Nato a Roma e cresciuto calcisticamente a Torino, è al Genoa che ha trovato casa. Claudio Onofri ha scritto una pagina importante della storia di questo club e dei colori rossoblù è diventato capitano e uomo simbolo. Difensore dai piedi buoni e con il cuore grande, ha legato la sua carriera in maniera indissolubile al Grifone ed è entrato nel cuore dei tifosi genoani. 55 presenze tra il 1976 e il 1978 e poi altre 160 dal 1979 al 1985 e tre reti realizzate, è stato una vera e propria bandiera e in rossoblù ha percorso anche un lungo tratto di strada da allenatore. Per commentare la stagione della squadra di Gilardino e l’impegno di questa sera in Coppa Italia, Lazio-Genoa, Onofri è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Lazio-Genoa, Onofri a Tag24
Il pareggio di sabato contro l’Empoli ha smosso la classifica ma ha lasciato l’amaro in bocca ai tifosi del Genoa. La squadra di Gilardino, neopromossa di questa stagione, ha iniziato l’anno con il piede giusto e salvo qualche recente passaggio a vuoto ha dimostrato già di poter dare filo da torcere a chiunque. Una squadra giovane, che vanta talenti importanti e che ha un’idea di gioco chiara. Il grifone questa sera allo stadio Olimpico vuole sfruttare al massimo tutte le sue carte per sferrare il colpo del ko alla Lazio. Proseguire in Coppa Italia è un obiettivo importante per i rossoblù. I biancocelesti, dall’altra parte, stanno affrontando un momento di grossa difficoltà e questo rende l’occasione ancora più ghiotta. Per commentare Lazio-Genoa, Onofri, una vera e propria bandiera del club ligure, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
La formazione di Sarri è in difficoltà e stasera rischia di essere spalle al muro. Che partita ti aspetti da parte del Genoa e il passaggio in Coppa Italia può essere un obiettivo?
“Non credo che per il Genoa questo sia un obiettivo e infatti mi aspetto qualche cambio di formazione. Ogni gara ha la sua importanza e qui c’è una mentalità completamente diversa rispetto a quello che vediamo ad esempio in Inghilterra dove ogni competizione viene presa sul serio. Dopo questi due ultimi risultati, con la sconfitta immeritata a Frosinone all’ultimo istante e il pareggio con l’Empoli il Grifone dovrà riprendersi. Tanti giocatori importanti sono fuori, e altri devono recuperare la condizione ottimale per fare la differenza. È chiaro che giocare all’Olimpico contro la Lazio è sempre suggestivo, ma la Coppa Italia è un obiettivo impensabile per Gilardino, per la società e per i tifosi. Per la squadra di Sarri è diverso. Non sta facendo bene in campionato, ma ha le potenzialità per vincerla questa competizione e questo potrebbe risollevare l’animo dei tifosi, del mister e dei giocatori”.
Quali sono i punti deboli dei biancocelesti, su cui il Genoa dovrà puntare e a cosa invece dovranno stare più attenti?
“Si vedrà un atteggiamento accorto del Grifone e anche le riserve vorranno mettersi in luce. Mi aspetto una Lazio che farà di tutto per vincere mentre dal Grifone mi aspetto che voglia fare bella figura per scacciare le scorie negative lasciate dalle ultime prestazioni. Sono un grande estimatore di Maurizio Sarri da sempre. Certe cose non funzionano in questa stagione come lui vorrebbe e nell’ultima partita ho visto una lentezza di giro palla incredibile, che avvantaggiava il Cagliari. Se Gilardino si adatta, come ha sempre fatto con le squadre di livello superiore, può fare male. Deve temere il pressing basso dei biancocelesti e innescare gli attaccanti una volta recuperato palla. L’assenza di Gudmundsson, in questo senso, è deleteria perché lui è l’architetto di tutte le manovre genoane e anche Retegui non è ancora lui. Mi aspetto però una partita piacevole, per tutto quello che ho detto finora”.
Gudmundsson e Retegui i talenti migliori appunto e due assenze importanti in questo periodo. Quest’ultimo partirà dalla panchina per recuperare a pieno dopo l’infortunio. Quanto sono importanti per Gilardino?
“Gudmundsson è il giocatore più in luce da quando è arrivato a Genova, ma l’assenza di Retegui pesa ancora di più perché non ha un sostituto all’altezza. Nè Puscas nè Ekuban hanno dato segnali confortanti al tecnico e possono prendere il suo posto mantenendo la stessa qualità. Retegui andrà centellinato per fargli riprendere la condizione al massimo. Ha speso molto in Argentina e in Italia negli ultimi due anni ed è il giocatore più importante. A centrocampo invece Malinovskyi e Messias, se sono in forma, possono comunque cambiare il passo del Genoa anche se Gudmundsson è ancora più forte”.
Gilardino ha comunque fatto molto bene finora con questa squadra. Ti ha stupito?
“Da quando l’ho conosciuto ho per lui una grande simpatia. È un personaggio di grande spessore umano, oltre che calcistico. Già lo scorso anno in Serie B e soprattutto quest’anno, in una categoria nettamente superiore, si è attenuto a individuare nella propria squadra come disporre i giocatori, ma soprattutto ha la capacità e l’intuizione di capire come modificare la partita a gara in corso se le cose non funzionano. Non ha ancora una sua traccia ma ha grande intelligenza in questo senso. Gilardino si adatta al modo di giocare dell’avversario e questo è il diktat contro le grandi squadre. Li aspetta e poi punta a ripartire e punirli quando commettono qualche errore e quando non ci riesce cambia”.