In un panorama crypto sempre più concorrenziale, sono molti i progetti che si propongono di conseguire ottime prestazioni in alcuni ambiti fondamentali, a partire dalla velocità transazionale. Tra di essi c’è anche IOST, una soluzione lanciata nel gennaio 2018 da Jimmy Zhong, Terrence Wang, Justin Li, Ray Xiao, Sa Wang e Kevin Tan.
Il progetto si presenta come una soluzione blockchain ultraveloce, senza però rinunciare ad altre caratteristiche di spicco, a partire dalla necessaria sicurezza. Andiamo quindi a osservarlo più da vicino per cercare di capirne le effettive potenzialità.
IOST: di cosa si tratta
IOST è una piattaforma blockchain open source progettata per conseguire performance di rilievo in termini di scalabilità e sicurezza. Con un obiettivo di fondo ben preciso: fungere nel futuro da vera e propria spina dorsale per i servizi decentralizzati sul web.
Si tratta di un obiettivo estremamente ambizioso, soprattutto alla luce della concorrenza che IOST si trova a dover affrontare. Rappresentata in particolare da Ethereum e dai tanti Ethereum Killer che continuano ad affacciarsi sul mercato per cercare di spezzarne in predominio in ottica DeFi (Decentralized Finance).
Ethereum, però, prima del Merge ha evidenziato grandi lacune in tema di scalabilità. L’adozione dell’algoritmo di consenso Proof-of-Work, infatti, si è tradotto in problemi di non poco conto sotto questo aspetto, testimoniati da un semplice dato, le 20 TSP (transazioni per secondo) che riusciva ad eseguire.
IOST, dal canto suo, si propone invece di arrivare a circa 100mila, un dato enorme anche se raffrontato a quello di TRON (2mila) ed EOS (4mila). Un risultato reso possibile da un’architettura di rete che vede la presenza di alcune tecnologie estremamente performanti.
IOST: i punti di forza
A rendere possibile le prestazioni di IOST è in particolare la scelta dello sharding, ovvero la frammentazione della catena in sub-partizioni che lavorano in perfetta autonomia, convalidando le transazioni senza fare ricorso all’intera rete. Ogni shard, a sua volta, contiene un insieme univoco di smart contract, in modo da aumentare la scalabilità del sistema.
Altro fattore di forza della blockchain di IOST è poi rappresentato da un innovativo sistema di convalida delle transazioni, indicato dagli stessi sviluppatori come Proof of Believability (PoB). Si tratta di una delle tante varianti che compongono la famiglia dei protocolli di consenso Byzantine Fault Tolerance. A svilupparlo è stato proprio il team di IOST e si fonda sullo storico di ogni nodo, ovvero sul suo comportamento e rendimento del passato. In tal modo si preserva non solo la sicurezza del sistema, ma anche il principio della decentralizzazione.
Il sistema così formato prevede la presenza di un token di utilità, IOST, che a questa funzione accumula anche quelle di governance. In pratica, chi detiene questi asset virtuali si garantisce il diritto a partecipare ai processi decisionali riguardanti la vita sociale.
La sua tokenomics prevede un’offerta massima pari a 21 miliardi di esemplari, configurandosi quindi come asset di carattere deflazionistico. il 40% di essi è stato venduto nel corso di una Initial Coin Offering (ICO) tenutasi nel 2018, per una cifra superiore ai 31 milioni di dollari.
Le prospettive per il futuro
IOST si trova al momento al 184° posto della classifica di settore. Nonostante le peculiarità tecnologiche non è quindi riuscito ad uscire dal limbo, soprattutto a causa della concorrenza con cui deve confrontarsi.
Proprio la crescita dell’Internet of Service, cui IOST si dedica, sembra però poter porre le basi per una sua crescita nell’immediato futuro. Da rilevare in tal senso la presenza all’interno del suo ecosistema di BlueHill, un incubatore progettato in maniera simile a ConsenSys di Ethereum. Il suo obiettivo è il supporto a infrastrutture e progetti che potrebbero in effetti farlo crescere in maniera esponenziale.
Altro fattore da non sottovalutare è poi l’appoggio delle imprese cinesi. Il Blockchain Research Institute ha infatti insignito l’azienda con il “China Blockchain Technology Innovation Enterprise 2019”. Mentre il China Electronic Information Industry Development Institute (CCID) ha classificato il protocollo al primo posto nella tecnologia blockchain, davanti a Bitcoin, Ethereum, EOS e Cardano.