Dopo la mancata intesa di ieri notte sul documento pre Ecofin, Gentiloni fa il punto della situazione e si dichiara ottimista: “Abbiamo bisogno di ulteriore lavoro ma sono fiducioso che un accordo possa essere raggiunto nei prossimi giorni”. Al vaglio, ci sarebbe anche un testo comune Francia, Germania, Italia e presidenza spagnola.

Gentiloni rassicura dopo la mancata intesa sul Patto di Stabilità: “Possiamo essere fiduciosi”

Le dichiarazioni di Paolo Gentiloni arrivano questa mattina dopo le 8 ore di discussione di ieri, proseguite ben oltre la mezzanotte a Bruxelles, sulla revisione del Patto di Stabilità. Il mancato accordo tra le delegazioni dei 27 Paesi ha aperto la discussione politica intorno agli scenari possibili. Gentiloni è intervenuto, buttando acqua sul fuoco dell’ondata di preoccupazione generata dall’esito incerto della riunione. Il commissario europeo si dice infatti ottimista rispetto alla ripresa dei lavori, pronosticando una prossima conclusione costruttiva.

Gentiloni ha infatti sintetizzato così le trattative appena trascorse: “Abbiamo avuto una discussione positiva. Sono stati fatti progressi sostanziali per un buon bilanciamento tra le salvaguardie e il bisogno di trovare spazio per investimenti e crescita. La missione non è compiuta. Abbiamo bisogno di ulteriore lavoro ma sono fiducioso che un accordo possa essere siglato nei prossimi giorni”, aggiungendo che l’intesa sui temi caldi potrebbe essere raggiunta “entro fine anno”.

In arrivo accordo tra Francia, Germania, Italia e presidenza spagnola

Secondo fonti diplomatiche “i negoziati si sono concentrati principalmente sugli aggiustamenti minimi chiesti quando uno Stato membro è in procedura per disavanzo eccessivo e sulla loro modulazione in base a investimenti e a riforme. Sul tavolo c’è un compromesso preparato da Francia, Germania, Italia e presidenza spagnola. Gli Stati si impegnano a esaminarlo in modo costruttivo. Terrà conto dell’impatto dell’aumento dei tassi di interesse nel periodo 2025-2027 e fornirà il margine di manovra necessario per continuare a investire e intraprendere riforme strutturali”.