La pirateria informatica sulle partite di calcio ha i giorni contati o, almeno, queste sono le speranze dell’Agcom che lancia a partire da oggi, 8 dicembre 2023, la piattaforma ‘Piracy Shield’. Il suo compito sarà quello di individuare e bloccare i siti che diffondono le dirette streaming degli eventi sportivi.
Pirateria calcio, Juventus-Napoli dell’8 dicembre 2023 prima partita sottoposta al controllo della nuova piattaforma
Pezzotto addio.
È quello che spera l’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) e, con lei, il calcio italiano, lanciando oggi la piattaforma ‘Piracy Shield’, che avrà il non facile compito di individuare e bloccare quei siti che trasmettono illegalmente in streaming gli eventi sportivi in diretta e, nello specifico, le partite del campionato di Serie A e B.
E la data scelta per il lancio non poteva essere più azzeccata, con il big match di Torino tra Juventus e Napoli in programma stasera alle 20:45.
Piracy Shield, come funziona?
Una battaglia che il mondo del calcio conduce da tempo contro queste attività illegali che, come denunciato dall’amministratore delegato della Lega Serie A Luigi De Siervo, sottraggono molte risorse all’intero sistema.
Un primo segnale, in questo senso, era arrivato a settembre, con la chiusura di 45 siti che trasmettevano partite illegalmente.
Tuttavia, a ‘incoraggiare’ il ricorso allo streaming illegale sono anche i problemi, costanti negli anni, di quello legale, con la piattaforma DAZN anche quest’anno bersaglio della rabbia dei tifosi.
Ma come funziona ‘Piracy Shield’?
La piattaforma sarà in grado di individuare, entro 30 minuti dalla diffusione del segnale, gli indirizzi dei siti pirata, con Lega Calcio e pay-tv che potranno così informare l’Agcom che inoltrerà alle società di Internet la richiesta di oscurarli.
Calcio e pirateria, le sanzioni
Ma a essere colpiti potranno essere anche i fruitori.
La segnalazione, infatti, permetterà a Guardia di Finanza e alla Polizia postale di risalire a chi visualizza i contenuti protetti.
Le sanzioni, in questo caso, sono state stabilite dal ‘decreto legge Caivano’ e vanno da multe fino a 15 mila 493 euro, fino a 3 anni di reclusione per chi distribuisce i contenuti illegali.