Anche nel mondo crypto c’è una grande necessità di poter contare su informazioni attendibili. In particolare, gli sviluppatori devono poter contare su di esse nell’ambito del proprio lavoro, in modo da poter avere un quadro della situazione in cui andranno a calare le proprie realizzazioni.
Covalent è uno dei progetti che cercano di andare incontro a queste esigenze. Il suo software è in grado di aggregare i dati provenienti da diverse piattaforme blockchain di primaria importanza, a partire da Ethereum, Avalanche e Polygon, e metterli a disposizione di chi li richieda. Andiamo a vedere più da vicino di cosa si tratti e, soprattutto, cosa si proponga.
Covalent: di cosa si tratta
Covalent è un software che si propone di indicizzare i dati provenienti da altre blockchain e renderne possibile una agevole consultazione grazie ad un’API (Application Programming Interfaces) unificata. Dati che, essendo codificati in smart contract non sarebbero accessibili con gli strumenti disponibili.
Grazie a Covalent, quindi, gli sviluppatori possono avere una vera e propria istantanea dell’intero ecosistema blockchain. Cui, nell’immediato futuro, potrebbero aggiungersi i dati provenienti dalle aziende e dai privati.
Gli utenti che creano, indicizzano, convalidano e recuperano i dati dalle blockchain sono remunerati con CQT, il token nativo della rete. Altra caratteristica di spicco di Covalent è rappresentata dall’essere una soluzione che non necessita di operazioni complesse per il recupero dei dati necessari. Risulta in conseguenza di ciò accessibile a tutti, senza dover far ricorso a specialisti, coi costi che ne possono conseguire.
Come funziona Covalent
I dati indicizzati da Covalent, che possono essere contratti intelligenti, transazioni, indirizzi di wallet e molto altro, sono unificati da un solo formato, indicato come “block-specimen“. Per l’esecuzione delle query di ricerca gli utenti hanno a loro disposizione un’API unificata, mentre l’accesso ai dati è reso possibile da un sistema cui concorrono varie figure, ovvero:
- i validatori, chiamati a garantire integrità e accuratezza dei dati e a sorvegliare la trasparenza dei partecipanti. Chi vuole essere uno di essi deve mettere in staking i token CQT e può essere sanzionato in caso di comportamenti opachi;
- gli indicizzatori, coloro che si assumono il compito di raccogliere i dati necessari, verificarne l’attendibilità e pubblicarli sul network;
- i produttori di block specimen, che dopo averli raccolti li inseriscono in un nodo di archiviazione venendo remunerati in CQT per il lavoro svolto;
- i rispondenti alle richieste di archiviazione, delegati al recupero dei dati richiesti dagli utenti finali di Covalent, che dopo aver eseguito il wrapping delle richieste firmate inviano le informazioni alla blockchain;
- i rispondenti alle richieste di query preposti alla gestione delle richieste esterne inviate dall’API di Covalent.
Il sistema così congegnato è protetto da un meccanismo di consenso Proof-of-Stake e prevede in sede di tokenomics un miliardo di esemplari. I CQT, che hanno un carattere deflattivo, fungono da utilità e token di governance. Una volta messi in staking conferiscono ai loro possessori il diritto di partecipare alle decisioni relative allo sviluppo di Covalent, assicurando una rendita passiva.
Le prospettive per il futuro
Covalent si presenta come un progetto espressamente rivolto agli sviluppatori che necessitano di dati. Se gli oracoli svolgono questa funzione verso il mondo esterno, nel suo caso le informazioni sono quelle provenienti dalle altre blockchain.
Il suo successo, quindi, non va a dipendere dai momenti particolari del mercato, bensì dalla capacità di affermarsi come un vero e proprio servizio decentralizzato. Considerato come i dati rappresentino un vero e proprio affare, e potrebbero assumere un valore ancora maggiore nell’immediato futuro, Covalent sembra denotare le caratteristiche giuste per accrescere la propria influenza.
Al tempo stesso sconta sul mercato il fatto di non rappresentare un asset speculativo. I trader che possono essere interessati al suo acquisto sono quelli che intendono attenuare il rischio collegato ai mercati criptovalutari diversificando il proprio portafogli d’investimento. Questo spiega il 198° posto al momento detenuto nella classifica di settore.