HEX è un progetto che sin dal suo esordio, avvenuto nel corso del 2019, ha fatto parlare molto di sé. La vaghezza che lo distingue, infatti, ha avuto come logica conseguenza una serie di accuse molto serie, tali da far riflettere non poco i trader interessati.
Per capire meglio la questione, basta ricordare quanto affermato da Richard Heart, il suo controverso fondatore. Nel corso di una partecipazione al podcast Law Review Bitcoin di Tone Vays ha infatti dichiarato che, ove non sia analizzato con attenzione, HEX può sembrare una truffa. Proviamo quindi ad analizzare il token partendo proprio dal suo punto di vista, per cercare di capirne qualcosa in più.
HEX: di cosa si tratta?
Sul suo sito web, HEX si presenta come un token ERC-20 progettato per crescere più rapidamente di qualsiasi altro asset della storia. Tanto da prospettare interessi fino al 369%, a seconda della quantità di HEX che vengono sottoscritti.
Sempre il sito in questione indica il funzionamento del progetto, affermando che per ottenere HEX occorre dimostrare di possedere Bitcoin, tramite la firma di una transazione con la relativa chiave privata, oppure scambiare ETH con il token o tramite un referral.
Ottenuto il corrispondente quantitativo di HEX, gli interessati dovrebbero a questo punto bloccarlo all’interno di uno smart contract accumulando interessi, per un periodo che può andare da 1 a 5.555 giorni.
Il contratto, a sua volta, è congegnato in modo tale da penalizzare chi termina prima il suo deposito e premiare chi, al contrario, decide di prolungarne la durata.
È lo stesso sito a spiegare che dal blocco degli HEX in staking dipende l’aumento di valore dei token non bloccati. Senza però cercare di spiegare perché il blocco in deposito dovrebbe far aumentare la quotazione del token.
Le accuse di truffa
Proprio l’indefinitezza del piano di sviluppo di HEX ha spinto molti ad avanzare l’ipotesi che si tratti di un semplice schema Ponzi. Un giudizio che non è condiviso dallo stesso Tone Vays, il quale ha però facile gioco nel rimarcare una stranezza: secondo lui non è uno schema Ponzi, ma è presentato come tale.
Dove sarebbe allora la truffa? A giudizio di alcuni nel fatto che i possessori di ETH che aderiscono al programma apportano i loro token trasferendolo ad un indirizzo, per cambiarli in HEX. quando vorranno sbloccare quelli messi in staking, però, riceveranno proprio HEX e non gli originari ETH. Questi ultimi resteranno quindi all’interno di un wallet che, presumibilmente sarà controllato da Richard Heart.
Un giudizio che è sempre più diffuso, ma che a quanto sembra non ha impedito a oltre 300mila persone di acquistare i coin per mantenerli all’interno del proprio portafogli d’investimento. Un comportamento che è stato del resto rimarcato dallo stesso fondatore, il quale ha risposto alle accuse affermando che tutto ciò che sta facendo è condotto alla luce del sole. Intanto, però, i timori per l’ennesimo clamoroso crac in ambito crypto continuano a crescere.
HEX: quali le prospettive?
Alla luce di quanto abbiamo appena detto sembra difficile riuscire a capire cosa potrebbe accadere nell’immediato futuro a HEX. Nel frattempo, però, si è attivata la Securities and Exchange Commission (SEC), l’ente che sovrintende i mercati finanziari USA per cercare di mantenerne l’integrità.
Ormai da mesi l’autorità sta cercando di notificare a Richard Heart la causa intentata per aver orchestrato un sistema incentrato sul commercio di titoli illegali per un miliardo di dollari. Un tentativo sinora infruttuoso, in quanto il fondatore di HEX si è rifugiato in Finlandia, facendo però perdere le sue tracce.
Al momento, il token si trova al 212° posto nella classifica di settore, dando luogo ad una serie di oscillazioni estremamente violente. Nel corso delle ultime 24 ore ha ad esempio guadagnato oltre il 25%, nonostante la diffusione delle notizie relative alla causa della SEC. Fibrillazioni che potrebbero continuare sin quando la causa su HEX non potrà fare il suo corso.