Stop caldaie a gas dal 2040: l’accordo siglato tra il Consiglio e il Parlamento europeo sulla direttiva relativa alle abitazioni eco-sostenibili impone agli Stati membri di assicurare una riduzione del 16% del consumo medio di energia per le residenze entro il 2030 e del 26% entro il 2035. Il 55% di questa riduzione energetica deve derivare dalla ristrutturazione degli edifici con performance più scadenti. Andiamo a scoprire cosa succederà dopo il 2040 a chi ha già in casa una caldaia a gas.
Stop caldaie a gas dal 2040, cosa prevede la direttiva UE?
Si avvicina il divieto di vendita e acquisto di caldaie a gas. La direttiva nota come “Case Green” (ufficialmente denominata Direttiva sulla prestazione energetica degli edifici) si trova nella fase conclusiva, con le istituzioni dell’Unione europea che hanno raggiunto un accordo sul testo. È necessario solo un ultimo voto per renderlo effettivo.
È stato concordato di includere nei Piani nazionali di ristrutturazione edilizia una tabella di marcia mirata a eliminare gradualmente le caldaie alimentate da combustibili fossili entro il 2040.
Gli obiettivi primari della nuova direttiva prevedono che:
- entro il 2030 tutti i nuovi edifici siano a emissioni zero,
- entro il 2050 l’intero patrimonio edilizio esistente sia convertito in edifici a emissioni zero.
I due enti legislativi hanno anche convenuto sull’installazione di impianti solari adeguati nei nuovi edifici, negli edifici pubblici e in quelli non residenziali esistenti che vengono ristrutturati con richiesta di permesso.
Cosa succede a chi ha già una caldaia a gas in casa?
L’obiettivo della direttiva è quello di rendere più efficienti dal punto di vista energetico gli edifici europei, limitando l’uso dei combustibili fossili. Ecco dove entrano in gioco le caldaie a gas.
Il divieto non influirà su chi già possiede una caldaia a gas, ma solo su chi deve acquistare un nuovo sistema di riscaldamento, sia per sostituire uno vecchio o per installarlo in un nuovo edificio. Quando si parla di “divieto di caldaie a gas”, non significa che diventerà illegale possederne una. Piuttosto, dal momento prestabilito in poi, la produzione e la vendita saranno vietate. Pertanto, chi ne acquista una dovrà optare per un sistema alternativo che non si basi sui combustibili fossili, come ad esempio una pompa di calore.
La data esatta, come detto, è il 2040. Ci saranno fasi intermedie, ma sostanzialmente sostituire la caldaia (anche con un’altra a gas) non dovrebbe presentare problemi per altri quindici anni circa.
Nel frattempo, è prevista una misura intermedia: gli Stati non potranno più offrire incentivi fiscali per l’acquisto e l’installazione di sistemi di riscaldamento a gas. Questi vantaggi dovrebbero terminare prima che entri in vigore il divieto effettivo, probabilmente già nel 2025. Tuttavia, rimarranno in vigore per gli apparecchi ibridi, come quelli che combinano caldaia e pompa di calore.
La direttiva sulle abitazioni eco-sostenibili prevede anche l’obbligo di installare pannelli solari in tutti gli edifici pubblici e non residenziali di determinate dimensioni, escludendo i casi in cui ciò non sia fattibile o conveniente. Per quanto riguarda la ristrutturazione delle abitazioni, non è più previsto il raggiungimento di una specifica classe energetica entro un anno preciso, ma ogni Stato avrà l’incarico di delineare un percorso con obiettivi intermedi.
Spetta quindi al governo italiano, per esempio, elaborare un piano che identifichi gli edifici da ristrutturare, i tempi e l’ammontare del risparmio energetico previsto. L’unico obiettivo comune in tutta Europa sarà raggiungere una determinata percentuale di risparmio energetico entro il 2050.