L’amore per il calcio scocca sin da bambino e nel cassetto cresce il sogno di arrivare un giorno ai massimi livelli. Giuseppe Pancaro quel sogno lo ha realizzato e nel corso della sua carriera si è tolto soddisfazioni enormi. È diventato grande grazie alla Lazio prima e al Milan poi. Ha vestito la maglia della Nazionale e vinto due scudetti, la Coppa delle Coppe e svariati altri trofei. Terzino completo, capace di giocare con la stessa qualità sia a destra che a sinistra. Grande corsa, spinta offensiva ma anche ruvido in marcatura, sotto la guida di Eriksson diventa per la prima volta campione d’Italia. In biancoceleste resta per 6 anno e scrive una pagina di storia importante. Per commentare il momento della squadra di Sarri e la gara di domani, Verona-Lazio, Pancaro è intervenuto in esclusiva a Tag 24.

Verona-Lazio, Pancaro a Tag24

A Verona per vincere, per rilanciarsi in ottica europea, per scacciare del tutto la crisi. A Verona per dimostrare di essere squadra, per ritrovare solidità difensiva ma anche pericolosità davanti. La Lazio i suoi bonus se li è già giocati tutti e ha toccato il fondo nella bruttissima sconfitta di Salerno. Sarri sa bene che al Bentegodi non sarà una passeggiata, anche perché affrontare squadre a cui servono punti per la salvezza è sempre difficile. Domani però non ci possono essere alibi. Il mister spera di poter avere a disposizione anche Vecino, ma la situazione in società non è ancora del tutto definita e la pace non è ancora arrivata. Per commentare il momento dei biancocelesti e concentrarci su Verona-Lazio, Pancaro è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Non è una Lazio entusiasmante dal punto di vista del gioco, ma nell’ultima settimana ha collezionato tre vittorie in tre partite. È una squadra che sta ritrovando prima di tutto solidità difensiva?

“Diciamo che le ultime tre partite direbbero di sì. La Lazio avrà in questo momento sta pagando un avvio incerto, la realtà è questa. La classifica non è quella che meriterebbe questa squadra è l’unico modo per poter riparare adesso è riuscire ad incastrare qualche partita buona e soprattutto qualche risultato in maniera continuativa”.

È un paradosso però che i clean sheet siano arrivati con così tante assenze, soprattutto in difesa. Mancano su tutti Romagnoli e Casale. Ti stupisce?

“Sinceramente non parlerei ancora di solidità difensiva, non sono tre partite che possono darci un dato certo. Dobbiamo valutare anche la forza degli avversari, e direi che in questa settimana la Lazio non ha affrontato nessuno così forte. Per poter parlare realmente di solidità difensiva dobbiamo aspettare ancora un po’ e magari prendere in considerazione un numero di partite più ampio. È sicuramente buono il fatto che nelle ultime partite non abbia subito gol, ma aspettiamo ancora un attimo per capire se la situazione è risolta o meno”.

La prova del nove sarà la partita della prossima settimana contro l’Inter?

“Quella con nerazzurri non sarà sicuramente una partita semplice. L’Inter è la squadra più forte del campionato, quella che gioca meglio e meritatamente occupa il primo passo della classifica. Una squadra che trova con grande facilità la via della rete che sarà sicuramente un buon test. I punti persi per strada però, soprattutto all’inizio della stagione, ora pesano. Per poter recuperare non si può sbagliare più”.

A proposito di questo, con il Verona che cosa ti aspetti?

“È scontato dire che partite semplici non esistono. Tra l’altro il Bentegodi è sempre stato un campo molto ostico per la Lazio, lo ricordo bene anche ai miei tempi. Si troveranno una squadra in lotta per non retrocedere e sarà una battaglia. Se la Lazio vuole migliorare la sua classifica però deve andare lì e vincere”.

Quello che manca in questa stagione è soprattutto il gioco offensivo, la Lazio fatica a creare palle pericolose. Come te lo spieghi?

“Secondo me uno dei motivi, se non quello principale, è la partenza di Milinkovic-Savic. Se facciamo una valutazione sulla pericolosità offensiva della Lazio non possiamo non tener conto del fatto che lui incideva tantissimo in termini di presenza fisica in area. Era un giocatore molto forte di testa e questo è uno dei motivi”.

Forse molto dipende anche dalla stagione sotto tono dei due esterni, Felipe Anderson e Zaccagni, che stanno rendendo molto meno dello scorso anno? 

“Forse si, anche se non dipende mai da un singolo. Se la Lazio ha avuto una partenza come nessuno si aspettava dipende da tutta la squadra che sta facendo fatica in generale. Non è mai colpa di uno piuttosto che di un altro”.

Chiudiamo parlando di Vecino e della decisione presa dalla Lazio nei suoi confronti. Pensi sia una cosa recuperabile?

“Non lo so sinceramente, ma è un peccato. Mi auguro di sì perché Vecino è un giocatore importante, che per caratteristiche può dare tanto a questa Lazio. È chiaro che all’interno di una società ci sono delle regole e bisognerebbe capire bene cosa è accaduto per esprimere un giudizio. Spero si possa trovare un punto d’incontro”.