Sul nuovo regime forfettario di partita Iva, l’Agenzia delle entrate è intervenuta con una circolare che detta le condizioni di chi entra, esce o rimane nel 2024. Quello dei forfettari è un regime agevolato che consente alle persone fisiche, titolari di partita Iva per l’esercizio di un’attività di impresa, arte o professione in forma individuale, di poterne godere purché non si superino gli 85.000 euro di compensi e ricavi in un anno.
L’aumento del tetto di flat tax del 15% è avvenuto con l’entrata in vigore della legge di Bilancio 2023 (legge 197 del 2022) che ha introdotto anche un altro tetto, quello dei 100mila euro, superato il quale la perdita del regime forfettario avviene istantaneamente, senza dover attendere la chiusura dell’anno.
Nuovo regime forfettario: come si entra, esce o rimane nel 2024
L’Agenzia delle entrate ha pubblicato oggi, 5 dicembre 2023, la circolare numero 32 recante il nuovo regime forfettario in chiaro, con le indicazioni sui limiti di ricavi e compensi per entrare o mantenere questo regime e le condizioni di uscita al superamento di determinati tetti. In particolare, nel documento si fa riferimento ai vantaggi per le partite Iva di poter applicare il regime sostitutivo dell’Irpef con aliquota fissa del 15 per cento. Tale regime è riservato alle persone fisiche titolari di partita Iva che esercitano un’attività di impresa, arte o professione in forma individuale.
Applicano già questo regime le partite Iva che, nel 2022, hanno conseguito compensi e ricavi non eccedenti gli 85mila euro, secondo quanto prevede la legge di Bilancio 2023. La Manovra di un anno fa aveva aumentato la soglia di compensi e ricavi di 20mila euro, rispetto ai 65mila euro di tetto in vigore fino al 31 dicembre 2022.
Questi limiti, dunque, riguardano sia i contribuenti che già adottavano il regime forfettario nel 2022 che i nuovi entrati. Al di là delle cifre e dei limiti, la novità più importante è la previsione di un secondo tetto di ricavi e compensi, pari a 100.000 euro, superato il quale si fuoriesce immediatamente dal regime forfettario, in qualsiasi momento dell’anno si verifichi lo sforamento.
Nuovo regime forfettario 2024: come funzionano le nuove soglie?
Pertanto, nella circolare l’Agenzia delle entrate spiega come funzionano le nuove soglie del regime forfettario. Nel dettaglio, se durante l’anno si percepiscono ricavi e compensi superiori a 85.000 euro ma inferiori a 100.000 euro, si rimane all’interno del regime forfettario nell’anno in corso per uscire, poi, in quello susseguente.
L’uscita comporta la rettifica dell’Iva non detratta ai sensi di quanto dispone l’articolo 19 bis del decreto del Presidente della Repubblica numero 633 del 1972.
Cosa succede se la partita Iva forfettaria supera 100mila euro di ricavi?
Diverso è il caso in cui si verifichi lo sforamento del tetto di ricavi e compensi pari a 100.000 euro. Il superamento del limite durante l’anno comporta il passaggio immediato della partita Iva al regime ordinario, senza dover attendere la fine dell’anno.
Più nel dettaglio, in rapporto alle imposte dirette, il lavoratore autonomo rientra nel regime ordinario sin dall’inizio dell’anno, mentre per l’Iva entra nel regime ordinario nel momento dell’incasso che ha comportato lo sforamento rispetto al tetto massimo.
Di conseguenza, è necessaria l’integrazione della relativa fattura con l’emissione della nota di debito per l’importo pari all’imposta. Differentemente, non devono essere integrate le fattura in uscita senza Iva prima del suddetto incasso.
Aderire al forfettario dall’ordinario: come si fa?
Infine, l’Agenzia delle entrate chiarisce che è stato abolito il vincolo dei tre anni di permanenza nel regime ordinario. Chi, ad esempio, ha aderito nel 2021 al regime ordinario di partita Iva può applicare, dal 1° gennaio 2023, il regime forfettario, purché nell’anno 2022 il volume dei ricavi e dei compensi non sia stato superiore a 85.000 euro.