dell’Oms convocata proprio per discutere “della situazione sanitaria nei territori palestinesi occupati”. È stato proposto da Algeria, Bolivia, Cina, Egitto, Indonesia, Iraq, Giordania, Libano, Malesia, Marocco, Pakistan, Qatar, Arabia Saudita, Tunisia, Turchia, Emirati Arabi Uniti e Yemen. I rappresentanti palestinesi hanno lo status di osservatore dell’Oms e hanno ugualmente firmato la proposta.
Gli Stati membri hanno espresso la loro grave preoccupazione per la catastrofica situazione umanitaria nei territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est, oltre che per le operazioni militari nella Striscia di Gaza. Hanno quindi chiesto a Israele di “rispettare e proteggere” gli operatori sanitari e umanitari, così come gli ospedali e altre strutture mediche.
Il portavoce dell’Oms Christian Lindmeier ha detto ieri, 8 dicembre, che il sistema sanitario di Gaza è in ginocchio e non può permettersi di perdere un’altra ambulanza o un singolo letto d’ospedale.
L’organizzazione umanitaria delle Nazioni Unite Ocha ha dichiarato giovedì sera che solo 14 dei 36 ospedali della Striscia di Gaza stavano funzionando.