La foto tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini ritraeva i due leader sorridenti e testimoniava il clima positivo nella coalizione. Almeno queste erano le intenzioni dei leader di Fratelli d’Italia e della Lega. Se tutto finirà liscio lo si vedra’ all’Ecofin di oggi ma Roma sta lavorando con Bruxelles per cercare un accordo, sottolineano fonti ministeriali. Da qui l’obiettivo anche del capo del governo di evitare che l’esecutivo abbia posizioni distanti sull’atteggiamento da tenere con l’Unione europea. Ecco il motivo dell’incontro con Matteo Salvini. Una strategia, quella della premier, improntata alla collaborazione. Anche in vista delle Europee, fermo restando che il prossimo appuntamento elettorale si gioca sul proporzionale che porta i partiti a differenziarsi. Concetti che il presidente del Consiglio ha ripetuto molte volte e che sarebbero stati ribaditi anche al vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture. Il voto della prossima primavera, però, rischia di creare fibrillazioni nell’alleanza: al di la’ dell’esito della kermesse dei ‘sovranisti’ a Firenze nella coalizione c’e’ chi non ha gradito alcune affermazioni del segretario leghista sul fatto che le istituzioni siano ora “occupate abusivamente”. Lo scopo e’ quello di non prestare il fianco alle polemiche. “Il centrodestra sta molto bene, e’ in salute”, ha assicurato Meloni. “Quello che siamo riusciti a fare in Italia si deve tentare di costruire anche in Europa. Oggi abbiamo una grande occasione: si potrebbe realizzare uno scenario in cui nel Parlamento europeo si potrebbe costruire una maggioranza piu’ compatibile a livello di visione” e “ritrovarci istituzioni europee in cui l’Italia conta molto di piu’, che e’ l’obiettivo mio e di tutta la maggioranza”, ha osservato. In Fdi c’e’ chi rimarca come le parole della premier vadano lette come un invito all’alleato a convergere sulle posizioni di Ecr o ad entrare direttamente nei Conservatori. “Il centrodestra ricordi Berlusconi e non ponga veti”. Il ‘capitano’ leghista ha citato l’ex premier che “sdogano’ l’Msi per bloccare il Pci-Pds, ora Pd”. Tra i moderati della coalizione si fa notare come proprio il Cavaliere sia stato l’artefice dell’ingresso di FI nel partito popolare europeo: sbagliato quindi il paragone, la tesi. Un ‘big’ della Lega sottolinea come sia naturale come con le regole del gioco attuali ogni partito debba portare avanti una propria strategia, fermo restando che gli equilibri del governo e della maggioranza non saranno toccate. Ma nella sostanza il partito di via Bellerio non modifica la propria linea. “Bisogna guardare ai numeri in Europa e portare il modello del centrodestra italiano” fuori dai confini, dice per esempio il vice segretario della Lega, Crippa, “non bisogna fare una partita ad esclusioni”. Dunque nessun cambio di rotta riguardo l’appartenenza in Id e neanche sul tema delle alleanze.
Fratelli d’Italia sa che i toni di Salvini cresceranno con l’avvicinarsi delle elezioni europee
Resta aperta, almeno fino al voto del 6-9 giugno la questione in Europa, con i tre partiti che guidano il centrodestra in Italia che appartengono a tre famiglie diverse a Bruxelles. Da Fratelli d’Italia, tra l’altro, ci si attende che i toni di Salvini possano crescere nel momento in cui si avvicinera’ la data delle elezioni. Per questo, la tregua tra i due leader c’è stata ma non sarà infinita. L’accordo, a quanto siamo in grado di ricostruire, durerà giusto il tempo di chiudere la partita in Europa sul patto di stabilità, approvare la legge di bilancio e consentire al Parlamento italiano di ratificare il Mes (evitando fibrillazioni da parte della Lega). Poi comincerà la vera sfida elettorale per le europee. Anche all’interno del centrodestra.