Con il raggiungimento dell’accordo di ieri sulla direttiva Case green, cambia profondamente il provvedimento che dovrà assicurare l’azzeramento delle emissioni di CO2 da qui al 2050. Sulla direttiva si è trovato un accordo formale, in attesa di formalizzare l’intesa in sede di Parlamento europeo e Consiglio dell’Unione europea, con tutta probabilità nella seduta plenaria del prossimo febbraio.

Per gli Stati membri cambia profondamente il recepimento della direttiva. Rispetto all’impianto originario, infatti, dovranno adottare tutte le misure necessarie, anche su incentivi e bonus, per raggiungere gli obiettivi che sono emersi nella serata di ieri. Non ci saranno più le classi energetiche da raggiungere per ciascun edificio, ma obietti del patrimonio immobiliare con riduzione dei consumi di fossili del 16% entro il 2030 sull’intero parco immobiliare, prima vera scadenza e banco di prova per una verifica dei target.

La Energy performance of buildings directive (Epbd) fissa anche modifiche sull’altro pilastro delle emissioni di sostanze inquinanti, quelle delle caldaie a gas nelle abitazioni. Per l’obbligo di abbandonare i combustibili fossili ci sarà più tempo, fino al 2040, rispetto alla precedente scadenza del 2035.

Direttiva Case green, obiettivi e bonus: ecco cosa cambia con l’accordo raggiunto

Vira verso la flessibilità la nuova direttiva Case green, arrivata all’accordo nella giornata di Ieri, 7 dicembre, nell’ultima seduta del trilogo, la fase di trattativa che coinvolge il Parlamento europeo, la Commissione europea e il Consiglio dell’Unione europeo. La definitiva approvazione dovrebbe arrivare a febbraio prossimo, con la seduta plenaria del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione europea.

La svolta flessibile data alla direttiva consentirà di considerare gli obiettivi da raggiungere non più casa per casa, ma come target del patrimonio immobiliare di ciascuno Stato membro. I Paesi, infatti, avranno più libertà di manovra nell’agire in vista del raggiungimento degli obiettivi che, per quelli intermedi, sono stati posticipati negli anni, fermo restante l’obiettivo generale di azzeramento delle emissioni fissato per il 2050.

Bonus, finanziamenti e tabella di marcia saranno fissati, dunque, dai singoli Paesi membri, purché si arrivi a ridurre la percentuale, attualmente calcolata al 36%, di emissioni degli edifici, che impiegano anche il 40 per cento dell’energia.

Case green obiettivi bonus, cosa cambia rispetto al sistema delle classi energetiche?

Più nel dettaglio, nella svolta della direttiva Case green ha pesato il volume di interventi e di investimenti che avrebbero dovuto essere adottati da ciascun proprietario di immobile per mettersi in regola. L’articolo più divisivo della direttiva, il numero 9, prevedeva il raggiungimento della classe energetica “E” entro il 2030 e la classe “D” entro il 2033. In Italia avrebbero dovuto adeguarsi soprattutto i proprietari di case in classe “G” ed “F”, con lavori non di poco conto per raggiungere un certo livello di efficientamento energetico.

Obiettivi di riduzione delle emissioni

La nuova versione della direttiva Case green avrà la data di inizio nel 2026, anno nel quale le politiche degli Stati membri dovranno assicurare una diminuzione delle emissioni per arrivare a tagli del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. A ben vedere, obiettivi più alla portata rispetto a quelli delle classi energetiche che avevano una scadenza da qui a dieci anni. Le ristrutturazioni della nuova tabella di marcia della Epbd fissano a 43% la percentuale da raggiungere per gli edifici meno performanti dal punto di vista energetico. In base ai nuovi obiettivi, ecco come cambia il sistema dei bonus edilizi in Italia.

Chi dovrà fare lavori di efficientamento energetico degli edifici in Italia?

In Italia, investimenti e incentivi dovranno mirare a migliorare la situazione energetica e di consumi di cinque milioni di immobili. Non ci sarà l’uniformità nei sistemi di prestazione energetica come prevedeva l’originaria formulazione della direttiva. Ciò significa che i sistemi adottati in Italia rimarranno in vigore, si guarderà solo all’obiettivo generale che porterà all’abbattimento delle emissioni nei prossimi decenni.