Rendere più facile il lavoro per gli sviluppatori di applicazioni decentralizzate: questo è l’obiettivo che si prefigge Lisk, piattaforma open source che sin dall’inizio della sua avventura ha dedicato i suoi sforzi al problema rappresentato dall’accessibilità in ambito blockchain.

Chi intende sfruttare le potenzialità della criptoeconomia, infatti, spesso si trova di fronte alla mancanza di comunicazione delle blockchain. Ognuna di esse, infatti, adotta un linguaggio di programmazione che può risultare complicato mettere in relazione con altri.

Nel caso di Lisk, questa lacuna viene risolta grazie alla presenza di un SDK (Software Development Kit) molto semplice in fase di utilizzo. A renderlo tale è l’utilizzo di JavaScript per la creazione delle applicazioni decentralizzate e la possibilità di implementare sidechain all’interno sulla propria rete. In tal modo è possibile ridimensionare le dApps e permettere loro di restare ancorate all’ecosistema Lisk.

Cos’è Lisk e cosa si propone

Lisk è una piattaforma blockchain layer 1 e open source che si propone di semplificare al massimo il lavoro degli sviluppatori di applicazioni decentralizzate. Per farlo propone un SDK molto facile da utilizzare, grazie al quale è possibile creare applicazioni facilmente scalabili e in grado di abbattere i costi collegati alle transazioni.

Il progetto è stato lanciato nel corso del 2016, ad opera di Oliver Beddows e Max Kordek e presenta caratteristiche tecnologiche estremamente interessanti. Una peculiarità che ha permesso a Lisk di acquisire grande reputazione, derivante dall’essere stato uno dei primi progetti ad affrontare il problema rappresentato dalla difficoltà di accesso al mondo della blockchain.

Se attualmente si trova al 198° posto della classifica di settore sono in molti a ritenere che l’azienda abbia tutte le carte in regola per tornare a crescere, soprattutto nel caso in cui la gelata dell’ultimo biennio dovesse finalmente lasciare il posto alla sospirata schiarita.

Lisk: cosa propone a livello tecnologico?

Se abbiamo già ricordato l’SDK e l’utilizzazione del linguaggio di programmazione JavaScript, ci sono anche altre soluzioni tecnologiche che fanno di Lisk un progetto estremamente interessante.

A partire dalla presenza delle sidechain, ovvero delle blockchain laterali che sono collegate alla catena principale, ma operano in maniera indipendente. Grazie ad esse gli scambi di asset avvengono in maniera molto più fluida e a costi sensibilmente inferiori.

Altro punto di forza di Lisk è l’adozione del meccanismo di consenso Delegated Proof-of-Stake (DpoS). Si tratta di una variante del tradizionale PoS che consente di arrivare ad un maggior livello di decentralizzazione. A renderlo possibile è il fatto che l’esternalizzazione del processo di convalida dei blocchi prevede un sistema di votazione. Non essendo previsto il mining, Lisk si configura quindi come una blockchain in grado di limitare l’impatto ambientale dei suoi consumi.

Il token nativo della rete è LSK, che cumula funzioni di servizio e di governo. Viene infatti utilizzato per il pagamento delle commissioni, conferendo inoltre ai suoi detentori il diritto di partecipare alle decisioni riguardanti la rete. Può anche essere deposito in staking, contribuendo in tal modo a proteggere la blockchain.

Le prospettive per il futuro

Abbiamo quindi visto come Lisk si presenti alla stregua di un progetto non solo avanzato da un punto di vista tecnologico, ma anche rivolto al futuro, ovvero al Web3. A indirizzarlo in tal senso è il fatto di proporsi come un vero e proprio ponte tra blockchain diverse, dando una sua risposta al problema dell’interoperabilità. Un problema il quale si è fatto sentire soprattutto tra le catene di prima generazione, tanto da spingere molti sviluppatori a dedicarsi alla sua risoluzione.

Se è vero che in questo ambito sono già presenti molti progetti di notevole livello, Lisk sembra avere le carte in regola per proporsi tra quelli in grado di dare le risposte più performanti in assoluto ai problemi che cerca di affrontare.