«Volete perdere, per sempre , la possibilità di curarvi all’ospedale di Perugia o in altro dell’Umbria? In strada le buche non vi bastano? Ne volete di più, di più grandi? Desiderate più rifiuti, più traffico, meno aria pulita? Allora votate Salvini, votate la Meloni. Alle elezioni comunali, regionali ed europee. Le loro politiche fallimentari sono garantite…». Il candidato sindaco di Alternativa Popolare, Davide Baiocco, è sicuro di sé: «La Lega ha fallito la secessione politica del Lombardo-Veneto dal resto del Paese? Sì, ma tenta di recuperare il tempo perduto con la riforma sull’autonomia regionale differenziata, che il ministro Roberto Calderoli ha proposto al Governo alla fine del 2022 e già inserita nella legge di bilancio. Noi perugini, tutti noi umbri, siamo in gravissimo pericolo. In verità, l’Italia è in pericolo. Senza rendercene conto: infatti, la materia è per legislatori, giuristi e altri addetti ai lavori, ma le conseguenze – terribili – ricadranno sul popolo. Su di noi, sui nostri figli e sui nostri nonni».
Autonomia differenziata, Baiocco: “Alternativa Popolare si oppone al progetto spacca Italia”
«Noi di Alternativa Popolare», spiega Baiocco, «non possiamo permettere tale scempio e ci opponiamo, con forza, a questa riforma “spacca Italia” che la Lega, silenziosamente e subdolamente, porta avanti. Con la complicità della “patriota” Meloni, interessata – per corta logica da bottega – solo a scambiare la sua riforma sul premierato forte con l’altra, perorata dai leghisti Salvini e Calderoli. Un progetto che, se portato a compimento dalla destra, colpirebbe mortalmente l’unità e l’indivisibilità della Repubblica. Il nostro coordinatore nazionale, Stefano Bandecchi, ha già etichettato la proposta del governo Meloni sul premierato forte come “una grandissima minchiata”. Infatti entrambe le riforme, premierato forte e autonomia regionale differenziata, sono stupide. E pericolose per gli italiani».
«Ragioniamo», continua Baiocco, «sul termine: autonomia regionale differenziata. Equivale a dire che la Lega e i Fratelli d’Italia vogliono un Paese a due o tre o più velocità, popolata da cittadini di prima, seconda, terza, quarta scelta e così a scendere… fino agli ultimi, i poveri e i poverissimi che avranno il valore del pesce che puzza. La riforma leghista riguarda ben 23 materie, tra cui sanità, trasporti, scuola, ambiente, energia e sostegno alle imprese. Altro non significa che le Regioni potranno scegliere, in accordo con il Governo, quale tipo di sanità, di treni o di scuola vorranno. O, come nel caso dell’Umbria, subiranno, avendo meno risorse economiche, provenienti dalle tasse di un minor numero di cittadini contribuenti. Molte regioni del Centro Italia – e anche del Sud – pagheranno un prezzo elevatissimo a causa delle diversissime e non paragonabili condizioni geografiche, sociali, economiche e di servizi. La riforma della Lega, appoggiata da Fratelli d’Italia, sull’autonomia regionale differenziata è già una catastrofe annunciata per molti italiani».
Le conseguenze dell’Autonomia differenziata sull’Umbria
«Tale riforma», aggiunge l’ex capitano del Grifo, «prevede che ogni regione sosterrà la propria sanità, i propri trasporti o la propria scuola – principalmente e di fatto – con le tasse pagate dai propri cittadini. Di conseguenza, peserebbero i numeri: l’Umbria ha una popolazione di circa 880 mila persone. La Lombardia ha oltre 10 milioni di cittadini, il Veneto sfiora i 5 milioni. Se, una volta approvata la riforma del leghista Calderoli, i governatori del Lombardo-Veneto, d’accordo con il governo Meloni, decidessero che i 9/10 delle loro tasse rimanessero a casa loro per sviluppare una super sanità iper eccellente o dei trasporti ultra galattici, nessuno potrebbe impedirglielo. Noi cadremmo rovinosamente nelle buche delle nostre strade dissestate, loro si farebbero curare pure un’unghia incarnita da robot chirurghi. E noi, senza risorse economiche a disposizione per la sanità, rischieremo di tornare ad usare le siringhe in vetro da far bollire prima dell’iniezione. Nemmeno il Parlamento – che tristemente e da troppo tempo i Partiti dei Capi stanno inzeppando apposta di burattini senza storia e senza cervello – potrebbe nulla, a quel punto del tutto esautorato nel determinare ogni prestazione sanitaria, di trasporto , scolastica e di tutela dell’ambiente. E neanche, riguardo alle stesse prestazioni, determinare quali livelli essenziali – fino a prova contraria uguali per tutti, come ancora stabilisce la Costituzione – debbano essere garantiti sull’intero territorio nazionale».
«Quello che affermo, è facile da provare. Nella nostra regione», nota il candidato sindaco di Alternativa Popolare a Perugia, «tristi esempi non mancano e quello sui trasporti è lampante. Il Lombardo-Veneto di Salvini e Calderoli è rappresentato e difeso – con cieco furore – dalla destra al governo dell’Umbria e del Comune di Perugia. Due facce della stessa medaglia che – d’accordo tra loro – non vogliono far passare il Frecciarossa in Umbria ma in quella Toscana già ampiamente servita dall’alta velocità ferroviaria, a circa 60 chilometri da Perugia. C’è chi li addita come i servi sciocchi di Salvini e della Meloni, ma noi di Alternativa Popolare preferiamo chiamarli traditori. Traditori degli interessi degli umbri e dell’Umbria. O, per dirla con Bandecchi: ladri di futuro».
Il Titolo V della Costituzione
Cosa fare, quindi? «Per contrastare lo sciagurato progetto di Salvini e Meloni», conclude Baiocco, «occorre rimediare ai gravi errori commessi pure da quella sinistra che, nel 2001, volle riformare il Titolo V della Costituzione. Da lì sono iniziati molti dei nostri guai. Noi di Alternativa Popolare, partito di centro, proponiamo di restituire allo Stato quelle 23 materie strategiche, tra cui in primis la sanità, i trasporti, la scuola, l’ambiente, l’energia e il sostegno alle imprese. La “secessione delle regioni ricche” di Salvini e Calderoli ci è odiosa e la ostacoleremo, certi che i cittadini di Perugia e poi dell’Umbria ci seguiranno. Per evitare il maggiore dei mali, un destino da poveri per Perugia e i perugini, per l’Umbria. Ve lo prometto: non passeranno!».