A poche ore dai funerali di Giulia Cecchettin, il padre, Gino, ha annunciato ai colleghi di volersi prendere una pausa dal lavoro. Sarà un modo per elaborare il lutto che ha toccato e sconvolto la sua famiglia, già alle prese con la recente perdita della moglie Monica, ma anche per riflettere e capire come impegnarsi civilmente per la lotta contro la violenza di genere ed evitare che altre ragazze subiscano la stessa sorte della 22enne di Vigonovo, brutalmente uccisa dall’ex fidanzato.
Giulia Cecchettin, il messaggio del padre Gino ai colleghi di lavoro
Ai miei clienti, fornitori, amici e colleghi. È con grande dolore che condivido con voi un momento di pausa dalla mia professione, profondamente segnato dalla recente perdita di mia figlia Giulia. Questo periodo di lutto e riflessione è e sarà un viaggio difficile, ma anche un’opportunità per riflettere sull’importanza delle relazioni positive e del sostegno reciproco,
ha scritto Gino Cecchettin in un post pubblicato su Linkedin.
In questi giorni bui, ho sperimentato il valore incommensurabile di chi offre un appoggio sincero, una spalla su cui piangere, e parole gentili che possono lenire il cuore spezzato. La solidarietà che ho ricevuto da parte di amici, famiglia e colleghi è stata di fondamentale supporto. Permettetemi di testimoniare l’importanza di prendersi una pausa quando la vita ci sfida in modi inimmaginabili,
ha aggiunto, facendo sapere di star pensando a un “nuovo impegno civico” attraverso cui aiutare le ragazze che vengano a trovarsi, per vari motivi, “nelle stesse situazioni” della figlia Giulia, che lo scorso 11 novembre è stata uccisa “in due atti di inaudita ferocia” – come li ha definiti il gip – dal ragazzo che un tempo aveva amato e che poi aveva lasciato.
Un ragazzo che, non accettando di averla persa, continuava a ricattarla emotivamente per costringerla a vederlo, con la minaccia che altrimenti si sarebbe ammazzato, come fanno tanti altri uomini nei confronti delle loro compagne ed ex. Della battaglia contro la violenza di genere, l’uomo, insieme ai figli Elena e Davide, farà, probabilmente, una missione di vita.
Lo ha fatto capire con il discorso pronunciato davanti alle oltre 10mila persone che ieri, 5 dicembre, hanno preso parte ai funerali della figlia a Padova, mettendo in evidenza l’importanza che tutti hanno nello scongiurare che tragedie simili accadano.
Le parole di Gino Cecchettin su Filippo Turetta
Nelle scorse ore, intervistato su Rai 1 da Eleonora Daniele, Gino Cecchettin ha riservato anche delle parole all’assassino di sua figlia, Filippo Turetta, detenuto nel carcere di Montorio, a Verona.
Spero solo si renda conto di quello che ha fatto, e magari un giorno possa dare lui dei messaggi ad altre persone che potrebbero avere le stesse difficoltà – ha detto -. Ai suoi genitori mando un grande abbraccio, hanno tutta la mia comprensione e il mio sostegno.
Elisabetta e Nicola, che pochi giorni fa avevano fatto visita al figlio dopo aver rifiutato un primo incontro, ai funerali di Giulia non erano presenti, secondo i quotidiani locali. Sarebbero troppo provati. Lo ha fatto sapere il primo cittadino di Torreglia, dove vivono, rendendo nota la loro decisione di rifiutare l’aiuto dei servizi sociali che pure gli era stato offerto.
Insieme all’altro figlio, Andrea, sarebbero già seguiti. L’obiettivo degli esperti è fare in modo che superino l’onda di dolore che li ha travolti da quando hanno scoperto che dietro la maschera da bravo ragazzo di Filippo si nascondeva il volto di un assassino. Il giovane, che ora si trova nel reparto infermeria, in cella con un altro detenuto, ieri non avrebbe assistito alle celebrazioni in memoria della 22enne.
Sembra infatti che all’interno del carcere stiano cercando di “proteggerlo”, non dandogli accesso alle notizie. La paura è che possa compiere gesti autolesionistici. Per questo è sorvergliato a vista.
La confessione nel corso dell’interrogatorio davanti al pm
Davanti al pubblico ministero che coordina le indagini riguardanti il caso, Andrea Petroni, Turetta avrebbe ripercorso dettagliatamente gli attimi che hanno preceduto e seguito la morte di Giulia, dicendo di non capire cosa gli sia “scattato nella testa” al momento dei fatti.
La sua difesa potrebbe decidere di sottoporlo a una perizia psichiatrica e di puntare sull’omicidio preterintenzionale, sostenendo che in realtà volesse solo sequestrare l’ex fidanzata e che poi l’avrebbe uccisa in preda a “un raptus”. Si tratta di ipotesi.
Secondo l’accusa, Turetta – che con sé aveva non solo i coltelli, ma anche del denaro in contanti, una sim prepagata, guanti e scotch – potrebbe anche aver premeditato il delitto, facendo un sopralluogo nella zona di Fossò – dove Giulia sarebbe stata colpita a morte – già nel pomeriggio dell’11 novembre.