Quella maglia bianca numero 10 ha fatto innamorare milioni di appassionati di calcio. Era quella di Pelè, portabandiera del Santos, la squadra brasiliana che mai, in 111 anni di storia gloriosa, era retrocessa in seconda divisione. Chissà che cosa penserebbe O Rei se non fosse scomparso un anno fa. La retrocessione è arrivata all’ultima giornata, dopo la sconfitta interna contro il Fortaleza. I tifosi hanno protestato lanciando bombe carta fuori dallo stadio e i giocatori sono stati contestati.
“Niente a che vedere – ha scritto Il Domani – con gli anni Sessanta, quando con Pelé in squadra e Lula in panchina, il Santos ha dominato il calcio sudamericano e mondiale con ben venti trofei conquistati, tra i quali due Libertadores e due Intercontinentali, nello stesso periodo in cui la Nazionale vinceva due Mondiali, nel 1958 e nel 1962. Altri tempi, altre maglie – quella splendida tutta bianca con lo stemma bianconero sul cuore – e altri giocatori”.
“Il Dio del calcio non ha ancora finito le lacrime”
La Federcalcio brasiliana ora pensa di fare un campionato con le retrocessioni congelate. Pelè, signore in campo e fuori, chissà se avrebbe gradito. Non possiamo chiederglielo perché è morto il 29 dicembre dell’anno scorso e dopo nemmeno dodici mesi il Santos è retrocesso per la prima volta in serie B. Forse anche questo è un segno del destino: “Evidentemente il Dio del calcio non ha ancora finito le lacrime” ha scritto Francesco Caremani.
Stefano Bisi