0x è un protocollo congegnato nel preciso intento di agevolare gli utenti nello scambio di token ERC20 e altri asset su una serie di blockchain diverse, tra cui al momento sono comprese Ethereum, Polygon, Fantom, Avalanche, Optimism, BNB Chain e Celo. Il tutto senza alcun intervento di intermediari centralizzati.
Grazie alle sue caratteristiche tecnologiche sta diventando un vero e proprio standard per gli exchange decentralizzati (DEX). Il suo utilizzo consente in particolare una facile integrazione di funzionalità rivolte allo scambio di valore nelle applicazioni e la creazione di nuovi mercati per criptovalute, NFT e progetti di finanza decentralizzata (DeFi).
0x Protocol: come funziona
A rendere possibile il varo di funzionalità di scambio decentralizzato è l’utilizzazione di una raccolta di contratti intelligenti open source che possono essere verificati pubblicamente e lavorano in concorso in modo da sfociare nella formazione di un protocollo di trading flessibile.
Il protocollo in questione è facilmente integrabile e come tale largamente utilizzato dalle aziende impiegate nel Web3. Da quando è stato lanciato, 0x Protocol ha facilitato transazioni che hanno visto l’impiego di oltre 200 miliardi di dollari.
Costruito sulla blockchain di Ethereum usufruisce dei livelli di sicurezza della EVM ed è alimentato da un token ERC-20, ZRX. Il gettone accumula funzioni di servizio e di governance, permettendo ai suoi detentori di prendere parte ai processi decisionali riguardanti il protocollo e la tesoreria aziendale.
Sempre in tema di sicurezza, occorre anche sottolineare che il controllo degli smart contract sottostanti è stato affidato a società indipendenti. Lo scopo è di verificare l’esistenza di vulnerabilità in grado di agevolare eventuali attacchi. Chi riesce a individuare bug in tal senso viene ricompensato dall’azienda.
Il token ZRX
Come abbiamo già ricordato, ZRX è un token ERC-20 lanciato sulla Ethereum Virtual Machine (RVM). Come accade per molti asset analoghi la tokenomics prevede un’offerta massima pari ad un miliardo di esemplari, tale da farne un asset a carattere deflattivo.
Se l’offerta massima è prefissata, per quanto riguarda il quantitativo di token in circolazione, contrariamente a quanto accade di solito non è stato precisato. Dalle indiscrezioni circolate al proposito si sa che circa tre quarti di loro sono stati messi in circolazione, con soltanto una parte poco rilevante depositata in staking.
A dare qualche lume al proposito è stato l’amministratore delegato di 0X, Will Warren, il quale ha affermato in un post che circa la metà del totale è stata destinata all’Initial Coin Offering del 2017. Mentre il 15% sarebbe destinato allo sviluppo del progetto e all’organizzazione cui lo stesso è stato affidato. Infine, il restante 20% è stato suddiviso in parti uguali tra la squadra dei fondatori (lo stesso Warren e Amir Bandeali) e quella formata dai primi sostenitori e consulenti di 0x Protocol.
Le prospettive di 0x Protocol
Come abbiamo visto, quindi, 0x si propone come un vero e proprio protocollo su cui è possibile costruire DEX e altre applicazioni di finanza decentralizzata. Si propone cioè come un servizio estremamente evoluto rivolto al settore crypto, alla finanza decentralizzata (DeFi) e al Web3.
La reputazione di cui gode deriva dai notevoli livelli tecnologici evidenziati, che rendono facile creare da zero un DEX o altri progetti rivolti alla movimentazione di risorse digitali. Tra i tanti casi d’uso vanno ricordati marketplace, trading desk OTC e funzionalità di scambio.
Il suo punto di maggior forza è rappresentato dalla capacità di supportare sia token fungibili (ERC-20) che non fungibili (ERC-723). Inoltre viene utilizzato per il trading permissionless.
Una serie di prerogative che gli hanno permesso di catturare una buona attenzione da parte degli esperti e che sembrano porre le basi per un ulteriore sviluppo nell’immediato futuro. Tale da consentirgli di lasciare il 128° posto al momento detenuto nella classifica di settore e calamitare nuovi consensi da parte dei trader.