“Le Comunità energetiche rinnovabili: strumento necessario per la sostenibilità“, è il convegno che si è tenuto a Roma nella sede del Parlamento Europeo a Piazza Venezia. Preoccupati per i costi energetici in aumento, gli italiani vorrebbero poter accedere sempre di più alle fonti rinnovabili, attraverso le Comunità Energetiche (CER). Una domanda importante da parte delle persone che vorrebbero accedervi per l’ambiente ma anche alla possibilità di risparmiare sulle bollette.
Ed è il quadro che emerge dal sondaggio portato avanti da Albatros, una rete nata per supportare le Pubbliche Amministrazioni per gestire e ideare le Comunità Energetiche. E su 700 soggetti tra amministrazioni locali e comunità al quale hanno risposto in 108, presentato durante il convegno dal titolo “Le Comunità energetiche rinnovabili: come strumento necessario per la sostenibilità” che si è tenuto a Roma nello spazio Esperienza Europa – David Sassoli, a piazza Venezia.
Comunità energetiche rinnovabili, da migliorare le reti elettriche
L’evento, organizzato in collaborazione con il Parlamento Europeo – sede italiana, ha avuto scopo quello di far dialogare i deputati europei della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) e per l’industria, la ricerca e l’energia (ITRE), che rappresentano l’Italia, con gli interlocutori che operano nell’ambito della sostenibilità energetica in Italia e in Europa. L’appello rivolto alle forze politiche è quello di prevedere finanziamenti pubblici destinati a rafforzare la rete elettrica nazionale anche a scapito di altre scelte meno strategiche e con fattori moltiplicativi su investimenti privati e ricadute sul benessere della collettività meno rilevanti.
Ha aperto l’evento Carlo Corazza, direttore Parlamento Europeo sede italiana: “Il PE ha cercato di costruire una dialettica perché l’ambizione climatica non può penalizzare le nostre imprese. Il green deal ha target ambiziosi, non sarà facile arrivarci. È stato stimato che servano 250 miliardi l’anno tra investimenti pubblici e privati. L’Ue ha previsto che un terzo delle sue risorse siano per la transizione energetica, i soldi pubblici sono importanti ma non bastano. Il problema è il mercato interno. Serve l’unione per l’energia con un mercato che possa funzionare. Siamo in ritardo, bisogna investire nelle infrastrutture”.
Il presidente di Earth Academy, Fausto Fagioli, ha sottolineato come: “si è iniziato due anni fa a parlare di Cer e ci davano per sognatori. Oggi invece tanti comuni ci stanno pensando. Potersi fare energia da soli e potersi organizzare il prezzo, è una grande opportunità. L’Italia per fortuna ha deciso di triplicare le energie rinnovabili nel nostro Paese. Ma ci sono 2456 lobbisti dell’energia fossile e del carbone e questo ci preoccupa un po’. Spesso l’interesse di pochi non è l’interesse della comunità. Una grande opportunità arriva dal Pnrr che non possiamo perdere.
Il Direttore Generale di Albatros, Andrea Prato, ha presentato la ricerca che ha coinvolto 700 amministratori: “Il risultato sull’intero paese ci dice che molti comuni hanno già fatto installazioni più economiche. La percezione che hanno i comuni è che i costi tendono a salire e vogliono fare le CER. Gli ultimi dati E-distribuzione ci dicono che in Italia è difficile allacciare. A Napoli i tempi di allaccio sono inferiori. La Toscana è partita bene, Prato è pronta, così come lo è Genova in Liguria. La Lombardia va bene, al contrario del Sud dove gli allacci sono difficili. Avere un investimento forte nella rete elettrica nazionale può fare la differenza. Il governo una settimana fa ha deciso di spostare 3 miliardi del Pnrr sull’efficientamento della rete elettrica nazionale, questo è un passo importante”.
L’eurodeputata Lara Comi: “L’interesse primario è la tutela del consumatore”
Lara Comi, europarlamentare, intervenuta all’incontro in presenza: “Dobbiamo approvare leggi fattibili questo è il tema per il PPE e il centrodestra. Perché case green e auto green non sono fattibili. Esiste un aspetto culturale: la Lombardia fa molti più progetti green rispetto al sud che ha più risorse. L’aspetto è culturale e burocratico: chi scrive questi progetti? Possiamo mettere fondi ma quanti ne abbiamo spesi? Non c’è un mercato interno il costo del lavoro e la pressione fiscale in Italia sono diversi rispetto ad altri Paesi. Il nostro primo interesse è la tutela del consumatore. Il tema è il prezzo dell’energia e serve ampliare l’offerta dell’energia rinnovabile: non solo sole e acqua”.
Gialuca Santilli, Presidente Bikeconomy, interviene concentrandosi sull’attualità di questi giorni: “Perché Roma ha perso il treno Expo? Per me non doveva neanche partecipare. Se non siamo pronti a partecipare è inutile. Ci è costato 2 milioni a voto. Serve tantissima formazione e informazione. Oggi non abbiamo facoltà di sostenibilità perché non abbiamo professori nonostante gli studenti interessati ci siano”.
Gli fa seguito Ivan Stomeo, presidente della Fondazione Futurae: “Mancano infrastrutture per supportare le Cer. La rivoluzione nell’impostazione del governo locale in alcuni casi ha portato a reinvestire nei libri e nelle mense scolastiche a dimostrazione che l’investimento nelle infrastrutture ha anche una funzione sociale”. L’incontro è stato moderato da Luca Nitiffi, funzionario del Parlamento Europeo, ex Consigliere politico del Presidente David Sassoli, al quale lo spazio dell’incontro è dedicato