Le opposizioni sul piede di guerra nei confronti della decisione del governo Meloni di rigettare le loro proposte sul salario minimo, assumendo la delega per una soluzione alternativa. Una contestazione partita dall’aula della Camera e proseguita davanti ai microfoni dei cronisti, davanti al Parlamento.

Salario minimo, Schlein contro Meloni: “Il suo governo contro i poveri”

Il voto favorevole della Camera per la delega al governo sul salario minimo apre una spaccatura mai così ampia tra esecutivo e opposizioni. La proposta dei 9 euro l’ora come retribuzione minima per i lavoratori era stata capace di mettere d’accordo gran parte dei partiti di minoranza – a esclusione di Italia Viva di Matteo Renzi – solitamente molto litigiosi. Ora sarà sostituita da un vago meccanismo sostitutivo per “retribuzioni eque” che sarà compito del governo individuare.

Una situazione che ha scatenato la bagarre dentro e fuori dai palazzi della politica. Dopo il nuovo testo uscito dalla Commissione Lavoro e letteralmente strappato dal presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte nella serata di ieri, arrivano oggi le parole durissime della segretaria del Partito Democratico Elly Schlein che parla di “sberla ai lavoratori“.

“Il provvedimento e’ stato affossato e il modo ancora ci offende. Avrebbero potuto bocciare la nostra proposta, hanno scelto la strada dei rinvii per affossare il salario minimo. I lavoratori non possono aspettare. Hanno voluto calpestare le prerogative del Parlamento e dare una sberla ai lavoratori“.

Per Schlein, la decisione sul salario minimo rende palese un atteggiamento che potrebbe essere definito ideologico del governo di destra presieduto da Giorgia Meloni. Le misure dell’esecutivo, denuncia infatti la segretaria del Pd, vanno unilateralmente contro i cittadini che versano in condizioni economiche più svantaggiate.

Che cosa ha il governo Meloni contro i poveri? Hanno smantellato il reddito, non danno risposte ai giovani studenti che non hanno una casa, non ci sono investimenti sulla manovra e ora dicono di no ai lavoratori. Stanno spalancando le porte ai contratti pirata“.

Gelmini (Azione): “Grave errore della maggioranza”

La rabbia di oggi, tuttavia, si trasformerà presto in una nuova proposta e in nuove battaglie, da concordare insieme con gli altri partiti di opposizione.

Come ribadisce anche Maria Stella Gelmini, senatrice e portavoce di Azione, che sottolinea come non si tratti di “una battaglia di destra o di sinistra” ma di buonsenso, ribadendo la volontà di portarla avanti anche nei mesi a venire.

Anche nelle parole della Gelmini non manca, e non potrebbe essere altrimenti, un attacco all’esecutivo, messo in contrapposizione con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

“Mentre il Presidente Mattarella soltanto ieri lanciava un monito contro il lavoro povero, la maggioranza in aula alla Camera affossa il salario minimo. Uno schiaffo ai quattro milioni di lavoratori che ad oggi hanno una paga oraria inferiore ai 9 euro”.

Salario minimo, anche Magi (+Europa) contro Meloni: “Nega una risposta a milioni di lavoratori poveri” | VIDEO

Anche Riccardo Magi, segretario generale di +Europa, tuona contro l’esecutivo, tornando a porre l’accento su quei lavoratori che, pur ricevendo uno stipendio, non riescono ad arrivare alla fine del mese.

“La destra oggi si è assunta una responsabilità gravissima: negare una risposta a milioni di lavoratori poveri nel nostro Paese“.

Per Magi, la scelta del governo manda all’aria” ogni possibilità di introdurre il salario minimo e lascia i lavoratori di alcuni settori in balia della contrattazione privata e delle sue regole inique.

Misiani (Pd): “La destra ignora oltre 3 milioni di lavoratori sottopagati” | VIDEO

Anche Antonio Misiani, responsabile Economia e Finanze, Imprese e Infrastrutture del Partito Democratico, usa parole di fuoco contro il governo e la bocciatura del salario minimo.

“La destra ha affossato la proposta delle opposizioni perché, come era chiaro da tempo, non vuole il salario minimo e non ritiene prioritario difendere oltre 3 milioni di lavoratori e lavoratrici che sono sottopagati. Loro difendono altri interessi e oggi questo è emerso platealmente”.

Misiani smentisce, poi, Giorgia Meloni, che aveva rimproverato le opposizioni di non aver fatto il salario minimo quando erano al governo, ricordando i vari tentativi fatti negli anni scorsi, tutti affossati dalla destra.

“Ricordo che il salario minimo era nella legge delega di riforma del mercato del lavoro del 2015 e, soprattutto, che il ministro Orlando, nella scorsa legislatura, è arrivato a un passo dal chiudere un accordo che è stato bloccato da Forza Italia e Lega, oggi alleati della Meloni”.

Infine, anche dal responsabile dell’economia del Pd arriva la promessa che la battaglia continuerà, “perché consideriamo una vergogna che in questo paese la povertà lavorativa abbia raggiunto i livelli insostenibili che sono sotto gli occhi di tutti“.
Magari con un referendum.