I wrapped token sono gli strumenti che consentono ai bridge di rendere possibile il passaggio da una blockchain ad un’altra. Per vararli, la versione tokenizzata di una criptovaluta viene ancorata ad un altro asset virtuale invece che ad uno reale, come avviene per le stablecoin classiche.
Tra quelli che hanno visto la luce nel corso degli ultimi anni, c’è anche Wrapped TRON, ovvero la versione tokenizzata della criptovaluta creata da Justin Sun. Al momento si trova al 202° posto della classifica di settore e ha sollevato più di un dubbio sulla sua effettiva validità.
Wrapped TRON, di cosa si tratta?
Wrapped TRON è in pratica un derivato di TRX. Rappresenta cioè TRON sulla blockchain di Ethereum e viene utilizzato in ambito DeFi per swap di token, fornitura di liquidità e altri casi d’uso. Proprio questa funzione di strumento per la finanza decentralizzata rappresenta in effetti la sua caratteristica più pregiata. Soprattutto in considerazione del fatto che TRON mira ad un ecosistema sempre più popolato nel futuro.
Il processo che permette di avere token di questo genere si chiama wrapping e vede un esercente inviare una quantità del token originario ad un custode, il quale provvede a coniare wrapped token per un valore equivalente. Al momento di tornare all’asset originale, l’esercente inoltra la richiesta di burn al custode, svincolando quello depositato.
Il principio su cui si basa Wrapped TRON è quello di favorire l’interoperabilità tra diverse blockchain, comprimendo i costi dei vari trasferimenti e aumentando le dosi di sicurezza. Oltre a quella di Ethereum nei piani di TRON c’è il supporto ad altre catene, a partire da Solana, Polygon e BNB Chain. Evidente l’intento di farne un attore di primo piano della finanza decentralizzata.
Come funziona Wrapped TRON
Per poter avere WTRX, gli interessati devono depositare i propri TRX all’interno di uno smart contract, il quale svolge la funzione di custode dell’operazione sulla Ethereum Virtual Machine. Sono proprio le condizioni contenute al suo interno a stabilire lo scambio con i token wrappati, in un rapporto paritario e l’invio di quelli coniati al wallet dell’utente.
Per poter convertire WTRX in TRX una volta che non servirà più la versione wrappata, gli utenti dovranno fare ricorso a Ethereum per riavere indietro i propri TRX dal contratto intelligente sulla rete TRON.
I vantaggi prospettati da questo procedimento sono in effetti molti. Il primo è individuabile nella possibilità di saltare da una rete all’altra senza dover ogni volta procedere ad una transazione, con allargamento di tempi e costi.
E, ancora, conferisce sicurezza agli importi che vengono messi in gioco nel corso delle transazioni, in quanto WTRX è ancorato alla quotazione di TRX. Non esiste la possibilità che vengano a formarsi discrepanze di alcun genere nel prezzo dei coin interessati, che sono sempre in rapporto paritario.
Quando si opta per questo genere di trading, però, occorre anche muoversi con una certa circospezione. Usando contratti intelligenti di terze parti è possibile che gli stessi presentino vulnerabilità di vario genere, tali da agevolare attacchi hacking.
Le prospettive per il futuro
I token sottoposti a wrapping sono un ibrido il quale, almeno in alcuni casi, si rivela molto utile. Soprattutto per chi vorrebbe poter condurre il proprio trading di criptovalute senza eccessive perdite di tempo e aumento di costi collegati alle operazioni.
L’interoperabilità che ne consegue rappresenta una notevole risposta alla mancanza di comunicazione che ha caratterizzato a lungo le catene, in particolare quelle di prima generazione. Ai vantaggi che abbiamo ricordato aggiungono alcuni difetti da tenere presenti, in caso si voglia far ricorso ad essi.
Nonostante ciò, Wrapped TRON non ha almeno per ora riscosso l’accoglienza che l’azienda si attendeva. In effetti i token avvolti si fanno notare per utilità, ma non sono molto considerati in termini di investimento. WTRX non fa, almeno per ora, eccezione alla regola.