L’ambasciata USA a Baghdad è diventata il bersaglio di alcuni missili all’alba di oggi, 8 dicembre 2023, caduti nella ‘Green Zone’ della capitale, ritenuta sicura. Gli Stati Uniti hanno chiesto al governo iracheno la protezione del personale impiegato nella sede diplomatica.

Missili sull’ambasciata USA a Baghdad all’alba di oggi, 8 dicembre 2023, udite esplosioni e sirene di allarme

Esplosioni, sirene e la voce da un altoparlante che avverte di “cercare riparo, tenersi lontani dalle finestre e attendere ulteriori istruzioni“.

È il resoconto di un funzionario americano della mattinata di terrore vissuta a Baghdad, capitale dell’Iraq, dopo che almeno tre razzi sono caduti nei pressi dell’ambasciata statunitense, vicino alla base Union III.

La struttura ospita i militari appartenenti alle truppe della coalizione internazionale anti-jihadista e si trova all’interno della ‘green zone’ – la zona sorvegliata e, solitamente, considerata sicura – dove si trovano istituzioni governative e le varie sedi della diplomazia internazionale.

USA al governo dell’Iraq: “Proteggere il personale dell’ambasciata”, timori per escalation del conflitto a Gaza

L’attacco sembra confermare i timori che avevano portato alla visita, il mese scorso, del Segretario di Stato degli Stati Uniti d’America, Anthony Blinken, nella capitale irachena. Un incontro a sorpresa con il primo ministro iracheno Mohammed Shia al-Sudani che aveva come obiettivo scongiurare la possibile escalation del conflitto nella Striscia di Gaza.

L’episodio di queste ultime ore non fa che aumentare le preoccupazioni riguardanti l’attività ancora molto forte dell’Isis sul territorio. Proprio per questo, gli Stati Uniti hanno richiesto ufficialmente, tramite un portavoce dell’ambasciata, la protezione del personale diplomatico presente nella capitale.

“Chiediamo ancora una volta al governo iracheno di proteggere il personale e le strutture diplomatiche e dei partner della coalizione”.

Il comunicato conferma, inoltre, che l’attacco non ha causato vittime.

Immediata la risposta del primo ministro al-Sudani che, in una nota, ha dichiarato di aver dato ordine di dare la caccia ai responsabili, chiarendo che si tratta di persone “senza legge che non rappresentano in alcun modo la volontà del popolo iracheno“.