Un dirigente capace di scrivere la storia del calcio in Italia. Per anni Luciano Moggi è stato il re del mercato, ha scovato talenti anticipando chiunque altro e ha vinto quasi tutto ciò che si poteva vincere. Juventus, Roma, Lazio e Torino, prima di approdare al Napoli di Maradona, campione d’Italia e vincere la Coppa Uefa. Lucianone però, come lo hanno sempre chiamato i suoi sostenitori, ha deciso poi di chiudere il cerchio tornando in bianconero, con l’esperienza più importante e duratura di tutta la sua carriera. Due delle sue ex squadre domani si troveranno l’una di fronte all’altra e per commentare Juventus-Napoli, Moggi è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Juventus-Napoli, Moggi a Tag24
La quindicesima giornata di campionato è già alle porte. Siamo in vigilia di uno dei big match più attesi dell’intera stagione: la sfida tra Juventus e Napoli. Uno scontro diretto importantissimo per la lotta per lo scudetto ma anche una rivalità ormai storica e radicata. La squadra di Allegri, in casa, vorrà continuare nel percorso già intrapreso e rimanere col fiato sul collo dell’Inter capolista. I ragazzi di Mazzarri però sanno bene che la sfida dell’Allianz Stadium rischia di essere una gara da dentro o fuori. Dopo aver perso con i nerazzurri, domenica scorsa, i campani devono battere i bianconeri se vogliono rientrare in corsa per il titolo. Per commentare Juventus-Napoli, Moggi, che nella sua carriera ha lavorato e vinto con entrambe le società, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Quella tra Napoli e Juventus è una partita molto sentita e tanto attesa, tra due squadre che stanno vivendo momenti diversi. Direttore, lei cosa si aspetta di vedere in campo?
“Penso che quella di domani sarà una partita molto combattuta. Ho seguito il Napoli nell’ultimo periodo e anche se ha perso 3 a 0 con l’Inter, ha dimostrato di essere una squadra viva e ha avuto anche un po’ di sfortuna. I nerazzurri in questo momento sono i più forti di tutti, ma se entra quel palo di Politano parliamo di un’altra partita. La Juventus invece, pur non dando dimostrazione di bel gioco, sta facendo risultati e questa è la cosa che conta. È una squadra solida a cui è davvero difficile fare gol. Quindi penso che il Napoli vorrà riprendersi i punti che ha perso in casa con l’Inter, la Juventus vorrà continuare nel percorso intrapreso e fare un bel campionato come già sta facendo”.
A proposito di questo, per il Napoli è una partita da dentro o fuori nella corsa scudetto?
“Manca ancora troppo, non si può dire una cosa del genere. Non siamo arrivati neanche a metà campionato e ci sono ancora tantissime possibilità. È chiaro che se parliamo di scudetto a vantaggio della Juve c’è il fatto che con l’anno nuovo le squadre più forti perderanno energie in Champions League, mentre i bianconeri potranno preparare una partita a settimana. L’impianto del Napoli però è solido e nonostante avranno l’impegno in Europa, nel momento in cui si decideranno le sorti del campionato, sono convinto resti una squadra che possa far bene. Gli azzurri si faranno rispettare da tutti, è quello di Torino resta un incontro difficile da pronosticare, in cui non c’è una favorita. Sarà una battaglia tra due squadre che si contenderanno i primi posti della classifica”.
Ritiene corretta la scelta di affidare il Napoli a Mazzarri?
“Garcia è stato il primo allenatore che ha sostituito Spalletti e il primo allenatore può sempre sbagliare, specie se vuole dare alternative diverse alla squadra. Per chi arriva dopo invece va fatto un altro discorso perché ora se il mister non fa risultati è colpa della squadra e non sua. Questo per dire che Mazzarri ha un compito molto più semplice e ora la squadra sa di non avere più alibi e cercherà sicuramente di fare meglio. Ho sentito un’intervista di Anguissa in cui, in modo molto poco simpatico, ha detto che finalmente ora sono tutti nel proprio ruolo. Non ha parlato di preparazione, che è un’altra cosa, ma di impiego. Questo a significare che non c’era nessun feeling tra la squadra e l’allenatore. Ora Mazzarri è stato accolto come il salvatore della patria e ha trovato una squadra intenta a dimostrare che la colpa di tutto era di Garcia”.
Del gioco tanto contestato di Allegri invece cosa pensa?
“È una squadra molto solida che fa giocare male gli avversari e questa è una qualità che non ha quasi nessuno. Facendo così, se riesce a segnare un gol, vince di corto muso altrimenti sa di pareggiare. Lo ha dimostrato soprattutto la sfida con l’Inter. I nerazzurri sono andati a maramaldeggiare a Napoli, mentre si sono messi ad attendere a centrocampo contro la Juve, accontentandosi dell’uno a uno. Questo significa che dei bianconeri avevano timore mentre degli azzurri si sono sentiti superiori”.
Moggi, doppio ex
Lei ha avuto un passato glorioso con entrambe queste squadre. Qual è il ricordo più bello che la lega a Juventus e Napoli?
“Ho vinto dappertutto ed è difficile trovare raccontare un episodio. La cosa che differenzia queste due avventure è che quando vinci a Napoli si festeggia davvero, quando vinci con la Juventus invece sono talmente abituati che con 2 ore finisce l’entusiasmo e devi ricominciare a lavorare per l’anno successivo. La soddisfazione di base insomma è quella di poter vincere ovunque, ma poi ti diverti più a Napoli che a Torino”.
I campioni oggi
In questo momento c’è un giocatore che la entusiasma?
“Posso fare solo il nome di Bellingham. Campioni del genere ti attirano a vedere le partite. Anche l’Inter ha calciatori eccellenti e soprattutto un centrocampo fantastico. Barella di fronte alla difesa è un frangiflutti che riesce a smorzare ogni occasione avversaria e a portare avanti la squadra. Poi c’è Calhanoglu che credo sia il miglior centrocampista di questo momento. Se a questi aggiungi Lautaro, che è capocannoniere e Thuram che fa gol è assist splendidi, è chiaro che trovi la squadra più forte. La Juventus però è lì dietro con grande merito”.