Sembra andare a chiudersi la questione dei tagli dal 2024 sulle pensioni di medici, infermieri, maestri, ufficiali giudiziari e dipendenti degli enti locali, per i quali le decurtazioni di importo scatteranno solo sui meccanismi di uscita anticipata. Tuttavia, lo stesso emendamento che va a limitare l’effetto delle decurtazioni dell’articolo 33 della bozza di legge di Bilancio 2024, stabilisce un nuovo meccanismo che inciderà sull’uscita dei dipendenti del pubblico impiego interessati, ritardandone l’uscita da uno a sei mesi.
Infine, un allentamento del sistema dei tagli sembrerebbe assicurarlo un altro punto dell’emendamento che fissa la riduzione di 1/36esimo dell’aliquota di rendimento della quota retributiva. Cioè significa che la riduzione di questa aliquota favorisce un allentamento del meccanismo che allontana la pensione. Le novità arrivano a margine dei correttivi alla Manovra 2024 che interessano, tra gli altri capitoli di spesa, il taglio delle pensioni di determinate categorie di dipendenti pubblici.
Tagli pensioni medici, infermieri e maestri, arriva un nuovo meccanismo per ritardare l’uscita da 1 a 6 mesi
Arriva l’emendamento che salva le pensioni dei dipendenti pubblici che versano i contributi alla Cassa per le pensioni ai dipendenti degli enti locali (Cpdel), alla Cassa per le pensioni dei sanitari (Cos), alla Cassa per le pensioni degli ufficiali giudiziari, degli aiutanti ufficiali giudiziari e dei coadiutori (Cpug) e alla Cassa per le pensi degli insegnanti di asilo e delle scuole elementari parificate (Cpi).
Essenzialmente, su medici e infermieri, maestri, ufficiali giudiziali e dipendenti degli enti locali la questione aperta dall’articolo 33 del disegno di legge di Bilancio 2024 per assicurare un risparmio nella spesa previdenziale da qui ai prossimi decenni, si chiude per ora con la salvaguardia di chi, appartenente a queste categorie, esca dal prossimo anno con la pensione di vecchiaia.
Pensione di vecchiaia e requisiti entro il 31 dicembre 2023 salvi
Dunque, assicurando il servizio fino ai 67 anni di età non si andrà incontro a decurtazioni della propria pensione futura. I tagli riguardano l’aumento dell’aliquota di rendimento sui contributi versati nel periodo retributivo dal 1981 al 1995.
Agendo su queste percentuali, secondo le stime dei sindacati, si potrebbero produrre dei tagli degli assegni previdenziali fino al 25 per cento. Salvaguardati sono anche i prossimi pensionati con requisiti maturati entro il 31 dicembre 2023.
Tagli pensioni medici infermieri dal 1° gennaio 2024: decurtazioni sulle uscite anticipate
La stretta si abbatterà solo su chi esca con la pensione anticipata. Il ricalcolo al ribasso inciderà su chi maturerà, dal prossimo 1° gennaio, 42 anni e 10 mesi di contributi (se uomo) o 41 anni e 10 mesi di contributi (se donna), indipendentemente dall’età di uscita. Non subirà decurtazioni della propria pensione anche chi raggiungerà i limiti di età di servizio e quindi debba lasciare, obbligatoriamente, il posto di lavoro per collocamento a riposo.
Nuovo meccanismo per rimandare la pensione da 1 a 6 mesi: di cosa si tratta?
Fin qui l’emendamento rispetta alcune delle soluzioni che erano trapelate nei giorni scorsi per risolvere la questione dei lavoratori del pubblico impiego interessati. Tra le novità in arrivo nella legge di Bilancio 2024 rientra quella del meccanismo che consente di posticipare la data di pensionamento.
Tutti i dipendenti del pubblico impiego interessati dall’articolo 33 del disegno di legge di Bilancio saranno sottoposti a osservare una tabella di marcia che prevede il posticipo di un mese, dal 1° gennaio 2025, dei requisiti di pensionamento; nel 2026 i mesi di posticipo sono due, nel 2027 quattro e, dal 1° gennaio 2028, sei mesi.
Con questa misura, il governo allontana la pensione dei lavoratori interessati e, in particolare per il settore della sanità, di consentire ai medici e agli infermieri di rimanere in servizi con oltre quattro decenni di servizio e un’età effettiva che si aggira intorno ai 70 anni.