La scalabilità è stata, sin dagli inizi della criptoeconomia, un grande problema per le blockchain. Soprattutto quelle di prima generazione, a partire proprio da Bitcoin, hanno infatti evidenziato subito l’incapacità di elaborare un numero elevato di transazioni, spingendo un gran numero di sviluppatori a cercare soluzioni in tal senso.

Tra quelle che si sono affermate con il trascorrere del tempo, un ruolo particolare spetta alle cosiddette parachain. Una soluzione che ha caratterizzato in particolare la blockchain di Polkadot. Andiamo quindi a vedere più da vicino di cosa si tratti esattamente.

Parachain: cosa sono esattamente?

Per parachain si intendono le blockchain secondarie e indipendenti disposte sul livello 1 di quella principale, indicata come relay chain e delegata alla funzione di coordinamento dell’intero sistema, e ad essa collegate.

Detto in altri termini, una volta espletata la propria funzione, le parachain devono avere modo di collegarsi con la blockchain centrale per riversarvi il prodotto del proprio lavoro. A stabilire la connessione, fornendo l’infrastruttura necessaria, è proprio la relay chain.

Ogni parachain, però, prevede una scadenza per la sua occupazione. Il periodo in questione è di sei mesi e può essere rinnovato quattro volte. In tal modo il periodo di leasing, detto slot, può arrivare ad un massimo di due anni.

Nel sistema di Polkadot, la blockchain che ha introdotto questa organizzazione del lavoro, per poter avere uno slot di questo genere occorre prendere parte a vere e proprie aste. Le parachain rendono possibile l’invio di qualsiasi genere di dato o risorsa tra quelle esistenti, oltre che lo stabilimento di relazioni con reti esterne, ad esempio Bitcoin o Ethereum, grazie all’utilizzazione dei cosiddetti bridge cross-network.

DOT, inoltre, non fornisce criteri di alcun genere per quanto concerne la progettazione della parachain, ad eccezione dell’obbligo di dimostrare ai suoi validatori che l’aggiunta di ogni blocco viene condotta sulla base del protocollo indicato. La flessibilità che ne deriva permette a ogni parachain di essere caratterizzata da un proprio design, token di servizio e processo di governance, sulla base delle esigenze di partenza.

I vantaggi delle parachain

Quali sono i vantaggi offerti dalle parachain? Tra di essi occorre sicuramente indicare:

  1. la maggiore scalabilità conseguita al livello 1, senza dover fare ricorso a soluzioni di livello 2, rendendo peraltro un servizio migliore alla comunità. Il sistema è infatti in grado di distribuire le transazioni e di elaborarle in parallelo sull’intero ecosistema, con aumento esponenziale del numero di transazioni che possono essere elaborate in simultanea;
  2. la flessibilità che ne consegue, tale da lasciare spazio allo sviluppo di applicazioni decentralizzate diverse, ma in grado di collaborare alla formazione dello stesso ecosistema;
  3. il conseguimento della sospirata interoperabilità, tale da consentire a blockchain diverse di stabilire proficue interazioni tra di loro, risolvendo il problema della mancata comunicazione che affliggeva le catene di prima generazione.
  4. i costi minori di gestione che conseguono al collegamento alla catena principale. In pratica le parachains possono accedere alla potenza computazionale di cui necessitano, senza però dover sostenere commissioni aggiuntive o costi in termini di gas.

Conclusione

Le parachains rappresentano una notevole soluzione al problema della scalabilità che sin dagli esordi ha pesato sulle blockchain. In particolare, quelle di prima generazione, come Bitcoin, possono dare vita a poche transazioni al secondo (TPS), una lacuna che le rende inefficienti come strumento di pagamento.

Le parachains di Polkadot si propongono per i notevoli livelli di efficienza che riescono a conseguire e per i vantaggi che sono in grado di garantire agli utenti. Non solo in termini di scalabilità, ma anche di flessibilità e costi. Ma, soprattutto, vanno in direzione di quell’interoperabilità che è stato un altro grande difetto delle blockchain all’inizio delle loro avventura.

Non a caso Polkadot, che sulle parachain ha fondato le sue fortune, è stato indicato da più parti come l’Internet delle blockchain. Ritagliandosi una reputazione che ne fa un punto di riferimento non solo per la finanza decentralizzata, ma anche per il Web3.